spring (2014)

"Spring" ricorda tantissimo "Under the Skin" di Jonathan Glazer, in quanto ne condivide la struttura portante. Non lo catalogherei come horror, bensì sci-fi fantasy romantico. Detto questo, il film è super interessante nella prima parte, ma quando il giovane Evan scopre il mistero beh, la trama scade nel melenso.
Bellissima la location italiana (Polignano a mare) che fa da cornice alla storia e troppo simpatico Angelo, il vecchio contadino, il personaggio con una marcia in più.
Peccato, un'occasione mancata secondo me.

Personalmente questo film non mi ha convinto.
La storia riguardo il personaggio femminile è troppo troppo confusa... Storia spiegata male e decisamente troppo fantascientifica!
Molto poco horror e dialoghi prolissi fino alla noia!
Per me è un no!!

A me è piaciuto molto. Temevo la storia d'amore fosse una sviolinata di 2 ore alla muccino, invece si mantiene dignitosa per tutta la durata. Bella la storia, un po' amara e malinconica con la maledetta complicità di paesaggi dalla bellezza che ti stringe il cuore e ti fa dire: ma perchè io vivo nel cemento quando al mondo ci sono posti simili?
Chiudo parentesi piagnucolata e torno al film: insomma bello.

E' solo una nuova versione, migliorata, di "Twilight".
La storia d'amore prende troppo il sopravvento sulla parte horror, doveva essere piu' bilanciato.
A tal proposito dopo 35 minuti di film ti chiedi che cosa dovrebbe succedere...partenza in ritardo.
Sempre suggestivo il nostro paese al cinema anche se non mancano alcune inesattezze sul Vesuvio o su Pompei.

Tra horror e "Prima dell'alba". Trama non male, ma troppo lento e non sviluppa profondamente la parte horrorifica. Sarebbe stato meglio il giusto mix tra le due.

Ultimamente sono piuttosto soddisfatto,stanno uscendo un bel po di filmetti horror (naturalmente non escono nei cinema,li ci finiscono le solite *******tè) degni d'interesse e questo è uno dei tanti............ma andiamo con ordine questo film è stato diretto da Justin Benson, Aaron Moorhead il duo americano che avevano esordito un paio d'anni prima con "Resolution",a sentire un buon horror (io non l'ho visto), e che sempre nel 2014 avevano diretto un brutto episodio per il brutto Vhs Viral.
Questo loro terzo lavoro non è malaccio presenta una trama abbastanza originale,una storia d'amore abbastanza atipica (visto che sfocia nell'horror) che trova il suo punto di forza nell'ottima prova recitativa fornita dai due sconosciuti protagonisti che praticamente da soli riescono a sorreggere l'intero film.
La storia come già detto è discreta ma presenta una prima parte a mio avviso un po troppo stereotipata,poteva essere secondo me tranquillamente tagliata,per il resto è sviluppata in modo abbastanza lento (ma mai troppo noioso) riuscendo anche a regalare un finale abbastanza sensato.
Tecnicamente il film è buono,qualche difetto c'è ma non è nulla di troppo grave......
Insomma un film che riesce a coinvolgere e mantenere alta l'attenzione dello spettatore,con un po di attenzione in più per alcuni particolari ne sarebbe uscito un piccolo cult,così resta una pellicola decente,da vedere per l'amante.

Drammone romantico con spunti horror sullo sfondo del meglio della Puglia, trulli e mare compresi...qualche confusa nozione di storia, genetica e biochimica amalgamata in qualche modo e buttata lì....mah....di sicuro è un film particolare ma troppo lento e "diluito"....soprattutto verso la parte finale, quando diventa non poco noioso e non si arriva mai al "dunque" o a un cambio di ritmo...anche il finale è piatto e non soddisfa pienamente....più difetti che pregi ma in definitiva si può guardare.

Una storia di amore orrorifica (ma neanche troppo)

Di sicuro originale e atipico, ed è ciò che mi fa dare 6,5.

Certo, poco caratterizzati i personaggi, ma tutto sommato la non convenzionalità fa arrivare tranquillamente a fine visione e il pre-mistero mette un sacco di curiosità addosso. (La prima volta che viene svelato, ho fatto anche un discreto salto)

non mi resta che 104' minuti di tanta e tanta noia...sembra "Prima dell'alba" in salsa "La bella e la bestia"...poi la bestia in questo caso e' piu' il personaggio principale insignificante che la donna bestia....mah...

incomprensibile l'hype che filmscoop contribuisce a creare intorno a questo film, dozzinale, stereotipato, ma soprattutto , raga diciamocelo palloso davvero come non mai.

Filmetto americano che non si capisce bene a quale genere voglia appartenere, esponendo una storia che segue tre binari paralleli tra loro e raramente vicini da toccarsi con convinzione.
Da una parte la pellicola descrive la vita disagiata di un ragazzo californiano che per motivi di pura sfortuna si ritrova a dover fuggire in Italia(cosa che ho apprezzato moltissimo, dato che molti dialoghi delle comparse, nonostante siano stati lasciati in lingua "locale", li capivo perfettamente....poi vedere il protagonista che effettuava una telefonata dalla cabina "Telecom" è stato il massimo....), dall'altra viene descritta una storia d'amore elaborata e concepita come lo si farebbe per un film impegnato, sino ad arrivare alla componente "horror"?..."fantasy"?.....che stravolge letteralmente tutta l'identità della pellicola, privandola, secondo me, di un traguardo ben preciso.....
Detto questo ci tengo a sottolineare che le intenzioni del regista e dello sceneggiatore le ho comprese; non è difficile capire quale sia il contrasto su cui si vuole giocare, anzi delle volte risulta pure interessante, però verso la fine del film, intorno agli ultimi 30 minuti, ho cominciato a sentire che tutta la parte fantasiosa su cui si appoggiava la storia perdeva quella anomala credibilità, risultando un pizzichino assurda e poco chiara; nonostante alcune emozioni fossero forti non riuscivo a capire lo stesso il fine ultimo(a differenza di altri film come "Another heart" che invece riescono a mantenere un equilibrio e dare un senso fino alla fine nonostante l'ibrido tra realtà e fantasia)....
In definitiva non lo considero un brutto lavoro, l'idea è abbastanza buona da regalare momenti curiosi, ma a conti fatti è un film che non rimane molto dopo la visione....gli mancava quella marcia in più secondo me.....

Sarebbe una storia d'amore, anche tra le più viste, se non fosse per l'elemento segreto primordiale che pone il tutto sotto una luce diversa.
Il film di Benson e Moorhead è in grado di colpire ma a mio avviso non lascia il segno: la ripetitività di molte situazioni e dei dialoghi nella seconda parte della storia non riescono a rendere le cose più fluide, complice anche un ritmo che per forza di cose non può avere una cadenza accelerata. Da apprezzare però è la volontà di mantenere un costante equilibrio tra il mistero che sconvolge la vita della protagonista e il sentimento che lega i due giovani. Il finale mi ha un po' deluso ma forse è il picco di romanticismo che i registi volevano regalare al pubblico.
Ovviamente il genere horror non è tra quelli più adatti per catalogare SPRING che rimane un prodotto atipico ma comunque sufficiente.

Pessimo nel vero senso della parola, e non parlo della storia d'amore in se, ma la solita non spiegazione delle origini della creatura di turno, tanto ormai oggi tutti si inventano quello che gli pare senza troppi sforzi e va bene lo stesso, non mi ha fatto apprezzare in nessuno modo il film anche per le sue buone qualità. Se ci fosse stato il soprannaturale di mezzo forse avrei apprezzato maggiormento ma la scusa del mostro per tirare in ballo che l'amore vince sempre non mi è piaciuta per niente. Non che se ci fosse stata la magia di mezzo sarebbe stato molto meglio, forse un filo più "adatto" alla concezione di favola che di fondo questo film è.

Sostanzialmente è ridicolo e assurdo in toto, ma per le favole va bene lo stesso.

Una storia d'amore che ha l'indubbio pregio di essere in perfetto equilibrio dall'inizio dall'inzio alla fine. Non ci sono tonalità fuori posto, nasce e si sviluppa senza andare troppo sopra o troppo sotto le righe, dove l'elemento horror si incasella alla perfezione non apparendo mai fuori luogo, anzi arricchendo la narrazione di nuovi particolari e non influenzando negativamente la sua linearità. Una storia d'amore come tanto sono passate su grande schermo, ma il modo in cui è raccontata e l'eccellente cura dei dialoghi non la rendono pesante o stucchevole. Due bravi attori, praticamente sconosciuti ma assolutamente in parte. Da tenere d'occhio questa coppia di registi che già con Resolution hanno dimostrato di confezionare ottimi lavori.

In fuga dagli Usa e con un grave lutto sulle spalle il giovane Evan finisce a Polignano a Mare, ridente cittadina della costa pugliese. Qui trova lavoro come fattore e soprattutto incontro la bella Louise, della quale si invaghisce praticamente all'istante. La ragazza però è parecchio misteriosa, appare fin da subito evidente la sua volontà di nascondere qualcosa di oscuro e terrificante.
Un altro centro atipico per l'accoppiata Benson/Moorhead i quali, come nel precedente "Resolution", perseguono un'interessante commistione tra generi evitando l'ermetismo che caratterizzava la pellicola di debutto.
In questo caso horror e (soprattutto) romance si fondono nell'amena località marittima, fortunatamente evitando retoriche immagini da cartolina e melensaggini da carie ai denti.
L'originale cifra narrativa è mezzo per raccontare una storia d'amore tormentato come nel migliore dei classici romantici, seguendo un percorso tutt'altro che risaputo o in patetico stile fiction prime-time.
L'azione è molto marginale e a dominare sono i dialoghi, magari non ispiratissimi eppure efficaci nel traslare sullo schermo un realistico rapporto di coppia in divenire.
Niente glamour estremo o atti supereroistici, Evan e Louise (cui prestano il volto Lou Taylor Pucci e la semisconosciuta tedesca Nadia Hilker) sono due persone normali con le quali è facile entrare in sintonia; parlano di tutto un po', fanno cose da innamorati e come tali si comportano.
Molto azzeccate le brevi e significative sequenze horror, in cui richiami Lovecraftiani si fondono con anomalie genetiche in quello che risulta come uno degli "spiegoni" più convincenti degli ultimi anni. La sospensione della credulità resta, però appare lungimirante la decisione di prendere le distanze da pericolose trappole riscontrabili in ovvietà ascrivibili a figure più in confidenza col cinema di paura, tipo vampiri o licantropi.
L'unico appunto negativo riguarda alcuni momenti poco simbiotici con l'insieme. Sono tuttavia piccole sbavature facilmente soverchiate dalla capacità di rileggere il luogo comune a favore di una nuova versione de La bella e la bestia, fino a raggiungere un epilogo suggestivo tra le rovine laviche di Pompei.

Una storia d'amore dal sapore antico ma mascherata da horror e sviluppata su una solida sceneggiatura condita da dialoghi tanto semplici quanto profondi. Il punto forte sono le ambientazioni come la campagna salentina o le rovine di Pompei, che incorniciano e rendono magiche le immagini. Il plot è semplicissimo ma a colpire e fare centro è la delicatezza dei temi trattati, rafforzati ancor più dalle opere d'arte di fattura italiana che ritroviamo nei numerosi musei che appaiono lungo il percorso filmico, fino a giungere ad un epilogo magari telefonato ma che emoziona. "Spring" è un'opera intensa, pura e ricca di simbolismo.

Vedere un ibiscus fiorire in due secondi come in un "time – lapse" fotografico,
riconoscere il volto dei genitori in una pietra lavica,
camminare l'ultimo giorno della tua vita con la persona che ami,
coltivare la terra con la proprie mani,
bere vino,
ringraziare i propri genitori per quello che hanno fatto per te,
sentire un brivido lungo la schiena quando ti accarezza la persona amata.

Osservare la primavera in Italia prima che la raggiunga la miriade di turisti…. è meravigliosa.