Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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La tanto attesa pellicola sulle origini di Joker non delude affatto e anzi per quanto mi riguarda va anche oltre alle aspettative. Joaquin Phoenix si produce in una interpretazione perfetta di un personaggio complicato e che si trascina il pesante fardello di essereaver avuto le sembianze di attori come Jack Nicholson e HeatLedger. Molto più vicina al personaggio del film di Nolan, ne descrive il passato e accenna qualcosa sulle sue origini. Il film però non è bello solo per questo ma anche per tutto il background sociale che dipinge. In maniera sottile va a colpire le emozioni dello spettatore mostrando una città marcia dove l'odio sociale è tutto concentrato nelle disavventure del protagonista. Una vita difficile, una vita di stenti e difficoltà psichiche e economiche che piano piano trasformano un innocente con dei problemi in un assassino spietato. La trasformazione del personaggio è graduale ma inesorabile. Il tutto si collega e sfiora le vicende che accadranno in Batman, e secondo me il regista azzecca molte scelte sulla biografia dell'infanzia del Joker e concentra tutta la forza comunicativa sulle difficoltà a relazionarsi che un orfano alla ricerca della verità può avere. Incredibile lo spessore psicologico che riesce a dare al personaggio che si riassume bene in una frase del film "il brutto di avere malattie mentali è che la gente si aspetta che tu non ce l'abbia". Finalmente un Joker all'altezza di quello di Ledger, con complessi interiori e la presa coscienza che una volta perso tutto quanto ciò che conosceva come realtà, diventa per davvero se stesso e riversa tutto il suo odio nelle icone che aveva e che lo deridevano e costretto ai margini di una società che non lo vuole e lo abbandona. A mio avviso uno dei migliori, (forse il migliore) film dell'anno!