piccolo grande uomo regia di Arthur Penn USA 1970
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piccolo grande uomo (1970)

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locandina del film PICCOLO GRANDE UOMO

Titolo Originale: LITTLE BIG MAN

RegiaArthur Penn

InterpretiDustin Hoffman, Faye Dunaway, Martin Balsam, Chief Dan George

Durata: h 2.22
NazionalitàUSA 1970
Generewestern
Al cinema nel Novembre 1970

•  Altri film di Arthur Penn

Trama del film Piccolo grande uomo

Jack Crabb è cresciuto allevato da un capo Comanche, dopo che un pellerossa lo salvò in seguito a un attacco di predoni. Divenuto adulto, prova a vivere nella società dei bianchi e finisce arruolato tra i soldati di Custer...

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Voto Visitatori:   8,65 / 10 (46 voti)8,65Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Piccolo grande uomo, 46 opinioni inserite

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DankoCardi  @  11/08/2022 10:10:43
   9 / 10
Più che storia una vera e propria epopea; dal western vero e proprio a quello di frontiera all'olocausto dei nativi americani. Una buona parte della breve storia statunitense vista attraverso gli occhi di un solo uomo a cui il destino a riserbato una vita lunga per testimoniare cose a cui, se non si fossero viste con i propri occhi, difficilmente si crederebbe. Crabb ha fatto praticamente tutto nella sua vita, è stato nelle stelle e nelle stalle, ha avuto ogni cosa che poi gli è stata regolarmente tolta, ma quello che è riuscito a non smarrire mai del tutto è se stesso. Il tema principale è la denuncia degli eccidi perpetrati dai bianchi nei confronti dei pellerossa con conseguente rischio di perdita delle loro secolari tradizioni e della loro saggezza; Penn mostra le scene con cruda efferatezza dandoci una rappresentazione più che efficace degli eventi e poco importa se ci sono un paio di inesattezze storiche. Dustin Hoffman incarna alla perfezione un piccolo grande uomo sballottato da una parte e dall'altra dal vento della vita che lo porta a stare a tratte con gli indiani ed a tratti con i bianchi, ma alla fine pare non appartenere realmente a nessun gruppo, appunto come più uno spettatore che non un protagonista nonostante il ruolo non sia stato certo secondario...insomma il suo personaggio mi è parso più simbolico che incarnato. La trovata geniale è che il film, lungo ma scorrevole, nonostante la drammaticità del suo tema sia stato reso molto ironico con momenti che sfiorano la commedia (tipo le persone che perde e che poi incontra di nuovo) e questo è un grandissimo pregio perchè evita di far scadere il tutto in un pesante e melenso melodrammone. Ottimi tutti i personaggi di contorno. Una di quelle pellicole da vedere per forza almeno una volta nella vita.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/02/2022 20:28:23
   8 / 10
Film spesso accostato a "soldato blu" ma a mio avviso molto superiore.

Sicuramente prende le difese dei nativi Americani come faceva l'altro film dello stesso periodo, ma nel lavoro di Arthur Penn quello che sorprende di piu' è l'ironia con cui affronta un tema cosi drammatico.

E quindi alterniamo massacri cruenti a momenti di ilarita' con il capo Indiano, tutto perfettamente bilanciato e reso credibile anche dall'ottima prova di Hoffman.

Un film che giustamente ha fatto epoca, che offre diversi risvolti e che ridicolizza, finalmente, la figura del Generale Custer.

Imperdibile.

Goldust  @  02/02/2021 15:27:05
   7½ / 10
Tra i lavori più riusciti e meritatamente celebri di Arthur Penn e una delle opere più importanti, a livello socio-culturale, di un periodo di revisione storica western che vedeva gli indiani "rivalutarsi" agli occhi degli spettatori in figure positive e pacifiche, al contrario dei violenti soldati ora dipinti come un pericolo per la pace e l'armonia comune. La storia narra le gesta di un piccolo bianco senza una apparente vera identità che passa la vita a cercare la propria strada cambiando di continuo bandiera e affetti; i numerosi ed incredibili eventi a cui va incontro, su alcuni dei quali è obbligatorio dubitare, vengono raccontati dallo stesso protagonista ormai pluricentenario e sono un'altalena di emozioni maneggiate con cura dal regista, il quale riesce a mettere in fila sequenze ora tenere, ora grottesche, ora fortemente drammatiche con l'abilità che si riconosce agli equilibristi. Il gioco va per le lunghe ma se c'è un personaggio che ruba la scena a tutti gli altri quello è l'invasato generale Custer di Richard Mulligan.
Se si può muovere un appunto alla confezione la voce off del vecchio protagonista alla lunga rischia di entrare in odio.

dagon  @  14/04/2019 13:21:31
   8 / 10
In quello che probabilmente è il periodo più creativo del cinema americano, Penn realizza un western venato di ironia e iconoclasta, con un Hoffmann in forma smagliante. Fotografia splendida, sceneggiatura articolata e profonda. In un tempo in cui il cinema osava, gli autori, anche nello stesso genere, realizzavano film diversi uno dall'altro, con una impronta personale molto marcata.

C_0_  @  21/10/2017 14:04:44
   6 / 10
Non so. Apprezzo il messaggio che il film vuole dare. Non è nemmeno noioso però sinceramente a me non ha detto niente di speciale. Dustin Hoffman è indubbiamente bravo come in quasi tutte le apparizionima il film non mi è sembrato entusiasmente come poteva essere visti i temi trattati.

Thorondir  @  28/12/2016 11:57:03
   9 / 10
Con Piccolo grande uomo Penn torna alla grandessa di film come La caccia e Gangster story, riscrivendo il suo personale west, quello dove "il nemico ha ucciso uno dei mie migliori amici" (e il nemico è l'uomo bianco). Una rilettura personale e atipica per il tempo (stesso tema verrà trattato da altri 2 film proprio del 1970, Soldato blu e Un uomo chiamato cavallo), per raccontare in modo insieme epico e ironico, drammatico e innovativo, le angherie subite dagli indiani, anche quando rassicurati di vivere all'interno di una zona concessa loro direttamente dal Congresso e dal Presidente. In pieno Vietnam, Penn gira un film che è anche un atto contro le aggressioni. Siamo di fronte ad una pellicola varia, iconica e coraggiosa di un regista spesso sottotraccia e controcorrente, che ha lavorato ed utilizzato i generi per raccontare un'America contradditoria e violenta. Se alcune scene, soprattutto quelle action, mostrano il segno degli anni che passano, non si può non sottolineare la grandiosità dolce e amara di quest'opera.

fabio57  @  14/12/2016 15:22:15
   9 / 10
Assolutamente imperdibile questa pellicola di Penn, che rappresenta probabilmente il suo capolavoro, la punta di diamante di una filmografia ricca ed interessante, Film epico, suggestivo e originale, assolutamente controcorrente, a suo modo rivoluzionario, consegna alla memoria collettiva un personaggio unico e indimenticabile. Una lettura del far west inedita e atipica rispetto ai canoni narrativi comuni. Hoffman è semplicemente strepitoso, il suo personaggio brilla di luce propria e regala al pubblico una storia mitica e leggendaria.

sagara89  @  01/01/2016 21:32:14
   9 / 10
Film bellissimo. sceneggiatura ottima, fotografia eccellente. Un film che si puo definire anti-western. Il protagonista incarna in se l'esatto contrario del tipico eroe wester. Una serie di vicende alcune allegre e divertenti e altre drammatiche e tragiche. Un film che bisogna vedere

daniele64  @  23/09/2014 12:25:03
   9 / 10
Un vero gioiello ! Grande film western , con un'ottima sceneggiatura e dialoghi brillanti , che mescola perfettamente i toni della commedia ironica con il dramma truculento . Un gigantesco Hoffman domina la scena assistito da otttimi comprimari e dall'eccellente regia di Penn . Indimenticabili i personagi del saggio capo Cotenna di Bisonte , del simpatico ciarlatano Merriweather e della signora Pendrake , a cui la Dunaway regala una notevole sensualità . Indimenticabile , purtroppo per altri motivi , anche la scena del massacro del fiuma Washita col sottofondo del "Garry owen" . Un po' forzata e falsata invece la scena di Custer a Little Big Horn . Due ore e mezza senza lungaggini e tempi morti : veramente una magnifica pellicola .

Neurotico  @  22/08/2014 12:11:48
   8½ / 10
Bellissimo film western tal tono scanzonato, divertente, e ironico che intrattiene ottimamente e coinvolge grazie alle avventurose e alterne vicende di Jack Crab, un bravissimo Dustin Hoffman. L'ironia sdrammatizza e smitizza le gesta eroiche sia di indiani che dell'esercito americano, con dei picchi di ilarità che rendono amabile una trama ricca di svolte e di scene violente, da cui però viene messo da parte il lato tragico, con grande gusto per l'antispettacolarità e lo humor. Bellissime le comparsate di Wild Bill Hickock, interpretato da Jeff Corey, e ottimo Chief Dan George nel ruolo del capo indiano Cotenna di Bisonte, saggio anziano sciamano (enorme la scena dove insieme a Crab esce dalla tenda durante un attacco yankee al campo credendosi invisibile, e straordinaria quella finale dove Cotenna di Bisonte chiede al suo dio di farlo morire, tra una danza propiziatrice e una pioggia simbolica e irriverente). Le scenografie sono meravigliose, con mia particolare predilezione per gli scenari innevati.



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DogDayAfternoon  @  30/06/2013 13:43:09
   5 / 10
Onestamente non ho capito a cosa mirasse questo film. Una storia buttata un po' lì in modo molto superficiale, con una velata ironia che però non strappa un mezzo sorriso ma che anzi in più di un frangente sfiora il ridicolo. Dustin Hoffman non male, buono anche il trucco del vecchio ultracentenario all'inizio del film, nient'altro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/09/2012 15:00:16
   8½ / 10
Se Soldato blu aveva aperto la strada ad un pieno riconoscimento, almeno a livello cinematografico, di quello che è stato un genocidio di massa, Piccolo grande uomo espande il discorso in maniera decisamente più ambiziosa. Non solo gli indiani, ma attraverso questo personaggio perdente e diviso fra due mondi, vediamo le basi della moderna società americana (bianca) con tutti i suoi difetti: violenta, ipocrita e classista. Penn opera inoltre una riuscita miscela di generi, specialmente nell'infondere un tocco molto ironico alla pellicola. Molte figure storiche e mitiche del vecchio West fanno capolino nel racconto di Jack e ne vengono fuori delle figure più umane, più lontane dalla iconografia abituale, smitizzando a sua volta lo stesso genere western. Un apologo in cui Hoffman offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Peter Lyman  @  25/11/2011 19:21:05
   9 / 10
Uno di quei film che ti fa cogliere a pieno il senso di dramma e commedia allo stesso tempo. Grande prova di Arthur Penn nel dirigerlo e di Dustin Hoffman nell'interpretarlo. Un film delicato e robusto, che vale assolutamente la pena di vedere.

Oskarsson88  @  10/11/2011 10:52:27
   7 / 10
Sicuramente è diretto con grande abilità, e nonostante la durata si fluisce continuamente senza tempi morti. Le immaggini sono spesso suggestive, e D. Hoffman è un signor attore. Inoltre bisogna dare atto al regista di esser tra i primi ad aver cambiato la prospettiva del western... il voto non così alto, da capolavoro come secondo molti, sta probabilmente nel fatto che questo genere non mi esalta particolarmente. Infatti è quasi una sorta di documentario della vita di questo ragazzo che passa in continuazione dagli indiani all'uomo bianco, ma di eventi straordinari che fanno tenere lo spettatore incollato allo schermo ce ne sono pochi. Insomma è girato benissimo ma non sono stato catturato da questo film, sarà perchè manca la tensione. Comunque ne riconosco il valore... anche dal punto di vista storico con la rappresentazione della battaglia di Little Bighorn!

franky83  @  06/09/2011 12:04:01
   6½ / 10
Mi aspettavo un capolavoro,ma sono rimasto deluso.Comunque sufficiente,ma non credo lo rivedrei...troppo lungo

wallace'89  @  27/03/2011 19:21:42
   8½ / 10
Un bel film "western" anomalo, in bilico tra commedia e dramma esistenziale, in cui si respira tutto il revisionismo di una certa America post '68 che faceva allora i conti con il proprio passato. Gli indiani del film non sono poi tanto diversi dai vietnamiti di allora, e la storia che si ripete sempre simile a se stessa...
Cinematograficamente parlando Arthur Penn riesce a trovare nel mix di tono il tasto giusto e un corretto senso della misura con cui riesce a equilibrare pienamente la riuscita del film.
D'altronde Dustin Hoffman è come sempre un protagonista eccellente che fa suo il personaggio con tutto il riconoscimento possibile del pubblico.
Comparti tecnici notevoli( dalle scenografie alla fotografia) e una bella colonna sonora fanno il resto. Un classico anti-classico per definizione.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  27/12/2010 17:57:02
   8 / 10
Questo film ha una grande importanza perché ha fornito il modello per tanti altri film di successo, fra tutti "Forrest Gump". Essendo il primo della serie, bisogna dare atto allo sceneggiatore e al regista di avere fatto un lavoro più che egregio. Il film è lungo, la storia assai poco verosimile, i messaggi sono veicolati in maniera semplificata, ma il tutto è amalgamato in maniera molto affascinante, soprattutto divertente e ironica.
Il meccanismo principale del film è provocare l'identificazione piena dello spettatore nel protagonista assoluto e partecipare così in prima persona ai suoi atti e alle sue decisioni. Il personaggio principale viene fatto assomigliare volutamente a una persona media con difetti, debolezze (come una persona "normale") e un'apparenza perdente, per poi fargli rivelare doti inaspettate che esaltano e inebriano di riflesso lo spettatore che si è identificato. Debole, forte, serio, faceto, epico, ironico si mescolano di continuo e si integrano a vicenda in una miscela originalissima che sarà poi ampiamente imitata e sfruttata dalla Hollywood di fine XX secolo.
Questo tipo di approccio artistico ha origine dalla grande tradizione letteraria del racconto picaresco e del romanzo di formazione (da qui tutte le coincidenze fortuite, il ritrovare casualmente personaggi persi di vista, nel frattempo trasformati in maniera insolita). Il tutto però ripassato in salsa americana, con un occhio di riguardo alle vicende storiche a stelle e striscie, viste secondo lo spirito dei tempi. Questo tipo di pellicole, in maniera indiretta, ci dicono tantissimo sulla mentalità diffusa nel momento in cui sono state girate.
"Piccolo grande uomo" nacque in quel periodo particolarissimo della storia americana in cui si cercò di rovesciare, o perlomeno di mettere in serio dubbio, i principi portanti della società (supremazia razziale e civile bianca, preminenza etica della religione e della famiglia, valore supremo della ricchezza e della sicurezza materiale individuale), senza però riuscirci in pieno.
Il film chiaramente mette la società indiana e i suoi valori portanti al di sopra della società "bianca". L'etica religiosa puritana viene dileggiata e fatta passare per un paravento ipocrita, vista la grande viziosità e morbosità del vivere "bianco", rispetto all'accettazione e alla valorizzazione di tutti gli aspetti del vivere umano da parte degli indiani (c'è posto addirittura anche per l'omosessualità). In questo si nota senz'altro un certo idealismo e una certa forzatura. Gli Indiani non sono ritratti per quello che sono, ma per quello che si immagina o si vuole che siano. La società indiana diventa in altre parole la proiezione delle utopie che tanto circolavano all'epoca. Del resto il modo di fare indiano segue schemi e parametri di natura soprattutto "bianca".
Comunque alla fine prevale un certo distacco da tutto, una sensazione di fato, di avvenimenti che si svolgono sopra la testa, automatici e quasi incontrollabili. E' l'ironia suprema di tutto il film, che oltre a colpire tutti indistintamente, colpisce pure il protagonista, sballottato di qua e di là, da un campo all'altro, secondo le occasioni e le opportunità. Insomma il proprio destino non è tanto nelle proprie mani, ma in quelle di Dio o del fato o chi per loro. Comunque il cinema ci dipinge la casualità e l'imprevidibilità della vita come qualcosa di avventuroso, divertente, affascinante.
Se non altro ci riesce.

ValeGo  @  20/11/2010 19:58:04
   9½ / 10
Che gran film e che attore!

googar  @  20/07/2010 14:45:17
   9½ / 10
un cambio di direzione dei western firmato anche Hoffman..fenomenale!

apellegrini  @  20/04/2010 16:55:52
   9 / 10
Film pericoloso da girare poteva diventare un melodramma senzazionalista
ma Arthur Penn,reduce da Alice's restaurant,evita di scadere in un film patetico. li indiani sono rispettati con gran classe e le trovate comiche non rovinano il valore del film alcune l'aumentano
Dustin Hoffman eccezionale

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  08/03/2010 16:54:08
   7 / 10
Il film ha fatto epoca per la sua importanza socio-culturale, politica (è uno dei pionieri sulla strada del cambio di prospettiva del genere western, con la rivalutazione dei popoli indiani).
Nello specifico del valore artistico, è un'opera egregia per la sua capacità di restituire la sensazione che la vita dell'uomo possa essere vista come un viaggio, picaresco, attraverso tali e tante incredibili vicende, da convincerci che nessuno possa essere padrone del suo destino, nè tantomeno possedere una sola ben salda identità, quanto piuttosto, esattamente al contrario, ciascuno attraverso la propria vita fa da spettatore a quanto gli accade.
Cosa significa tutto ciò? Che è inutile prendere parte, tanto è impossibile incidere sulla realtà?
Tutt'al contrario.
Questo Little Big Man ci insegna che sbagliare è inevitabile, mangiare è indispensabile, adattarsi una necessità imprescindibile... MA!
Proprio la "schizofrenia" di questo personaggio, in balìa di due civiltà senza apparentemente mai sceglierne una con convinzione, esule a entrambe, non dice solo che per lui è diventato impossibile trovarsi "più a casa qui che lì", in un definitivo spiazzamento esistenziale, quanto soprattutto come questo spiazzamento possa convertirsi in una ricchezza: poiché può essere straordinaria la vita se si impara a relativizzare la propria identità e trascendere il proprio destino (permettendoci poi a 120 anni di guardarlo decisamente dall'alto in basso), nell'accettazione che la vita è una corsa di cui in larga misura non siamo noi i piloti.

E' un apologo, chiaramente.
Reso con un continuo svalicamento dal drammatico al comico, condotto con molta sapienza registica.
Ci si accorge sin dai primi minuti però come questo continuo sdrammatizzare porti a una perdita di spessore: non c'è equilibrio tra drammatico e comico, ma c'è prevalenza dei toni da commedia (evidentemente per via del distacco del narratore ultracentenario nei confronti dei propri lontanissimi drammi passati: più passa il tempo, tutti lo sappiamo, più possiamo anche ridere delle nostre superate disgrazie). Ma ciò appiattisce, secondo me, le enormi potenzialità di un film, e a compromettere la forza del suo messaggio, che arriva leggermente smorzato.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  09/02/2010 15:14:03
   9 / 10
Grande western di Penn schierato dalla parte degli indiani.
E' la storia di un perdente, di un vigliacco, sempre in bilico tra il suo "essere bianco" e tra la sua appartenenza alla tribù nella quale è cresciuto.
E' un film che a tratti fa sorridere, ma che in fondo è un amara riflessione sull'uomo contemporaneo.

The BluBus  @  27/10/2009 10:41:08
   9 / 10
Capolavoro straordinario e ottimo Hoffman.
La disfatta di Custer non riesce al alleggerire il peso dell'inevitabilità degli eventi che attende il popolo indiano...

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  20/06/2009 22:55:43
   9 / 10
Storia di una nazione che abbraccia un esteso arco temporale. L'ultracentenario piccolo grande Dustin racconta a un giornalista la sua vita, il difficile rapporto con gli indiani, l'impossibile rapporto con i bianchi e la sua figura di perdente.

Tanti generi che si alternano in maniera egregia per una sceneggiatura pressoché perfetta, e uno sguardo malizioso a quel cinema che una volta era considerato grande.

Incredibilmente sexy una strana e ninfomane Dunaway!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  19/01/2009 13:10:40
   10 / 10
Che grandissima sorpresa, lo credevo sopravvalutato da Filmscoop e dalla critica in generale, invece credo si tratti veramente di un capolavoro. Uscito lo stesso anno di "La Ballata di Cable Hogue" (ed è probabile che all' uscita di uno il copione dell' altro fosse già steso), "Il Piccolo Grande Uomo" con il film di Peckinpah forma un dittico perfetto nel fare da cerniera al western classico e quello moderno, e forse il film più dissacrante di questo genere. Interessante come entrambe le pellicole parlino di un' epopea di una sconfitta, entrambe in chiave comica, dissacranti appunto come una grassa risata "..e io ridevo Generale!!". Il film di Penn abbraccia un arco di storia di oltre un secolo, miti e leggende (ma proprio tutti), riproponendo tutti gli stereotipi (ma proprio tutti) del genere western minandoli dall' interno ribaltandoli completamente. Per questo lo considero un vero capolavoro assoluto. Quindi il bandito, nel film di Penn non è il solito bandito, nè il leggendario pistolero, nè la prostituta, il Generale Custer non è come ce lo aspettiamo, Buffalo Bill, l' incontro con Wild Bill Hickcok e così via; il tutto - e non so spiegarmi davvero come - senza cadere mai nella parodia. Una profonda quanto epica analisi sociale e ideologica, la possibilità di convivenza tra bianchi e indiani scevra da qualsiasi forma di retorica, a differenza del seppur eccellente "Balla coi Lupi", e che ha l' unico difetto di durare troppo poco. Dustin Hoffmann da Oscar e grande Martin Balsam. Fotografia impagabile.

topsecret  @  18/11/2008 20:08:26
   9 / 10
Ragazzi, che film! Dustin Hoffman era ed è un grandissimo. Chi non ha visto questo film, faccia di tutto per procurarselo altrimenti si perderà un gioiello di rara brillantezza.

lowfismell  @  08/04/2008 14:56:59
   9½ / 10
Film bellissimo.. ma personalmente ho trovato il personaggio di Dustin alquanto insignificante.

mikland83  @  26/02/2008 23:23:01
   10 / 10
Finalmente un po' di giustizia per i nativi americani.Ancora i libri di storia non riescono a dire ciò che venne loro fatto dall'uomo bianco.Ancora oggi litle big horn viene ricordato come il "massacro di custer" invece lo sterminio delle donne e bambini innocenti "battaglie regolari".
Ancora oggi gli indiani d'america sono dei selvaggi e l'uomo bianco civilizzatore.
Ancora oggi troppe persone non si rendono conto che ciò che venne fatto agli indiani d'america è peggio di ciò che venne fatto nei campi di sterminio nazisti.Un intero popolo è stato spazzato via dalla faccia della terra. Un popolo che viveva nel rispetto della madre terra.
Questo film, pur non rispecchiando al cento per cento ciò che fu la realtà storicamente appurata, riesce a rendere l'idea di come erano gli indiani e gli americani.
Dustin Hoffman ha recitato davvero bene, ma qui l'interpretazione davvero da oscar è di Chief Dan George che onestamente mi ha commosso mentre intonava il canto della morte...
Indispensabile!!

Invia una mail all'autore del commento traka  @  21/01/2008 19:42:15
   10 / 10
questo film e fantastico, diverso da i western classici stile Leone e parla di tutta la vita di Jack , le 2,22h di questo film sono piene di avvenimenti, i tempi morti sono pochissimi e veramente un film denso, che alterna scene divertenti ad altre tragiche... veramente bellissimo, lo avro visto almeno 15 volte finora nella mia vita...

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  17/01/2008 19:23:47
   8½ / 10
Cosa succede quando il "buon selvaggio" del caso, un ragazzo cresciuto tra gli indiani del "popolo degli uomini", si trova a dover vivere tra i "civili" bianchi dell'Occidente "avanzato"? Avviene che si troverà incischiato in una realtà degradante e aberrante, dominata da miseria, morte, egoismo, cupidigia, ambizione e follia: follia come quella che ha portato al barbaro e insensato sterminio dei nativi americani.
Quella di Jack è una vera e propria Odissea, un viaggio negli "inferi" di una dimensione esattamente agli antipodi rispetto a quella in cui è stato amato e allevato. La pace, l'armonia e gli affetti di cui Jack ha goduto fintanto che ha vissuto con i Comanchi saranno soppiantati, nella nuova realtà, da odio, rabbia e opportunismo.
Opera che ha un impianto drammatico, in quanto incentrata sul genocidio degli indiani d'America, ma che si presenta altresì venata da un'ironia azzeccata e arguta, che accompagna perfettamente la disavventura del protagonista e il suo senso di spaesamento e straniamento generati dal contatto con la nuova realtà. Questa ambivalenza strutturale si ravvisa anche nella figura inquietante del generale Custer: personaggio a un tempo crudele e grottesco.

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Ultima risposta 17/01/2008 20.26.00
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/12/2007 21:55:52
   9 / 10
Non era la prima volta "dalla parte degli indiani" ma il cinema americano degli anni settanta, sicuramente influenzato dal progressismo sessantottino, ha finalmente reso giustizia alla storia dei nativi americani (v. anche Soldato blu di Nielsen, Un uomo chiamato cavallo, Apache).
Il film è gigantesco: un Hoffman che lascia letteralmente senza fiato ripercorrendo le tappe della sua vita, dalla gioventù (coccolato come un figlioccio dai Comanches o dalle grazie di Faye Dunaway) fino alla veste ultracentenaria dei ricordi, senza un minimo di didascalia.
Il realismo di Penn e la grande lezione morale e ideologica del film (con quel senso di annientamento filosofico del tempo che prevale sulle ragioni) lo rendono a tutti gli effetti un classico del genere, e un meraviglioso apologo sulla coscienza

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Ultima risposta 17/01/2008 19.25.34
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Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  11/09/2007 14:42:54
   8 / 10
Atipica pellicola western diretta da Arthur Penn.
Il “Piccolo grande uomo” attraversa parte della storia americana facendosi testimone di crimini ed efferatezze, ma anche custode di verità che il tempo porterà a galla, perennemente diviso tra il colore della propria pelle e quello della propria anima ..racconto dissacrante (la smitizzazione del famoso Generale Caster) e a tratti grottesco, ma anche sensibile e malinconico, capace di toccare alti picchi di lirismo cinematografico (ad es. la scena dell’uccisione di “Raggio di luna” e del neonato) con altre meno pregnanti e forse prevedibili ..il protagonista, per quasi tutta la durata della pellicola, esprime anche quello stato di confusione, proprio di molta società americana, nel valutare, analizzare, comprendere il proprio passato (la rivisitazione storica di quel periodo), ovvero una difficile cognizione delle proprie radici.
Dalla fatica nell’adattarsi alla vita civile, alla disillusione rispetto ai principi religiosi (disattesi proprio da chi prova ad impartirli), nel suo peregrinare il piccolo protagonista incontrerà personaggi diversi, ogn’uno espressione di quella società e delle sue contraddizioni ..il coraggio e la debolezza fanno parte integrante del suo essere.
Gran bella interpretazione per un giovane ed istrionico Dustin Hoffman, senza dimenticare le ottime apparizioni di Faye Dunaway e Martin Balsam anche se relegati a ruoli secondari ..stilisticamente perfetta la direzione del grande regista americano Arthur Penn (come non ricordare tra le sue opere il bellissimo film “Anna dei miracoli”).
Un wester “alla rovescia” che ha fatto scuola ..imperdibile!

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  06/09/2007 00:22:53
   8 / 10
<<Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi ... dire "Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni..." e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze.>>

La storia di una perdita, raccontata dal punto di vista di un perdente. Un piccolo, grande perdente.

3 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2007 00.40.15
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Signor Wolf  @  25/08/2007 18:24:43
   9½ / 10
il miglior film sugli inidiani che abbia mai visto, non spaventatevi se è lungo ne vale la pena

Tony Ciccione90  @  28/07/2007 15:09:53
   9 / 10
Da vedere. Un film che fa ridere e piangere,che presenta personaggi incredibili,che rimarranno nella storia del cinema. Grande Hoffman,decisamente il mio attore preferito!

Invia una mail all'autore del commento Dreamboss  @  25/05/2007 23:25:25
   9 / 10
Grande film con un mitico Hoffman....da cineteca.

FRENZ83  @  22/05/2007 14:25:24
   8 / 10
Alex81  @  13/05/2007 10:44:47
   9 / 10
Film splendido, Hoffman racconta con la sua bravura più di 100 anni di storia.

Da vedere ASSOLUTAMENTE.

PetaloScarlatto  @  10/05/2007 03:03:14
   10 / 10
capolavoro senza tempo...

ironico, crudele, spiazzante, coinvolgente...


Attori straordinari, finale tristissimo...


Un culto!!!!!!!!

iosper  @  19/04/2007 15:31:58
   8 / 10
Seppur non adoro questi film devo dire che è stato molto coinvolgente.

Invia una mail all'autore del commento montecristo  @  23/01/2007 18:43:15
   9 / 10
WESTERN ATIPICO, CON OTTIME MISCELE GROTTESCHE E SPRAZZI DI COMICITA'. UN'ECCELLENTE STORIA, CON OTTIMI INTERPRETI . IL WEST VISTO CON OCCHIO CINICO E DISILLUSO, DOVE LE GIUBB E BLU NON SONO GLI EROI CHE VOGLIONO FARCI CREDERE. E' UN FILM SPECIALE E SAPRA' FARSI AMARE ANCHE DA CHI NON DIGERISCE IL GENERE WESTERN. VE LO RACCOMANDO CON IL CUORE

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  18/01/2007 14:04:45
   9 / 10
PICCOLO GRANDE UOMO. PICCOLO GRANDE ATTORE. PICCOLO GRANDE FILM.

dedalo1267  @  18/12/2006 18:25:43
   9 / 10
rivisto dopo anni,splendido film.

ALBERTO89  @  01/09/2006 13:21:12
   9 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR thohà  @  25/09/2005 17:50:08
   10 / 10
Centovenuno anni di storia raccontata da un piccolo uomo, veramente grande dentro.
Il giovane Hoffman si dimostra già un attore di gran talento.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/12/2004 00:57:43
   10 / 10
Epico film antimilitarista con uno strepitoso Hoffman.
La storia di un uomo e del suo popolo.
Da non perdere.

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