the woman in the yard (2025)

Filmino insignificante e insipido, si capisce nel momento in cui inizia come andrà a finire.
Non c'è un minimo di suspense, nessun colpo di scena e assolutamente nessuna empatia per i personaggi.

Non mi ha convinto così tanto da raggiungere perlomeno la sufficienza. Monotono, poco coinvolgente, e non una grande interpretazione dell'unica protagonista di fatto.

Film non male, poteva essere interpretato meglio, la protagonista ha praticamente una sola espressione

Horror psicologico che crea una buona tensione e si lascia vedere tranquillamente. Forse un po' sbrigativo nel finale, ma comunque godibile.

Tra elaborazione del lutto, depressione e stati d'animo confusi e altalenanti si snoda questa storia diretta da Jaume Collet-Serra. Un ritratto psicologico fatto di paure, di smarrimento, di dolore e subconscio ma anche di reazione e presa di coscienza.
Buona la prova della protagonista, irritante invece quella dei ragazzini, regia che non si inventa nulla di nuovo ma l'atmosfera tensiva ricreata riesce a trasmettere quel senso di angoscia che attanaglia la protagonista, offrendo una visione sufficientemente valida.
Nulla di trascendentale ma sufficienza abbastanza agevole e meritata.

The Woman in the yard è un horror psicologico. Questa donna velata di nero è un qualcosa di sovrannaturale che crea disagio specialmente nella protagonista, anzi si può considerare una vera proiezione dell'angoscia e della depressione della donna, sopravvissuta ad un incidente d'auto in cui è morto il marito. E' sola, ferita nel corpo e nella mente, con due figli da proteggere ed una fattoria isolata, momentaneamente senza elettricità, quindi fuori dal mondo. E' una lotta con sé stessa richiusa nel finto rifugio della casa, che con i suoi angoli scuri è più una prigione che un rifugio. Personalmente la narrazione è eccessivamente diluita ma la Deadwyler è brava mettendo in mostra un personaggio non povero di sfumature ed é sufficiente ad un risultato complessivo dignitoso.