steppenwolf (2024)

Ambientato nei paesaggi sconfinati del Kazakhistan, Steppenwolf è un film trasuda cinema western da tutti i pori. La sua anima essenziale è quella, anche se non mancano altri generi che il regista riesce a miscelare con buon equilibrio. Una situazione instabile a livello sociale e politico con rivolte violente e sanguinose in cui un poliziotto/torturatore si trova ad aiutare una donna che ha perso il figlio. Il personaggio del poliziotto lo potresti tranquillamente scambiare come il villain di una qualsiasi altra storia, però in questo caso si trova ad aiutare la donna alla ricerca di suo figlio scomparso. Donna con ritardo mentale o con evidente stato di shock non è ben dato sapere fino alla fine, tanto che bofonchia e balbetta per tutto il film, parlando a volte per monosillabi. Un contesto spietato e marcio fino al midollo dove la morte e la violenza gratuita non viene risparmiata a nessuno e di cui il poliziotto ne è l'artefice senza tanti fronzoli. Una regia molto solida ed attenta, tecnicamente molto curato nel descrivere un contesto nel completo caos, dove domina il male e la morte con nessuno spazio per pietà e compassione, ma in compenso non manca una forte ironia nerissima. Poco spazio per la redenzione ed uno sviluppo dei personaggi costante nella loro condivisione dell'obiettivo, anche se con motivazioni diverse. Bravi anche gli attori, ma è il tono variegato del film, surreale e grottesco a volte, violento ed a tratti insostenibile in altri. Un ottimo film a mio parere.