taxidermia (2006)

Ehm, dunque......ammazza quanto è trucido e grottesco sto film; tre storie diverse(quindi divisione ad episodi) legate dal comun denominatore della stessa famiglia ungherese----il protagonista dell'episodio successivo è sempre il figlio di quello precedente....
La cosa che mi ha sorpreso è stato constatare che si trattava di una produzione non solo Austriaca ma anche americana e francese; dallo stile registico e dagli attori quasi non si direbbe; una compilation di scene raccapriccianti e disgustose che nell'ultimo episodio quasi sfiorano l'horror.
L'elemento "fantasia" non manca, anche se si sente maggiormente nell'ultimissimo episodio; tuttavia è calibrato bene e fa assaporare il film come se fosse una medicina amara ma efficace.....eh si, perchè per quanto la pellicola metta in mostra una certa quantità di scene disgustose, sa anche farsi apprezzare per l'idea e tutto ciò che concerne il lato tecnico......
Certo non è un film per tutti......a qualcuno potrebbe annoiare o sapere pesante, però nulla toglie che dimostra di possedere una certa identità tutta sua.....
....ma da qui a dargli più di 7 proprio no......alla fine non mi ha preso fino a sto punto; sarà che di fondo mi ha lasciato poco di veramente sorprendente....almeno a me....

Non sono un amante del grottesco ma questo film non è davvero male

Ci sta, filmozzo tutto crazy, che mostra tre degenerazioni decadenti e imbruttite ognuno a modo suo. Abbastanza rivoltante in varie scene, ma così dev'essere in un grottesco ironico. Ho preferito la prima e ultima parte più che la seconda dove c'è in pratica un ingozzo fisso...

Folle, geniale, disgustoso, assurdo, sgradevolissimo, unico.

3 storie collegate dal degrado e dall'eccesso, buon film

E' una pellicola fuori dal comune non c'è dubbio. Taxidermia è la mortificazione del corpo che si ripete di generazione in generazione, attraverso la sessualità, il cibo e la rappresentazione maniacale di cose morte come la tassidermia. Un film dai contenuti forti e visivamente molto forte costellato dalle tinte cupe di una fotografia che gradualmente diventa sempre più funerea fino a rappresentare la storia stessa di un paese cullato dai sogni del comunismo, ma che si ritrova fisicamente e moralmente in macerie. Una regia che presenta delle soluzioni altamente raffinate che attua delle dissolvenze molto curate che sono dei veri e propri salti temporali generazionali. Non un film per tutti, ma sicuramente un film originale e per nulla scontato.

Allucinante e grottesca parata del disgusto e del degrado umano attraverso lo sguardo cinico puntato contro tre generazioni di falliti.

Bellissimo e crudo quanto ci vuole, ma senza quel finale orrendo sarebbe stato veramente imperdibile.

Visto doppiato in non so quale lingua sconosciuta, forse originale ungherese o qualcosa di molto simile al serbo, ma ho gradito ugualmente leggendo la trama dove capitava e facendomi un'idea.
Una commedia nera iperbolica e dai toni esageratamente grotteschi, disgustosa in più frangenti. Non so dire con esattezza quale sia la parte migliore, ma tra tutte ho preferito l'ultima.

Mi ha sorpreso positivamente questo regista. Vedere un film così "diverso" nel linguaggio ma così curato nella regia mi ha lasciato piacevolmente sorpreso.
Il tono grottesco portato all'eccesso e la scelta di un linguaggio visivo così forte sono resi digeribili da una buona sceneggiatura e da una grande maestria nel dirigere la baracca.
3 generazioni di uomini si susseguono portando in tavola condizioni di vita, deviazioni e debolezze di questi 3 personaggi Ungheresi.
La fotografia squallida e triste è diretta in modo divino tracciando i tratti somatici di questa pellicola.
Ci ho visto anche una certa denuncia sociale, soprattutto nel primo capitolo anche se il mio preferito è stato il terzo che ho trovato visivamente potentissimo come del resto gli altri 2 devo ammettere.
Un film che osa e che mi ha lasciato qualcosa di profondo che devo ancora focalizzare bene.
Sicuramente per stomaci forti e poco impressionabili ma ***** questo è cinema!

Tre (de)generazioni raccontate con stile registico estroso e sublime (incredibile la scena della vasca), storie di uomini imparentati tra loro anche nella deviazione mentale e nell'accanimento autodistruttivo.
Tutto inizia con un soldato totalmente asservito al suo comandante. Schiavo factotum confinato in un surreale ambiente agreste, una sorta di casale sperduto, il milite dà sfogo alle sue più bieche fantasticherie a sfondo erotico denotando maniacale predisposizione al voyeurismo.
Da un probabile amplesso con l'ingombrante moglie del suo aguzzino nascerà un bimbo destinato a diventare campione di abbuffata. Disciplina folle da cui partire per irridere il regime comunista durante la Guerra Fredda. Le sfide a chi si ingozza maggiormente danno il voltastomaco, anche se è la "liberazione" post-gara ad essere poco raccomandabile per chi fosse sensibile a rigurgiti e affini.
Mentre la lotta per il prestigio nazionale si accende il protagonista impalma una "collega" di piatto e bilancia nonostante la corte spietata di un altro obeso divoratore.
Mangiare 5 kili di caviale in pochi muniti è l'ultima testimonianza di devozione al sistema, seguita dalla nascita di un bebè (altro presumibile figlio illegittimo) che si rivelerà in età adulta uomo grigio come la città in cui abita.
Scheleterico ed alienato conosce la morte in quanto tassidermista, l'unico contatto umano che gli concesso è quello col padre, ora diventato un'enorme ammasso d'adipe stile Jabba the hut.
Un feroce litigio con il genitore farà crollare la già instabile psiche dell'uomo che deciderà così di creare un' opera suprema ed immortale.
La tecnica cinematografica sopraffina al servizio del brutto visivo, di contenuti ripugnanti, nauseabondi, un contrasto portato agli estremi da un poderoso contrasto venato da sottile ironia e toni grotteschi classici di certo cinema dell'Europa orientale.
A tratti geniale, ricco di soluzioni narrative e visive stupefacenti il film del giovane regista magiaro Gyorgy Palfi è da vedere a tutti i costi, magari tenendo snack e bevande a debita distanza.

Finalmente un film diverso dal solito che, non a caso, arriva direttamente dall'Europa dell'est.
Ben girato dal tale Sig. György Pálfi anche se, da come mi era stato presentato, me lo aspettavo più disgustoso ed estremo, ma di sti tempi è bene accontentarsi.

Una buona scoperta, promosso.

non male , potrebbe essere migliore.

Grottesco e disgustoso fino alla provocazione, mischia eccellezza e ricercatezza tecnica con contenuti eufemisticamente disturbanti, oltreché critici nei confronti delle estremizzazioni che sporcano il genere umano contemporaneo. Molte sequenze repellono e affascinano al tempo stesso lo spettatore inerme ma in un'ottica d'insieme la pellicola, benché lucida nella sua crociata, non riesce ad evitare momenti di stanca in termini di puro e semplice, ma sempre fondamentale, coinvolgimento.

Esperimento in ogni caso notevolissimo.

Il regista ha osato andare dove altri fino ad ora s'eran ben riguardati dal non farlo.
Tre episodi compongono"taxidermia", nel primo vediamo il nonno di una famiglia ungherese che è un soldato un po' sporcaccione durante la seconda guerra mondiale, il figlio è un campione di ingurgitazione(questo episodio non è così disgustoso come viene etichettato da molteplici fonti), mentre il figlio è un imbalsamatore che deve accudire il padre divenuto un superobeso assurdo.
La scena del suicidio è realizzata molto bene ed è tanto cruda quanto realistica.
Per stomaci ferrei, un film che può rivelarsi un pugno nello stomaco.

DA VEDERE LONTANO DAI PASTI:D

Che trip ragazzi..surreale, irriverente, grottesco e imbarazzante. Non l'ho trovato particolarmente disgustoso, diciamo che lascia una sensazione di malessere, quella si, ma tutte le immagini son mostrate con una poesia e una capacità superbe. Come nei commenti qui sotto, il voto è puramente indicativo. Bisogna perdersi e ritrovarsi alla fine del viaggio. Che vi piaccia o no è innegabile che alcuni movimenti di camera o situazioni sono originali e molte curate. Il resto a voi. Voglio imparare a imbalsamare...

Veramente ben fatto... penso che dire altro su un film del genere sia superfluo, lo si deve solo guardare e vedere cosa ne provoca la visione.

Chi non ha lo stomaco forte deve scappare il più lontano possibile da questo film, è una pellicola non per tutti, con scene che sono difficili da dimenticare.
La parte inziale (i primi 20 minuti) e la parte finale (gli ultimi 15 minuti) sono davvero di ottima fattura, peccato che nell'intermezzo il film non raggiunge quei livelli altrimenti il voto sarebbe stato più alto.
Ottima regia.

Film di una bellezza rara al giorno d'oggi...scorretto,immorale oltraggioso e finalmente si è il caso di dirlo DISGUSTOSO !!
Penso che se escludiamo le produzioni underground piu' estreme non troverete un film che metta a dura prova il vostro stomaco come questo...altro che mermaid in manhole.....

Preparatevi a vederne di tutti i colori

SPOILER

il film in sostanza è 1 dramma ma cè moltissima ironia in tutta la pellicola....
a livello di oltraggiosita' mi ha ricordato lo splendido ex-drummer di Koen Mortier anche se i 2 film sono totalmente diversi.

IL film penso esista solo in ungherese ma su asian word ci sono i sub in ita :)

Eccessivo, surreale, grottesco. Non ho parole, ho appena finito di vederlo e mi devo ancora riprendere...
Palfi regista di una visionarietà viscerale -nel vero senso della parola. Il corpo umano e, forse, la sua anima, vengono esplorati in ogni loro anfratto.
Il finale, per quanto materico, assume dei connotati quasi metafisici.

Un gioiello dimenticato.



SPOILER