l'uomo vuoto (2020)

Il lungo prologo iniziale faceva presagire al solito survival horror ambientato in una splendida cornice montana ma dopo i titoli di testa cambia totalmente ambientazione e ci ritroviamo in una cittadina americana dove un ex poliziotto inizia a cercare la figlia adolescente scomparsa della sua ex amante. Nel calderone troviamo leggende metropolitane, sette occulte paranormali, mitologie folkloristiche (il tulpa tibetano) che ruotano attorno alla figura del protagonista che cerca di risolvere la matassa. Film lungo più di due ore, atipico per il genere, che dimostra come Ari Aster abbia ormai contaminato il genere horror ma il suo stile è inimitabile. Tratto da una graphic-novel che ho letto essere stata molto acclamata, "The Empty Man" aldilà di momenti suggestivi merito di un'ottima fotografia e di una buona colonna sonora, funziona solo in parte ed il finale molto prevedibile non alza la media.

Film pretenzioso che non raggiunge la sufficienza.
Di fatto è un polpettone, cioè letteralmente un impasto confuso di tanti elementi diversi. L'unica cosa divertente è fare l'elenco di tutti i modelli che sono citati, sfruttati e impastati tra loro per fare la polpetta:

- l'universo creepypasta
- H. P. Lovecraft, The call of Cthulhu
- Pupi Avati, Voci notturne
- I "teen horror"
- Ari Aster, Hereditary
- Dario Argento, Inferno e Suspiria (nella scena della spa)
- i "cabin horror" (nel prologo)

Sicuramente ho dimenticato qualcosa. Un vero polpettone, però non riuscito molto bene...

E' un film che non si rivede volentieri non solo per la durata improponibile per un prodotto del genere, ma anche e soprattutto perchè manca di una vera originalità nella storia che propone e di un'atmosfera tensiva davvero palpabile. Il lungo preambolo iniziale e la prima ora abbondante lasciavano intendere nell'ennesimo teen horror con entità malvagia evocata, poi nella seconda metà la storia si ingarbuglia assomigliando a un classico film sulle sette esoteriche. Quindi nulla di nuovo nè di interessante da evidenziare.