bandiera gialla (1950)

Non è la classica storia di investigatori e gangster, innanzitutto. In più si nota come la qualità nei dialoghi dei film di Elia Kazan stesse migliorando, col sopraggiungere degli anni '50. A questo va aggiunto anche che le scene d'azione, oltre alla natura intrinseca del genere poliziesco, hanno permesso al regista turco-americano, di solito molto poco spettacolarizzante e molto statico, l'utilizzo di qualche panoramica in più e di qualche transizione interessante.
PANIC IN THE STREETS dimostra una costante attitudine del regista: essere formalmente accademico ma con storie mai commerciali per definizione.

Un film strepitoso che tiene incollati alla sedia fino alla fine... Emotivamente sconvolgente, e magnificamente recitato

Più che discreto film di Kazan, delle origini, a mio avviso da certi sopravvalutato ma che ad ogni modo, anche a detta stessa del regista, costituirà uan sorta di rodaggio per Fronte del porto, e scusate se è poco.

Bell'impianto scenico, regia curata, bella fotografia, buoni attori, ma i veri contenuti e i veri messaggi arriveranno solo dopo nella filmografia del grande regista turco; ho anche notato un parziale "distacco" registico, una freddezza di fondo che non sempre calza bene a temi e situazioni.

Comunque un film validissimo.

E' già presente lo sfondo di miseria del successivo Fronte del porto, ma qui viene usato per un thriller serratissimo di una corsa contro il tempo per impedire una possibile epidemia di peste. Eccellente Widmark in uno dei suoi pochi ruoli da eroe positivo, per quanto riguarda Palance è sufficiente quel suo inconfondibile volto di pietra ad incutere timore. Da non sottovalutare neanche la prestazione di Zero Mostel.

Su un soggetto interessante nei temi ma che sembra avere poco da dire, Kazan costruisce un gioiellino di ritmo e atmosfera, in cui sembra fare le prove generali del suo capolavoro “Fronte del porto”, soprattutto per quanto riguarda l’azzeccata ricostruzione delle zone portuali più popolari. Forse lo svolgimento è un po’ troppo frettoloso ma c’è la consueta capacità del regista di intrecciare, senza forzature, gli aspetti sociali della vicenda principale con quelli personali del protagonista.

Premetto che non sono un estimatore di Elia Kazan, ma devo ammettere che qui ha realizzato un ottimo film, forse la sua prova migliore.
Ottime le Interpretazioni di Widmark e del cattivo Jack Palance