l'ultima risata regia di Friedrich Wilhelm murnau Germania 1924
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l'ultima risata (1924)

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locandina del film L'ULTIMA RISATA

Titolo Originale: DER LETZTE MANN

RegiaFriedrich Wilhelm murnau

InterpretiEmil Jannings, Maly Delschaft, Max Hiller, Emilie Kurz

Durata: h 1.40
NazionalitàGermania 1924
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 1924

•  Altri film di Friedrich Wilhelm murnau

Trama del film L'ultima risata

Testimonianza della decadenza della borghesia: un portiere di un albergo di lusso viene declassato a guardiano della toilette cosicché è costretto a rinunciare, oltre che ad una parte della sua paga e alla sua elegante uniforme, anche al prestigio della posizione.

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Voto Visitatori:   9,00 / 10 (12 voti)9,00Grafico
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Voti e commenti su L'ultima risata, 12 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/04/2010 23:15:58
   8 / 10
Tra i film muti più belli e accessibili dell'epoca.
Nonostante la trama non sia questo granché (il vecchio portiere d'albergo degradato a inserviente nei bagni che perde identità sociale e dignità personale) lo stile visivo di Murnau è di una dirompenza davvero straordinaria, tra carrelli, sdoppiamenti e sovrappoizioni di immagine, panoramiche... tutto con un montaggio da grande cinema classico. Inoltre è suggestivo il fatto che la visione sia sempre filtrata da qualcosa, che sia un vetro (a sottolinearne la distanza) o uno specchio (ad evidenziarne la duplicità sociale). Forse tende ad andare un po troppo per le lunghe. L'happy end imposto dalla produzione venne in qualche modo raggirato e reso palesemente effimero e ipertrofico in tutti i sensi.
Che dire di Janning, magnifico in ogni suo gesto.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/04/2010 00.27.30
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andreacinico  @  19/10/2009 15:27:40
   10 / 10
Uno dei tanti capolavori di Murnau che trae spunto da un racconto di Gogol: "Il cappotto". Anche se l’idea iniziale è simile (valore della "divisa" come simbolo di superiorità sociale) la storia in seguito si discosta molto riflettendo le condizioni critiche della Germania al termine della prima guerra mondiale. Infatti si potrebbe interpretare come parabola antimilitarista sul significato eccessivo delle uniformi; cosa peraltro intuibile dall’accurata attenzione del costumista nel realizzare una livrea (indossata dall’attore protagonista) simile ad una divisa militare dell’epoca.
L'opera, del 1924, è un lavoro di puro cinema visivo in cui mancano quasi del tutto le didascalie ma, nonostante ciò, ben comprensibile anche per l'utilizzo di molti particolari simbolici.
Soprattutto, il film verrà ricordato come il primo esperimento con l'utilizzo della macchina da presa mobile sia mediante carrelli e gru sia facendo indossare una camera di minori dimensioni (circa 8 Kg!!!) all’operatore. Per la prima volta lo spettatore entrava a far parte della scena inseguendo i movimenti del protagonista tramite quell’espediente tecnico che fu chiamato a quei tempi “camera libera”.
L'innovazione apportata alla settima arte, questa volta, è dovuta al sodalizio tra due geni tedeschi: il regista Murnau e l'operatore alla macchina (nonché direttore della fotografia) Karl Freund principale responsabile di tutti gli effetti visivi presenti nell’opera. Similmente a quanto succederà molti anni dopo con il film “Shining” dove Kubrick e Garrett Brown con la sua steadycam rivoluzioneranno il modo di concepire il movimento di macchina semanticamente a determinate sequenze da rappresentare.
Non mancano anche altri espedienti rivoluzionari come l'utilizzo della prospettiva per dare il senso della grandiosità della città ricostruita con l’ausilio di modellini (macchine, treni, palazzi) e silhouette di persone nella scenografia.
Grande interpretazione dell'attore protagonista Emil Jannings mai esageratamente enfatico.
Il finale allegro, probabilmente imposto dalla produzione, a mio avviso non toglie nulla a questa opera d’arte, anzi le conferisce un carattere beffardo ed ironico dimostrando che in realtà è il denaro a conferire agli uomini il vero potere; di fronte ad una ricchezza largamente esternata non c’è divisa che tenga nell’ottenere il rispetto della gente.
In definitiva un film che rappresenta al meglio l'arte cinematografica e che fa riflettere sui falsi valori che la società impone.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/03/2011 17.43.18
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testadilatta  @  21/09/2007 04:20:10
   10 / 10
golyato ferdure curtayr nori mase consuytu sferere brigatuyo coluuurriu a cuire w sarrrtoiuao

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/09/2009 13.13.47
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Duca di Blangis  @  28/03/2006 22:27:39
   10 / 10
GENIALE...GENIALE...GENIALE...L'unico film a eguagliare Quarto Potere nell'uso della tecnica!!! E il messaggio non è leggero...è sul destino percepito tragicamente da Murnau...
Un film commovente...agghiacciante e senza DIDASCALIE...è un esempio di cinema PURO!
Gli attori sono 2 geni:
-Emil Jannings: svizzero considerato uno dei più grandi attori del muto
-La cinepresa: si muove come se fosse un personaggio(vedere per credere)

Allora...il film parla di un vecchio portiere d'albergo che viene degradato e finisce a lavorare nei bagni.
Il protagonista è sempre in divisa(MOLTO IMPORTANTE!) ed con questa ottiene rispetto dalla sua famiglia, i colleghi di lavoro ecc ecc....quando viene degradato a fare l'addetto nei bagni dell'hotel egli passa dalla luce al buio...passa dal potere che aveva prima all'umo "NUDO" così com'è!
Una volta persa la divisa è un dramma ascendente....la famiglia ride di lui, gli inquilini del suo caseggiato ridono di lui...i borghesi che vanno al bagno si lamentano di lui....il film finisce con Emil J. seduto al buio nel bagno, non depresso, ma quasi morto di sofferenza, che riceve una veloce carezza da un guardiano notturno compassionevole...il guardiano lo illumina con un faro mentre lo consola...quando se ne va se ne va anche l'ultima fonte di luce da quel luogo buio, sporco UMILIANTE ..quel luogo dove oltre ai rubinetti c'è un UOMO...sottolineo uomo...uomo senza potere..e un uomo senza potere vale per la SOCIETÀ come un cane!
Potrei approfondire molto di più ma penso che una sintesi sia l'ideale...
Ci sarebbe anche un Happy End: IMPROBABILE dice l'unica didascalia del film, ma non ne parlo perchè secondo me quel finale ha portato L'ultima risata in basso, quando invece dovrebbe stare in vetta con Greed e Quarto Potere e il Vaso di Pandora...
VEDO...VEDO una soluzione per questo destino tragico...USCIRE dalla società, andare a vivere da eremiti: nella società o si vive con un potere e si possiedono: rispetto ecc ecc FALSI oppure si vive come cani e schiavi.
Nietzsche chiamò lo Stato IL GELIDO MOSTRO che per scaldarsi ha bisogno sempre di uomini nuovi da usare....ebbene resta una sola salvezza..non divina...ma terrestre...via dalla società per vivere come ZARATHUSTRA

P.s. Nietzche è una MIA interpretazione...molto personale

9 risposte al commento
Ultima risposta 08/03/2011 17.54.00
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