Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.
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Non si chiude con dignità la trilogia cinematografica europea di Allen. Roma è decisamente inferiore ai film dedicati a Barcellona e Parigi. E non per colpa degli attori, tutti convincenti, a partire dall'ottimo Benigni. Ma sono la trama e una fotografia depotenziata - nonostante la ricchezza della Capitale - che non vanno. Se si ride, si ride poco. Se si pensa, si pensa male. E il valzer degli stereotipi che dovrebbe dipingere l'italiano medio, è gonfiato a misura astrale. Salvo solo l'espisodio metaforico in cui è protagonista il buon Roberto nazionale: unicamente in quel frangente la farsa matura in una pungente critica sociale. Per il resto, è il regno delle banalità. Occasione mancata.