Trama del film La calda notte dell'ispettore tibbs
Siamo in una cittadina del Sud degli Stati Uniti; un poliziotto scopre, durante il suo giro notturno, il corpo di un industriale, che era in procinto di aprire una fabbrica importante per la città. Gillespie, il capo della polizia locale, dà ordine di arrestare tutti i sospetti. Tra gli altri, gli viene portato anche un nero, elegante e con il portafogli ben fornito, catturato alla stazione mentre aspettava il treno. Ma l'uomo è l'ispettore Tibbs (Poitier), della polizia federale. La vedova del morto vuole che sia Tibbs a condurre le indagini; cosa che avverrà, non senza scontri aperti con Gillespie e sbandamenti. Identificato l'omicida, l'ispettore riparte verso il Nord.
Film collegati a LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBS
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VINCITORE DI 5 PREMI OSCAR: Miglior film, Miglior attore protagonista (Rod Steiger), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior montaggio, Miglior sonoro
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior sceneggiatura (Stirling Silliphant), Miglior attore in un film drammatico (Rod Steiger)
Da un lato, è un film da encomio, per le tematiche che tratta ma soprattutto per il tempo e il contesto in cui le tratta, il 1967 è stato un anno particolarmente tumultuoso e le produzioni dell'epoca testimoniano l'entrata in pieno della questione razziale negli Stati Uniti, tanto che addirittura come candidati agli oscar a miglior film, ben due su cinque, ovvero questo e "Guess who's coming to dinner" troviamo opere che trattano la questione razziale a distanza ravvicinata, senza più nasconderla tra le righe ma urlando al mondo il trattamento degli afroamericani, appoggiando la lotta per i diritti che si stava svolgendo, ecco sotto questo punto di vista "In the heat of the night" è un grande film, adattando ad una storia di stampo poliziesco la critica sociale sul razzismo che vigeva, specialmente nel sud degli Stati Uniti, non risparmiando nessuno, concedendosi delle critiche dirette anche alle forze dell'ordine, mostrando un contesto marcio, praticamente barbaro, totalmente xenofobo, in cui lo straniero, il diverso, viene visto sotto cattivo occhio immediatamente, non importa se stia lavorando per aiutare la comunità, non importa l'estrema buona fede, viene mancato di rispetto solamente per il colore della sua pelle, alla fine l'incipit è proprio questo, il primo arresto di Tibbs, beccato alla stazione mentre sta per tornare a Philadelphia, mostra tutti i pregiudizi di un poliziotto che porta in caserma un uomo di colore senza chiedergli la minima informazione, tanto da generare ilarità e imbarazzo la scoperta di aver appena arrestato un ispettore della omicidi che era andato a trovare la madre.
E tante altre scene sono particolarmente efficaci nel trasmettere queste sensazioni, un senso di forte ingiustizia, come capita più volte, sia con i ricchi, come può essere Endicott, uomo d'affari con tanti interessi in mezzo a quello che sta succedendo, che con i teppistelli che provano ad aggredire Tibbs, arrivando al barista che non serve da bere a gente di colore, insomma, un razzismo imperante e una estrema chiusura mentale nella popolazione del luogo che lascia quasi sconcertati.
Tuttavia, io ritengo che, sebbene il film funzioni sotto un punto di vista strettamente ideologico, sia ben più obsoleto sotto quello della narrazione e dello stile, spiegandomi meglio, il personaggio di Tibbs è una sorta di alieno all'interno del contesto, che per tutta la durata agisce quasi come un santo, continuamente provocato, deriso, insultato, sempre capace di mantenere la calma, tanto da renderlo distante da un personaggio umano col quale empatizzare, si viene a creare quella tipica divisione dei caratteri tipica della narrazione classica, in cui bene e male sono due elementi totalmente separati, l'unico personaggio che riesce a stare nel mezzo è Gillespie, il capo della polizia del posto che passa dall'essere un razzista di prima categoria all'inizio del film a progressivamente empatizzare con Tibbs, inizialmente solo perché gli serve un aiuto per le indagini, poi per un puro sentimento.
Stilisticamente è carino, Jewison ha un po' quella regia di stampo fin troppo classico che predilige la bellezza formale, che sicuramente è efficace nel contesto di questo tipo di narrazione, io personalmente preferisco polizieschi ben più grezzi e violenti, questo ha una sorta di patina che lo rende meno impattante sotto il punto di vista visivo e più adatto ad un grande pubblico, ma va benissimo considerato il tipo di film, di fatti, la narrazione poliziesca diventa praticamente un pretesto per la denuncia sociale, fotograficamente molto valido, sia nelle sequenze notturne che in quelle diurne con le belle ambientazioni tipiche della campagna del sud degli Stati Uniti.
Meritevole, di nobili intenti, un po' troppo didascalico e pulito per i miei gusti, ma il valore storico non si discute.
Poliziesco che affronta di petto la tematica del razzismo negli USA. Si basa molto sulla contrapposizione caratteriale tra lo sceriffo razzista, interpretato da un bravissimo Steiger e l'ispettore di polizia di colore Tibbs (un grande Poitier), costretti a collaborare per risolvere un caso d'omicidio. Forse un po' sopravvalutato,troppo conciliatorio nell' epilogo ma dall' atmosfera oppressiva e plumbea ben resa,oltre che ben interpretato dall' intero cast. Un bel film, certamente da vedere.
Un caso di omicidio con cui narrare, in quegli anni '60 che furono quelli dei diritti civili, la storia recente e lontana degli Stati Uniti. Il detective afro-americano che viene dal nord a risolvere i problemi degli incompetenti e ignoranti poliziotti del sud è metafora tanto semplice quanto scontata eppure espressione dei tempi. Il film utilizza il caso di cronaca per narrare diffidenze diffuse, paure, razzismo celato e malcelato negli Usa del sud, ancora confederato nel modo di pensare e agire e che pure trova nell'uomo di colore del nord il "progresso" che stride con l'arretrazze mentale e dei modi del Mississippi suburbano. Il film è diventato iconico, grazie anche alle interpretazioni e all'alchimia tra Sidney Poitier e Rod Steiger, anche se forse oggi inizia a mostrare, concettualmente (perchè visivamente ancora fantastico), il peso dei suoi anni.
Probabilmente uno dei primi film a parlare del problema razziale in maniera così diretta e dura nel suo infliggere il colpo, anche considerato l'anno d'uscita. IN THE HEAT OF THE NIGHT nasce infatti all'alba della New Hollywood, cosa che spiega non solo la sua fattura narrativa ma anche la sua accoglienza generale, data dalla nuova voglia del pubblico di assaporare questi temi, queste critiche alimentate dall' "american problem", ovvero l'identità americana sottoproletaria e di provincia. Norman Jewison non guarda in faccia a nessuno e passa dall'essere la voce dell'élite economica repubblicana all'essere la voce dell'élite intellettuale democratica, perché sa che la sua pulizia tecnica è talmente di buona qualità da poter fare letteralmente tutto, compreso un noir perfetto nei tempi e nelle atmosfere.
Il leggendario Poitier in un film investigativo molto ben realizzato. Alla faccia dei CSI dei giorni nostri, a mani nude e usando i 5 sensi l'ispettore Tibbs porta a soluzione un omicidio avvenuto in un contesto dell'america sudista-razzista. Green book e tanti altri anni dopo ne seguiranno la traccia...
Un gran bel film denso di sensazioni forti, intrigante per come viene presentata la parte investigativa e molto coinvolgente per le tematiche che mette in rilievo. Ottimo il cast, molto buona la regia e ritmo fluido che non cala mai, per una visione dinamica e decisamente lineare. E gli oscar appaiono tutti meritati. Un film da vedere.
Lo spunto giallo è solo un debole pretesto, che passa subito in secondo piano, per mettere al centro i pregiudizi dell'epoca sia razziali che professionali; se dal lato investigativo pecca d'interesse, dall'altro può far fede sulle eccezionali interpretazioni di Poitier e Steiger e relativi scontri verbali e contrasti caratteriali, che mantengono viva l'attenzione dall'inizio alla fine. La confezione poi è certamente di classe, ma come detto i personaggi si muovono in un intreccio poliziesco dal rilievo abbastanza scarso, rendendo il film stucchevole laddove non si focalizza sui diverbi personali tra i due protagonisti. Inutile dire che lo scalpore di allora oggi è quasi totalmente vanificato.
Ancora accattivante, ma meno erto verso lo status assegnatogli.
Norman Jewison è un regista che apprezzo molto, capace di passare con semplicità e naturalezza dalla commedia al dramma e di fonderle benissimo insieme.
Non ho trovato la trama così scontata e banale come da alcuni affermato, certo è una storia semplice da seguire senza particolari fronzoli o intrecci ma forse mi è piaciuta particolarmente proprio per questo. Non è nemmeno poi così retorico nella tematica razziale.
Oltre alla buona regia di Jewison da menzionare le ottime performance del duo Steiger-Poitier, il primo in particolare interpreta ottimamente la parte del capo di polizia rozzo e ignorante, ma che in fondo è ben consapevole dei suoi limiti. Molto piacevole anche la colonna sonora.
Bisognerebbe contestualizzarlo per l'epoca cui appartiene per capirne il coraggio e la forza mediatica...visto al giorno d'oggi appare come il solito film buonista riguardante la discriminazione razziale negli Stati Uniti ed io odio questo tipo di film! Per fortuna c'è una discreta storia thriller anche se piuttosto anonima se rapportata ad altre sceneggiatura "gialle". Molto bravo Sidney Poitier comunque e Norman Jewison che immortala un bigotto sud degli States tra piantagioni di cotone ed un'aria quasi da noir.
Andato oltre le mie più rosee aspettative, è un vero capolavoro. Mi ha stupito particolarmente per l'empatia che si crea fin da subito con lo spettatore e per il modo in cui ha trattato il tema del razzismo, molto diretto e senza fronzoli; Poitier sforna un'interpretazione magistrale insieme al suo "nemico "Steiger".Vinse giustamente l'Oscar nel 1967 come miglior film.
Dal regista Norman Jewison(che ho adorato con "Jesus Christ superstar" e apprezzato con "Stregata dalla luna" e "F.I.S.T.),salta fuori come una delle sue prime opere questo poliziesco anni 60 con Sidney Poitier,precursore dei film con protagonista l'impavido ispettore Tibbs. Si sente clamorosamente l'arrivo degli anni 70,la regia comincia ad avvicinarsi a quel genere di poliziesco sporco e urbano,dove il razzismo verso gli uomini di colore nel Mississipi(ma non solo li,sfortunatamente) era normale amministrazione. L'ispettore Tibbs è un poliziotto della omicidi in terra straniera(ma sempre operativo in territorio americano) che dovrà vedersela con un caso di omicidio in un paese dove determinati fattacci non sono all'ordine del giorno e dove un'uomo dalla pelle scura,per quanto rappresentante della legge,non è certo aiutato nel migliore dei modi; difatti una delle caratteristiche più interessanti della pellicola non sta tanto nell'osservare l'evolversi delle indagini,ma piuttosto come il nostro caro e scaltro protagonista riesca ad arrivare alla risoluzione del caso nonostante le incredibili difficoltà nel proteggere se stesso e rendersi affidabile. Un chiaro messaggio di sensibilizzazione unito al fascino dei nuovi e metropolitani polizieschi destinati ad invadere le sale nei 15 anni successivi(fino ai primi anni 80 ancora si sentiva questo concept....anzi,molti dei polizieschi anni 80 ne sono i figli legittimi). Ovviamente il fascino recitativo e carismatico di Sidney Poitier aggiunge molto alla pellicola,ma la presenza di un regista come Jewison ha contribuito a rendere un piccolo cult questo primo film della serie. Inoltre lo stesso titolo del film è estrapolato da una canzone di Ray Charles....e penso che non sia stata una scelta a caso,considerando come la pensava Charles sul razzismo nei confronti della sua gente...... Bel poliziesco come non se ne fanno più......
Quando andavano di moda le radioline a transistors e le auto della polizia avevano le antenne lunghe almeno un metro e mezzo per captare i segnali radio. Un poliziotto in servizio notturno gira per le strade di una cittadina del Missisippi. E trova un cadavere a terra. Mi pare che, molto probabilmente, non gli sia mai accaduto di incappare in un delitto. La sua perplessisità e stupore, infatti, sono grandi e la sua reazione adeguata alla sorpresa.
In Mississippi tutti sappiamo quanto fosse radicato il razzismo e chi capita ad aiutare le indagini? Ma un 'negro'. Ahaha, L'Ispettore Tibbs (un magnifico Sidney Poitier, il primo sospettato del delitto. "Sono andato da mia madre. Sono arrivato qui a mezzamnotte e 35 da Brownswille e dovevo ripartire col treno delle 4 e 5.". "Mhh, mhh", sorrisetto sarcastico di un ottimo Steiger (attore che ho sempre molto stimato). "Già. E nel frattempo hai pensato di far fuori l'uomo più importante di queste parti per procurarti un paio di cento dollari".
Ok, ha vinto un sacco di Oscar. Ma non è certamente un capolavoro. Bisogna far mente locale dell''epoca, quando il razzismo era ancora molto radicato e alla 'denuncia' che comportava allora per i diritti civili da parte degli uomini di colore. Il diritto di essere rispettati doveva essere guadagnato con l'intelligenza e la diplomazia, tra violenze fisiche e verbali. Tibbs ci riuscirà?
Bellissime atmosfere anni 60 e ambientazioni e dialoghi che ti coinvolgono fin da subito. Dopo Dirty Harry il miglior poliziesco americano che ho visto. Curioso vedere come eravamo arretrati nel 1967, neanche poi così tanto tempo fa
Film noto specialmente come manifesto sulle discriminazioni razziali, per il resto è un discreto poliziesco con due bravi interpreti , l'irritante Rod Stiger che non smette di masticare la gomma americana per tutto il film e il sobrio e sempre misurato Sidney Poitier.
La trama è telefonata e scontata con un finale molto ordinario e semplice, se cercate la suspence qui non ne troverete nemmeno l'ombra.
poliziesco atipico con molto peso dato al tema razziale..è infatti proprio il razzismo che si respira in ogni angolo della pellicola ad essere l'effetto che maggiormente si fa ricordare. Per il resto un buon film, rapido e tranquillo, con simpatici siparietti...
thriller/poliziesco precursore del genere attuale,assolutamente straordinario,atmosfera perfetta fin da subito,coinvolgente con un cast super,affronta in maniera diversa rispetto agli anni in questione il tema del razzismo e tiene incollati per tutta la durata. assolutamente imperdibile. stracult
Film importantissimo per la storia del cinema sia per la sua qualita' che per il modo in cui viene affrontato il tema razziale. Grazie anche alle ottime prove di Poitier (Il piu' grande attore di colore fino a quel momento) e ad un Rod Steiger da antologia! I duetti tra i due sono la cosa migliore della pellicola di Jewison e poco importa se il caso verra' risolto in modo casuale e non previsto nemmeno dallo stesso investigatore. Un grande poliziesco che non è solo un semplice "poliziesco"...
Cult movie del cinema poliziesco americano, diede il via ad un vero e proprio filone. Avvincente e realizzato con grande professionismo, anche se le lodi che all'epoca gli vennero attribuite oggi sembrano un tantino esagerate. Più che sul plot, dignitoso ma certamente non straordinario, il film trova forza in una denuncia sociale piuttosto violenta per i tempi, in cui le striscianti tensioni razziali esplodono in tutta la loro barbara ignoranza ed inciviltà. Coraggioso, a tratti genuinamente incandescente (anche merito dello splendido score di Quincy Jones), in altri momenti più esagerato ed un pò effettistico. Magnifica interpretazione di Steiger, grande cast di contorno, mentre ho sempre trovato un tocco di improbabilità nell'ispettore in giacca e cravatta di Poitier (comunque perfetto).
Un buon film senza dubbio che privilegia il lato della denuncia sociale (attualissima a quei tempi) all'intreccio della storia. Ottimi gli interpreti nel quale spicca un Rod Steiger in gran spolvero.
Un ottimo poliziesco del 1967 (data cruciale). La storia è un evidente pretesto per lanciare una critica al razzismo, purtroppo molto longevo nel sud degli states. Grandi gli attori e ottime le musiche. Un film meritatamente di culto anche se non lascia senza fiato; non è un capolavoro, ma un buon prodotto entrato nella leggenda più per il periodo in cui è stato realizzato che per la sua effettiva levatura artistica.
Poliziesco per antonomasia, semplice, diretto ed ispirato. Strepitoso il duo di protagonisti, che dà vita ad una delle più riuscite critiche al razzismo che il cinema ricordi, e lo fa senza moralismi.
Otttimo e convenzionale poliziottesco che poi darà vita a sequel sia ufficiali sia televisivi (2 i primi, svariati i secondi, tutti inferiori all'originale of course).
Ad ogni modo una tra le migliori regie di Jewison.
La figura a tratti intollerente deliniata da un grande Steiger ricorda un pò il personaggio di Hackman in Mississipi Burning.
Finale più scontato di quello che si possa pensare, riuscita la critica antirazzista, bravissimo Poiter.
Un buonissimo poliziesco di Norman Jewison degli anni '60. Tutto incentrato sul tema razziale, molto forte in certe situazioni, è un film sincero, intelligente e spiazzante nonchè decisamente attuale oggi, merito di un'ottima sceneggiatura decisamente originale e importante per il periodo in cui è stato girato. Il film è diretto molto bene e scorre via tra qualche scena leggermente noiosa e altre, al contrario, indimenticabili. Rod Steiger poi è maestoso, veramente un grandissimo attore e Sidney Poitier se la cava bene e entrambi ci regaleranno dei duetti memorabili, compreso il saluto finale. E' un film imprescindibile, ha gettato le basi per il futuro.
Poliziesco in cui il contesto sociale, l'atmosfera e le interpretazioni degli attori (caratteristi compresi) contano più del lato investigativo vero e proprio. Il tono ironico e lo stile caricaturale che fanno sì che il film non si prenda troppo sul serio nell'affrontare la tematica razziale. Ha aperto la strada al poliziesco degli anni Settanta.
Da vedere tutto d'un fiato Si avvale del bellissimo incontro/scontro tra Steiger e Poitier, offre un curato ritratto di un preciso periodo storico in una piccola cittadina del Sud. Inevitabili i confronti razziali ma fortunatamente la pellicola non scade mai in considerazioni gratuite.
Bel film che rivedo sempre con piacere,soprattutto per la formidabile prova di Steiger.Nel suo sguardo c'e' tutto l'odio razzista che si possa immaginare.Grande prova giustamente premiata con l'Oscar.Bravo anche Poitier nel suo anno fortunato(quell'anno usci' anche Indovina chi viene a cena).Splendida la canzone dei titoli cantata da Ray Charles.
Sicuramente un'ottimo poliziesco di denuncia razziale, e l'interpretazione più fortunata di Poitier, che a dire il vero come attore non era dotato di grande carisma (di bella presenza questo sì indubbiamente). Straordinarie le performance di Rod Steiger, sempre immenso e per una volta meno istrionico del solito, e di Warren Oates, semplicemente uno dei più grandi caratteristi del cinema americano di sempre. Notevole la fotografia. Un classico del genere
Uno dei più classici film giallo-polizieschi. Trama ricca e ben sviluppata, che poggia sugli elementi più classici del genere, ovvero un caso di omicidio che deve essere risolto in tempi stretti, con indizi e possibili colpevoli che si palesano nel corso della narrazione ..ma in realtà, il caso poliziesco, si pone come sfondo per analizzare (in maniera limpida ed impegnata) i forti pregiudizi razziali nell’america del sud, durante i difficili anni sessanta. Ottime le ambientazioni (la piccola cittadini del Mississippi), la fotografia, la colonna sonora, ed ovviamente la grande cura nella caratterizzazione dei personaggi, due personalità così diverse ma per certi aspetti così vicine (ad es. la solitudine che sembra affliggere entrambe) ..la buona sceneggiatura mette in rilievo tematiche che, se pur lontane nella forma, sembrano ancora così attuali ..il pregiudizio e la diffidenza possono essere superati solo riconoscendo il valore dell’individuo, indipendentemente dal colore della pelle. Il buon ritmo, mai frenetico e sempre ben scandito, oltre ai diversi colpi di scena, garantiscono una visione piacevole e coinvolgente ..grande la prova degli attori, da un Sidney Poitier in stato di grazia ad un inappuntabile Rob Steiger ..buona anche la regia di Norman Jewison, con inquadrature ed atmosfere davvero degne di nota. Pellicola impedibile, capace di coniugare in maniera encomiabile tematiche razziali con un gradevolissimo giallo-poliziesco ..da vedere!
Bello e vero. Rod e Sidney sono indimenticabili. Fantastica la scena dello schiaffo al nobile. Un film abbastanza incentrato sul razzismo e sui pregiudizi ma senza mai sfociare nella banalità.
bel polizziesco che passa alla storia sia per la bellezza della pellicola, ma soprattutto per l'affermazione a grande attore di Sidney Poitier, primo nero a vincere l'oscar! il soggetto è interessante e rispetta il poliziesco classico, un film da vedere per gli appassionati e non solo!