Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
E io gli dò 10, avaracci!:-) Quando un film è perfetto, perché lesinare? Non c'è una sola scena che si possa considerare superflua: ogni inquadratura, ogni gesto sono densi di suggestione e significati. Chi vuole può soffermarsi sul percorso umano del nobile cavaliere, coinvolto in un gioco crudele con la Morte, ma il personaggio dello scudiero non è meno interessante ("potrei violentarti, ma è una forma di amore che non mi interessa"; "potrei uccidere le guardie, ma a che servirebbe? è già agonizzante"). Accanto al padrone, che, in quanto aristocratico, si trova impegnato nel duro e implacabile meccanismo del "Sollen" (="dovere"), il servo, non essendo nobile, deve fronteggiare un gioco ancora più duro, quello del "Duerfen" (="potere", dunque scegliere, decidere). Ma il libero arbitrio sembra in realtà negato, di fronte a un destino che appare già deciso. Imprevedibilmente, sarà proprio il cavaliere a scegliere, distraendo la Morte. Memorabile la scena del rogo della strega, bellissima, innocente e rassegnata al proprio destino.