Una bambina vive in un remoto villaggio tra le montagne della Macedonia del XIX secolo viene rapita da una misteriosa e antica creatura, la piccola viene trasformata in una strega. Passano gli anni e la bambina è divenuta un'adulta, ora è incuriosita dalla vita degli esseri umani.
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Pur essendo ben ancorato nel folklore popolare questo racconto di strega è abbastanza particolare per l'impostazione che fin dall'inizio sceglie un taglio molto minimalista. Una ragazza cresciuta segregata in una grotta sacra dalla sua madre naturale per impedire di diventare una discepola di una strega, successivamente la strega si sostituirà alla madre stessa per diventare il suo riferimento. Una ragazza muta ma dalla ricchezza emotiva interiore molto marcata, che è rimasta in fondo un essere più vicino all'infanzia che all'adolescenza che vuole conoscere il mondo attraverso i corpi degli altri per provare quelle sensazioni di felicità ma anche dolore che rendono l'essere umano quello che è. Una fotografia ben studiata e ottime intepretazioni che pur sfiorando l'horror è più un racconto drammatico di formazione, abbastanza inusuale come approccio, il che è un bene, ma dalla durata forse un po' eccessiva.