Una vicenda che ruota intorno alle cosiddette "baby boxes": i luoghi dove i genitori coreani abbandonano i bambini che hanno messo al mondo ma che non possono o non vogliono tenere con sé, in modo che possano essere adottati e cresciuti da qualcun altro.
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Broker è tutto sommato un raod movie dove il viaggio non è altro che lo sfondo per sviluppare in maniera mai banale i personaggi coinvolti. Due amici che vogliono vendere un bambino raccolto davanti ad un ofanotrofio per affidarlo ad una famiglia e con il ricavato pagare debiti pregressi. Una madre che abbandona il piccolo, ma che ci ripensa ed intraprende il viaggio con gli altri per assicurare un futuro migliore al figlio che da sola non avrebbe potuto assicurare. C'è poi una coppia di poliziotte che indagano sulla prostituzione ed una delle due non può avere figli. Tutto ruota attorno a quel bambino, a quel simbolo di purezza che riscatta gli altri personaggi, facendoli diventare una famiglia, non legata tra loro da rapporti di sangue ma da un'uniformità di intenti. Koreeda lavora bene con i personaggi e ci conduce in questo viaggio in un contesto fondamentalmente pessimista, ma non privo di speranza.