pyewacket regia di Adam MacDonald Canada 2017
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pyewacket (2017)

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locandina del film PYEWACKET

Titolo Originale: PYEWACKET

RegiaAdam MacDonald

InterpretiNicole Muñoz, Laurie Holden, Chloe Rose, Eric Osborne, Mikey Brisson, James McGowan

Durata: h 1.30
NazionalitàCanada 2017
Generehorror
Al cinema nel Marzo 2018

•  Altri film di Adam MacDonald

Trama del film Pyewacket

Una giovane frustrata ricorre a un rituale dell'occultismo con lo scopo di uccidere sua madre. Finisce però con il risvegliare qualcosa di sinistro nel vicino bosco.

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Voto Visitatori:   6,50 / 10 (6 voti)6,50Grafico
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Voti e commenti su Pyewacket, 6 opinioni inserite

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stratoZ  @  12/01/2024 14:05:24
   7 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Pyewacket è un buon horror demoniaco dalla forte componente drammatica, che in realtà prevale per buona parte di film lasciando spazio all'orrore solo saltuariamente e nell'ultimo terzo di durata, tuttavia la precisa descrizione dei personaggi e l'ottima costruzione del contesto favoriscono la creazione di atmosfere che pur per poche sequenze riescono a tenere col fiato sospeso e in un caso o due arrivano a terrorizzare.

Principalmente il film tratta del complicato rapporto tra una madre e una figlia durante il periodo adolescenziale ma soprattutto durante l'elaborazione del lutto per la recente scomparsa del padre, entrambi i personaggi sono tratteggiati molto bene, la madre è una donna distrutta dal dolore e con la voglia di ricominciare da capo, lasciarsi il passato alle spalle e cambiare casa con la figlia per iniziare una nuova vita lontana dai dolorosi ricordi. D'altro canto la figlia non è dello stesso parere, trovando consolazione nei suoi amici o compagni di scuola, è molto legata al posto in cui vive, l'improvvisa notizia del trasferimento in un altro posto lontano da quella scuola è la scintilla di un rapporto già teso da prima per tutte le incomprensioni del caso, la figlia attraversa un periodo comunque un po' particolare, una sorta di ribellione da cui in realtà sono passati in molti, in cui si è appassionata alla metal e all'occultismo, e da qui, in preda alla rabbia per l'ennesimo confronto animato con la madre evocherà un demone per farla uccidere.

È una rabbia che dura poco in realtà, ben presto la figlia si accorgerà che la sua reazione così a caldo è stata palesemente esagerata, ma come ogni film horror che si rispetti ormai è troppo tardi e il demone è stato evocato, ecco che inizia la costruzione della tensione con degli indizi inizialmente molto blandi ma che si fanno sempre un po' più evidenti col passare del minutaggio. Da qui nascono diverse sequenze niente male, complice anche l'ambientazione boschiva intorno alla nuova casa dove madre e figlia si sono trasferite, basti vedere la scena in cui è con l'amica Janice, registicamente splendida a mio parere, con quel buio che mangia quasi i personaggi e solo la torcia del telefono ad illuminare, è una scena che sfrutta gli archetipi del genere in quanto lo spettatore si aspetterebbe da un momento all'altro un qualsiasi colpo di terrore e tiene tremendamente all'erta.

Il manifestarsi di questi fenomeni uniti all'esasperazione della situazione già non rosea di per sé porterà la protagonista sull'orlo della pazzia, in un finale in cui, anche per colpa dell'entità demoniaca non si arriva a distinguere più la realtà dall'allucinazione finendo nella maniera più beffarda possibile.

MacDonald è molto bravo a gestire la tensione, giocando molto col non visto - il demone si vede solo di sfuggita un paio di volte - e riprendendo qualche cliché registico dell'horror - basti guardare la soggettiva dell'entità in mezzo al bosco, che si muove in avanti, che fa molto "Evil dead" - e complice una bella ambientazione, fredda dai colori grigiastri e un'estetica tipicamente metal, tra i costumi dei dei personaggi, l'occultismo e la tematica, regala un horror tra il folk e il demoniaco che però non è altro che l'estrema conseguenza di uno psicodramma, per me promosso.

Invia una mail all'autore del commento ziokartella  @  05/06/2018 11:06:16
   6 / 10
In un mare di horrorini banali un film non banale, come struttura mi ha ricordato molto tanti horror sovrannaturali anni '80, con una lunga fase di costruzione della vicenda e caratterizzazione dei personaggi e un crescendo leggero ma costante che sfocia e deflagra nell'orrore finale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/05/2018 23:10:35
   7 / 10
L'aspetto che accomuna i due personaggi principali di Pyewacket, madre e figlia, è la rabbia che si sfoga anche e soprattutto in maniera reciproca derivante da un lutto. La perdita della figura di padre e marito comporta un irrigidimento in cui il personaggio più istintivo e immaturo, la figlia, ha come conseguenza un rancore cieco che trova la sua misura nell'evocazione di questo demone vendicatore. Scelta istintiva dalla quale se ne pente quasi subito, ma come recita un cartocino da articolo da regalo "Attento a ciò che desideri, qualcuno può ascoltarti".
Dotato di una regia molto solida che pochissimo concede ai jump scares, evidenzia una attenta costruzione dell'atmosfera favorita anche da una buona colonna sonora di sottofondo. Ma il vero punto forte del film aldilà della pura componente horror è la buona caratterizzazione dei personaggi e la buona interazione tra le due attricinche consente di sviluppare bene il rapporto madre/figlia. Un'ottima prestazione ed una buona scrittura, tuttaltro che banale, che fornisce una solida base nel quale la componente puramente horror si insinua lentamente, prendendo il sopravvento. Niente male. Sconsigliato ai bimbominkia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  26/04/2018 11:23:21
   7 / 10
Adam MacDonald si rifugia nei boschi come già nell' interessante "Backcountry" per dipingere una storia d'orrore famigliare minimalista, in cui i jump scares sono banditi a favore di suggestioni sinistre che trovano terreno fertile nel conflittuale rapporto tra Mrs. Reyes e Leah, rispettivamente madre e figlia.
Entrambe sconvolte, spiazzate e rabbiose, incapaci di elaborare in modo equilibrato il lutto di cui sono state recenti vittime, dirigono la loro disperazione in territori insalubri che, se nel caso della genitrice sfociano in scelte egoistiche e affermazioni altamente offensive, nel caso della figlia, vista la passione per l'occulto della stessa, si traducono in rituali di magia nera potenzialmente molto pericolosi.
Il conflitto generazionale prende piede sotto forma soprannaturale, anche se tutto ciò si riduce a poche e riuscite sequenze che potrebbero essere semplicemente dettate da un allucinatorio senso di colpa, non vi è infatti certezza riguardo la consistenza del male; demone o strega, stato psicotico o deviazione visionaria: fatto sta che MacDonald gestisce con grande intelligenza il rapporto tra le due protagoniste senza mai scadere nell'eclatante, scelta che permette la crescita di un'inquietudine sottile e persistente, senza ricorrere ad accelerazioni fuori luogo.
Un po' banalotta l'associazione tra spiritismo e musica metal (soprattutto black, che comunque resta riferimento appena accennato) con relativa tendenza all' oscuro da parte di Leah ed i suoi amici. " Pyewacket" rientra nella categoria di horror maturo, in cui l' atmosfera malsana e l'incertezza prevalgono sull' effettaccio dozzinale.

topsecret  @  25/04/2018 14:19:43
   6½ / 10
Pyewacket, il demone manipolatore.
Adam MacDonald merita un plauso, visto che riesce a imbastire una storia interessante e inquietante quanto basta per restare incollati al video per vedere come va a finire.
Pur non avendo grande originalità da esibire, PYEWACKET offre una discreta dose di emozioni, senza il bisogno di un uso smodato di jumpscares o sangue, o mutilazioni o altro, ma instillando nello spettatore una certa curiosità per merito di una sceneggiatura lineare, senza tempi morti o scempiaggini di qualche tipo. E se poi ci aggiungiamo la buona prova del cast, la regia abile, un ritmo regolare e una breve ambientazione a effetto, viene facile premiarlo con un voto positivo e consigliarne la visione.
Mi è piaciuto.

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