jason x (2001)

JX: ovvero Voohrees che, siccome nel presente aveva già massacrato abbastanza persone e non si sapeva più cosa fargli fare, viene spedito nel futuro come pacco premio per archeologi incalliti a fare un po' di stragi in ambienti un po' meno tradizionali.
Geson Ecs è il decimo atto di una (fu) gloriosa saga horror che già da 5 o 6 capitoli denota una paurosa (questa sì) povertà d'idee: cosa ci si può dunque aspettare dall'ennesimo sequel, se non un po' di sana macelleria assortita che, con un po' di fortuna, magari risulta anche divertente?
Difatti, nel bene e nel male, J10 non delude le aspettative: è esattamente quello che ci si aspetta che sia, ovvero un piccolo carnaio nel quale tutto è fatto in funzione di un machete. Machete che, in una iperbolica genialata di Isaacs, viene ritrovato da Jessy come se fosse un suo vecchio amico da tempo dimenticato: dopo aver accoppato mezzo equipaggio ed avere finalmente (ed con un po' di sorpresa) ritrovato la sua arma preferita, dopo averle dedicato un intenso sguardo d'affetto, l'impugna per andare a massacrare i superstiti. Della serie anche le macchine di morte hanno un cuore tenero.
Ecco l'unica nota originale di un film che Isaacs, se avesse voluto gettare la maschera (sic!) e rendere omaggio alla sua fonte di scopiazzatura primaria, avrebbe dovuto concludere con un monologo sulla falsa riga del celeberrimo "Rapporto finale del veicolo spaziale commerciale Nostromo...", in un film fatto ad uso e consumo delle scene di taglio e nella quale tutto il resto è superfluo, cucito su misura sull'unica fetta di pubblico che poteva avere la possibilità di apprezzare il rimestio del rimestio del rimestio della solita sbobba.
Da quel punto di vista, non è nemmeno troppo brutto.