Geppetto, un vecchio intagliatore, riceve un pezzo di legno perfetto per il suo prossimo progetto: un burattino. Una volta terminata l'opera, accade qualcosa di magico: il burattino prende vita e inizia a parlare, camminare, correre e mangiare, come qualsiasi bambino. Geppetto lo chiama Pinocchio e lo alleva come un figlio. Per Pinocchio, però, non è facile essere un bravo bambino: lasciandosi portare facilmente sulla cattiva strada, capitombola da una disavventura all'altra in un mondo popolato di fantasiose creature. La sua più cara amica, la Fata Turchina, cercherà di fargli capire come il suo sogno di divenire un bambino vero non potrà mai avverarsi fino a quando non cambierà modo di vivere.
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Le ultime due versioni all'Italiana del romanzo di Collodi commettono piu' o meno gli stessi errori. Tanto rispetto da parte dei registi (Benigni prima e Garrone poi) che non vogliono snaturare la storia che tutti noi conosciamo, anche fin troppo bene... Se Benigni aveva toppato giocando troppo con la computer graphic, Garrone ha il difetto di essere Garrone cavolo! Doveva osare di piu'. Ovviamente tecnicamente molto valido, effetti e trucco ad hoc, a volte palesemente finto ma voluto. Lo stesso Benigni si "rifa'" nei panni di Geppetto dopo la pessima prova di qualche anno prima. Insomma la migliore versione resta lo sceneggiato degli anni '70...