il permesso - 48 ore fuori (2017)

Al secondo film Amendola(che sceneggia con Giancarlo De Cataldo,autore del sogetto)lascia la commedia per il classico spaccato di vite allo sbaraglio sia nel sottobosco di Roma che nei quartieri alti.I temi,pur non nuovi(redenzione,sacrificio,incomprensioni tra genitori e figli,onore,vendetta)sono messi in scena con bella grinta,si passa abilmente dai toni scanzonati ai momenti duri(senza farsi mancare sesso e violenza)e gli interpreti sono molto ben diretti.Non manca di retorica e non tutte le storie si concludono efficacemente(in particolare quella di Angelo e Rossana eccede in sentimentalismo)ma è un cinema piacevole e appassionato,per certi versi non indegno di Stefano Sollima,da cui probabilmente Amendola avrà preso spunto dopo "Suburra".Purtroppo come il precedente film del regista il pubblico lo ha accolto con totale indifferenza.Probabilmente perchè di Amendola conoscono solo gli esordi e I Cesaroni.Uff...

Brutto, non osceno filmetto con qualche trovata non da buttare poi ovviamente non sviluppata, che scorre facendo il suo, nel classico stile, di chi ha pane ma non ha i denti.
Gli attori meglio fargli star zitti il più possibile.
Così e così, solo se non paghi mi par giusto.

salvabile solo per spadino!

Come hanno già correttamente sottolineato altri utenti prima di me, con Claudio Amendola dietro la macchina da presa e - aggiungo - Luca Argentero come protagonista il rischio di sottovalutare questo lavoro per bollarlo come convenzionale ancora prima di vederlo c'era tutto. E invece la sua visione mi ha riservato una lieta sorpresa: le tre brevi storie che ci racconta si alternano bene tra loro ( anche grazie ad un montaggio discretamente riuscito ) e ci regalano tre spaccati di vita "borderline" dai connotati molto interessanti. Amendola si riserva il ruolo forse più sfaccettato e vicino ai cupi temi gangsteristici à là Gomorra o Suburra mentre ad Argentero tocca una storia di vendetta personale ben più piatta. Tra tutte ho preferito però il racconto dei due giovani sbandati che trovano un motivo per dare un senso alla loro vita, interpretati con un certo entusiasmo da Valentina Bellè e Giacomo Ferrara. A conti fatti è da considerarsi quindi un film riuscito, tuttavia un quarto d'ora di girato in più avrebbe permesso alle storie di non chiudersi in maniera così repentina, dando modo di approfondire qualche snodo di trama in più ( soprattutto l'episodio di Amendola ).

Bravo Claudio...sinceramente partivo prevenuto sulla regia di Amendola ma ho dovuto ricredermi...il film è filato via liscio senza intoppi ...bella storia basata su 4 personaggi ben delineati e molto diversificati tra loro .

Sufficienza stiracchiata...

La cosa più sbagliata sarebbe partire prevenuti per le regia di Amendola, che invece svolge un buon lavoro a livello di caratterizzazione dei personaggi. E lo fa bene in solo un'ora e mezza. Argentero, uscito dal trash, si dimostra come per quasi tutte le sue interpretazioni, misurato e perfetto nel ruolo.
Pellicola, comunque, che si presta a una visione soltanto.
6/7

Noir all'italiana girato con tinte scure e notturne . Tre storie che partono dalla stesso inizio ma avranno fini divers .
Ognuno è calibrata bene e non pesta i piedi alle altre . Attori bene ma non eccelsi ..
Poco credibile Argentero ,meglio Amendola.

Dopo il simpatico film di debutto Amendola si getta sul drammatico raccontando 2 giorni di liberta' provvisoria di alcuni galeotti.
Dai loro primi attegiamenti si capisce gia' che forse l'idea di questa prigione non è stata un granche'. Ma del resto quale altro messaggio dovrebbe passare visti i vari finali?
Sinceramente penso che da uno spunto interessante sia stato tirato fuori un film bruttino dove ogni singola storia non porta a niente di nuovo o emozionante.

Finalmente ogni tanto qualche film buono salta fuori.bravi

Carino, bravi gli attori. Da una visione soltanto.

Maluccio..e poi vedere Argentero nella parte del duro...mah!!!!

Discreto film di Amendola visto che le storie raccontate sono tutte interessanti, secondo me avrebbe dovuto osare di più, mentre l'impressione è che concluda troppo in fretta.

Dalla commedia di La mossa del pinguino alle sfumature noir de Il permesso, il cinema di Amendola si basa molto sui personaggi. Anche in questo caso, come nel precedente film ci sono quattro personaggi che riprendono contatto con il mondo esterno per 48 ore. Chiusi per diverso tempo, chi più chi meno, dentro il perimetro carcerario, le 48 ore presentano per tutti loro il riannodare i fili con il passato e fare il punto della situazione, fra chiarimenti, voglia di riscatto o di redenzione.
Se il personaggio di Argentero è ben inquadrato dal punto di vista fisico, non altrettanto dal punto di vista psicologico, forse bloccato da un'impostazione già predefinita fin dalle prime batture ad un percorso verso il martirio. I due giovani nella pellicola rappresentano la speranza per futuro, fare ammenda dei propri errori e non ricadere in basso, che ne simboleggia il riscatto, mentre Amendola è il sacrificio nei confronti della propria famiglia.
L'intreccio delle storie non è particolarmente originale, ma è equilibrato ed ogni segmento ha il suo giusto spazio. Forse è proprio quel qualcosa di particolare che manca a questo film, però il racconto è onesto e sincero e la fattura complessiva più che dignitosa.

Si merita un voto basso perché poteva essere un film cult se solo si fosse osato più profondità dei personaggi. Argentero buona preparazione fisica e credibile abbastanza nella veste di duro in cerca di vendetta.
Amendola stanco, il suo racconto è il meno interessante e coinvolgente.
La storia del 25enne e della ragazza coinvolge, ma è debole e frivola.

Non me lo sarei aspettato mai, salvo solo Argentero. La sua storia è poi piuttosto sporca, uomini balordi, sangue, botte, ********, ...

Altro difetto del film ...ci mette almeno 20minuti a partire, ad essere coinvolgente. Poteva essere più sprint e con una colonna sonora degna.

4 storie interessanti ma non sviluppate in maniera adeguata.
Nulla di brillante, ma la sufficienza la merita.
Attori credibili.

poteva uscire un filmone se avesse osato di piu, troppo frettolose le storie poco sviluppate sembrava come se volesse accorciare la durata del film peccato

Incursione di Amendola nel noir alla romana. Non aspettatevi niente di che, ma per una serata senza impegno, va bene. Ricorda, come stile, certe pellicole poliziesche italiane degli anni '90 ("Poliziotti", "La Scorta", "Palermo Milano - Solo andata"), alcune proprio con Amendola.
Per quanto riguarda le interpretazioni, Argentero non convince nella parte del duro, Amendola sembra svogliato, ha fatto di meglio. Bravi, invece, i due giovani attori protagonisti.

A me personalmente è piaciuto molto. Non siamo ai livelli di Suburra o Gomorra, ma gli attori sono convincenti e senza volere rivelare nulla, il finale offre anche una minima speranza.

Banale e scontato in tutte e quattro le storie che affronta. Pessima scelta della colonna sonora, fastidiosa. Si salvano le prove attoriali di Ferrara e Bellè. Vale la pena solo per

SPOILER

Buona la regia di Amendola. Gli attori non mi hanno convinto più di tanto in particolare Argentero che l'ho trovato inadatto. Comunque mi è piaciuto nell insieme.

Un po' scontato e prevedibile a livello di trama ma l'interpretazione di tutti gli attori è superlativa.

Niente di originale, ma interessante.