apostolo (2018)

Apostolo propone due variabili interessanti fin dal suo inizio: un culto misterioso in un'isola sperduta (alla Wicker man) ed un protagonista dal passato altrettanto misterioso, almeno fino ad un certo punto del film. Di lui si sa soltanto che è il fratello di una donna rapita e tenuta prigioniera da questo culto a scopo di riscatto. Queste due variabili sconosciute introducono fin da subito in un contesto sinistro e minaccioso.
Un culto particolare che mescola credenze cristiane e pagane, capace di attrarre individui ai margini della società e facili prede di falsi profeti. Cristinaesimo e paganesimo dove il primo elemento è solo di facciata ed il secondo la sua parte più oscura. Non è un dio benevolo, tantomeno propenso al perdono. Ma peggiore di questo sono gli uomini che parlano in suo nome, tanto che la divinità stessa è sottomessa all'uomo stesso. Di conseguenza la comunità è sottomessa ai falsi profeti.
Evans affronta un genere che sta praticamente all'opposto delle pellicole dirette finora. Tanto erano dinamiche ed adrenaliniche Merentau ed i due Raid, quanto caratterizzato da cadenze lente ed inquietanti questo Apostolo. Non è un film perfetto, anzi tuttaltro, perchè l'eccsso di tematiche in qualche modo soffocano l'elemento horror del film, anche se emerge più chiaramente nella seconda parte. Bisogna dare atto comunque che non si lascia trasportare da spaventi facili, stile jump scares, praticamente assenti per tutto il film. Inoltre la durata è un po' eccessiva e malgrado questo alcuni personaggi rimangono appena abbozzati. Malgrado tutto è un film che ho apprezzato, se non altro riesce ad essere molto violento senza essere gratuito o compiaciuto. Qualche richiamo a Lovecraft, che è uno scrittore che adoro e di conseguenza me lo ha fatto apprezzare ancora di più.