l'ascesa regia di Larisa Shepitko URSS 1977
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l'ascesa (1977)

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locandina del film L'ASCESA

Titolo Originale: VOSKHOZHDENIYE

RegiaLarisa Shepitko

InterpretiSergej Jakoviev, Vladimir Gostyukhin, Boris Plotnikov

Durata: h 1.44
NazionalitàURSS 1977
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1977

•  Altri film di Larisa Shepitko

Trama del film L'ascesa

Bielorussia: i partigiani Sotnikov e Rybak si allontanano dal loro gruppo per cercare viveri in una vicina fattoria. Ma i nazisti li precedono, e i due sono così costretti a una pericolosa deviazione all'interno del territorio occupato dal nemico…

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (4 voti)8,88Grafico
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Voti e commenti su L'ascesa, 4 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  02/04/2024 12:50:12
   8½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno splendido film della Shepitko ambientato nell'innevata steppa bielorussa durante la Seconda guerra mondiale narrante l'odissea vissuta da due partigiani russi alla ricerca di un po' di cibo e provviste.
Il tema cardine del film è basato sul dualismo tra i due partigiani protagonisti e i loro differenti atteggiamenti nei confronti della guerra, della patria e del gruppo partigiani a cui appartengono, la domanda che la regista pone è abbastanza facile da intuire: "tradire il mio popolo e vivere una vita marchiata da questo fardello o morire da eroe?" su questo dilemma si dipana tutta la seconda parte del film, causata dall'evento scatenante della cattura dei due partigiani da parte delle truppe tedesche, intenzionate a scoprire la posizione dell'intero plotone, da qui i due protagonisti avranno atteggiamenti diversi, se Rybak seppur titubante diventerà disponibile alla negoziazione per salvare la pelle, Sotnikov resterà fermo sui suoi ideali preferendo l'agonia e appunto, come da titolo del film, l'ascesa, pur di non compromettere la posizione dei suoi uomini e avere una morte gloriosa ed eroistica. In tutta questa seconda parte si notano i riferimenti alla passione del Cristo, con Sotnikov tratteggiato quasi come un messia, come si può vedere dalla salita stessa al luogo dell'impiccagione che può ricordare la salita sul Calvario, o gli stessi primi piani sofferenti che la regista ci regala, tra cui quello iconico sul carretto.

Dalla componente visiva straordinaria, la Shepitko tende al minimalismo riducendo all'osso i virtuosismi, servendosi principalmente di una regia che indugia sui primi piani, atti a catturare i sentimenti e la sofferenza durante quest'odissea tragica dei partigiani, ma non rinuncia neanche a momenti di alta tensione, basti vedere la sequenza della cattura con quella soggettiva dei protagonisti nascosti nel fienile. La fotografia diventa uno dei punti forti del film, con quel bianco, quasi sovraesposto, grazie anche agli splendidi esterni innevati, che sembra diventare quasi paradisiaco, il forte uso di questa luce un po' diffusa mi ha un po' ricordato l'uso che ne faceva Dreyer, creando un'atmosfera solenne e sofferta, una forte componente sacrificale e dal forte dolore spirituale in cui il protagonista si sacrifica in nome dei suoi uomini ma soprattutto degli ideali a cui ha giurato fedeltà. La maestosa colonna sonora accompagna abilmente questo processo, ormai diventato un rito, che rende ancor più immersiva l'esperienza dello spettatore.

Emerge prepotentemente il conflitto istinto di sopravvivenza contro idealismo, col primo che sembra essere trattato con biasimo nella parte finale del film, in realtà penso sia a causa della natura propagandistica dell'idealismo che fa sentire in colpa l'altro protagonista per aver tradito i compagni e la patria, la regista così facendo si allontana da facili moralismi e va a condire il film con quella componente mistica e appunto ascendente che dona un fascino immenso alla pellicola.

In definitiva, assolutamente da vedere, non è una visione facile per ovvi motivi, ma è il classico film che fa bene all'anima e dà allo spettatore immensi spunti di riflessione, oltre ad avere una messa in scena fantastica.

Doinel  @  29/05/2020 21:51:38
   10 / 10
Il cinematografo per la Shepitko, non diversamente da Bresson e Tarkovskij, diviene il trasmettitore ideale per le analisi spirituali dell'umano, nonché strumento rivoluzionario per cambiare il mondo. "Il cinema può fermare la guerra!" esclamava con ferrea ostinazione nelle sue interviste. Per la Shepitko il film è un vero e proprio atto di fede e la sua maniacale pianificazione estetica minimalista, l'insistenza sui dettagli e i primi piani, l'uso del bianco e nero e un uso suggestivo del controluce (diretto in maniera prodigiosa dai fotografi Vladimir Chukhnov e Pavel Lebeshev), sono tutti elementi che trasfigurano l'attore Boris Plotnikov in un'icona sacra. A scandire l'ascesi del protagonista sono anche le musiche suggestive e imponenti di Alfred Schnittke composte per il film, che accompagneranno appena qualche anno dopo, anche le immagini dei funerali della regista inserite nel documentario "Larisa", diretto dal marito Elem Klimov in onore alla sua memoria. La morte della Shepitko dopo "L' Ascesa" scuote moltissimo perchè non può sembrare un caso, la tragedia della sua vita sembra ricomporsi in questo quadro mistico donando un senso manifesto alla sua esistenza e al suo forte messaggio come regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/03/2016 20:30:58
   8 / 10
Una storia di estrema sofferenza. La sofferenza fisica di due partigiani alla ricerca di cibo per sopravvivere, inghiottiti dal freddo e dal bianco del paesaggio invernale. La sofferenza spirituale dei due di fronte alla prospettiva della morte. L'uno attaccato alla vita, l'altro che va oltre la vita stessa e pur soffrendo le torture inflitte non rivela nulla sulla posizione degli altri partigiani. Un bianco e nero senza compromessi, un contrasto che riflette le scelte opposte dei due protagonisti: uno morirà da eroe senza salvare le vittime innocenti, l'altro dovraà confrontarsi con il marchio dell'infamia per il resto della vita in un finale straordinario per intensità emotiva. Perfetta la regia della Shepitko a dare una luce messianica e cristologica di Sotnikov, senza scadere nella facile retorica. Da recuperare.

popoviasproni  @  02/04/2008 13:52:02
   9 / 10
Drammatico e spietato epilogo di due partigiani russi ai quali viene messo in discussione l'onore, la vita, la fede.
Impareggiabile!

  Pagina di 1  

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