solitary man regia di Brian Koppelman, David Levien USA 2009
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solitary man (2009)

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locandina del film SOLITARY MAN

Titolo Originale: SOLITARY MAN

RegiaBrian Koppelman, David Levien

InterpretiMichael Douglas, Susan Sarandon, Danny DeVito, Mary-Louise Parker, Jenna Fischer, Imogen Poots, Jesse Eisenberg, Anastasia Griffith

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 2009
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 2009

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Trama del film Solitary man

Un magnate del commercio automobilistico un po' troppo donnaiolo vede andare in frantumi matrimonio e carriera a causa del suo comportamento… poco etico.

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Voto Visitatori:   6,33 / 10 (15 voti)6,33Grafico
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Voti e commenti su Solitary man, 15 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  02/01/2022 09:56:03
   6 / 10
Film che sembra essere una biografia dello stesso attore Douglas, in un viaggio interiore che evidenziano i suoi errori da Lui riconosciuti. Lui e' bravo da sempre, in questa pellicola lo dimostra con una bella interpretazione. Finale ambiguo con l ultima scena che fa scappare un sorriso.
Sufficiente. 6+

Mauro@Lanari  @  07/10/2019 16:54:17
   8 / 10
Nel 2009 Clooney sembrava aver messo in scena la propria vita calandosi nei panni del protagonista d'"Up in the Sky", personaggio ondivago tra la fedeltà monogamica (=Canalis?) e un'esistenza votata alla promiscuità. L'anno successivo esce, si fa per dire, questo film straripante d'analogie su e con Michael Douglas: meglio il matrimonio a fianco della Zeta-Jones o le dicerie su un ripetutamente smentito problema di "sex[ual] addiction"? Tanto gigioneggiava da impareggiabile ruffiano Clooney quant'invece Douglas s'espone in chiave drammatica, per nulla lieve e nemmeno indolente, ma dolente, da loser contro la propria volontà. Eccelsa la cifra autoriale di Koppelman (produce pure Soderbergh) che toglie al film l'inimmaginabile, come se il destino di Douglas fosse già scritto e dunque il "Solitary Man" non disponesse d'alcuna reale possibilità d'interagire col resto dell'altrimenti ottimo cast. C'è una panchina da cui bisognerebbe alzarsi per decidere (nessun rimando a "Forrest Gump" o a, orrore, "Caos calmo"), tuttavia il finale resta sospeso: sebbene Douglas abbia davvero optato per l'avventura nuziale, col suo alter-ego davanti alla mdp pare intenda dirci che è stato solo per predeterminismo, per un fato che ci consegna in dotazione un'indole che non lascia scampo. Storia insomma d'una discesa agl'inferi, d'una catàbasi dove forse è doveroso non indagare su ulteriori affinità tra Michael e le tematiche aggiuntive della vecchiaia e della malattia. Privo intenzionalmente d'ogni appeal per un pubblico sempre più alla ricerca d'effetti facili e/o speciali, qui in Italia la pellicola ha bypassato la distribuzione in sala ed è terminata subito nel giro dell'homevideo. Visto per caso in tv qualche tempo fa, ha l'ulteriore impagabile merito di lasciare l'enorme dubbio che il sillogismo "tutte le donne sono uguali, ergo lo stare a fianco sempre della stessa o il cambiare partner a ripetizione è un distinguo insignificante" sia fallace nella premessa maggiore.

Mauro Lanari

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freddy71  @  10/08/2015 17:31:13
   6½ / 10
film un po' inconcludente secondo me....si salva un po Douglas la colonna sonora e poco altro

topsecret  @  29/05/2015 17:10:27
   7 / 10
Nella sua semplicità nell'esporre i fatti di un uomo in crisi esistenziale, giunto ad un bivio della sua vita mandata in vacca per puro egocentrismo o solo perchè non accetta il tempo che avanza inesorabile, SOLITARY MAN può contare su un cast di tutto rispetto e su una regia affidabile che dosa bene il dramma con la commedia riuscendo ad intrattenere e coinvolgere senza fatica.
La prova di Michael Douglas è precisa e altamente credibile, e non è certo una novità, i registi gli affidano le sorti del film parlando allo spettatore senza inibizioni, raccontando in maniera fluida e credibile una storia che fa riflettere e sorridere malinconicamente, senza essere banale o far leva sulla retorica ad ogni costo.
Il finale aperto mi è piaciuto e la cappa di solitudine che affligge il protagonista potrebbe anche trovare fine, se è lo spettatore a decidere.
A mio avviso è un prodotto discreto che merita attenzione.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/09/2013 22:33:32
   6 / 10
"Solitary Man" è un filmetto scialbo e senza pretese che però ha stretto con me un rapporto di insolita amicizia. Periodicamente e magicamente, quando io sono depresso, accendo la tv e ci trovo sto film. Mi è successo nel 2010 come l'altro giorno. Allora, alla seconda visione, mi sono messo a guardare questo film con più attenzione e credo che in fondo "Solitary Man" qualcosa da dire ce l'abbia.

Come già detto, è un filmetto. Nel senso che è l'unità base del livello raggiunto dal cinema, dalla tecnica propriamente cinematografica, al giorno d'oggi. Voglio dire che "Solitary Man" è un film effettivamente girato magnificamente. Tutti i codici sono rispettati, la storia regge, è scritta bene, gli interpreti sono in parte, la regia fa il suo porco mestiere come si deve. Nulla è fuori posto. E' un film da manuale, nel senso che se dovessi dirigere un corso di tecnica cinematografica farei vedere in primis questo film. Uno potrebbe obiettare che il cinema è molto più che questo. Io direi di no. L'arte del racconto cinematografico in sè e per sè è questa. Quello che trovo sbagliato di come si insegna il cinema in Italia è che si fanno splendidi corsi su Orson Welles, Hitchcock e John Ford. Certo, sono registi che hanno fatto la storia, che hanno posto le basi perché due sconosciuti qualunque potessero girare "Solitary Man" e far su un po' di soldi. Ma forse è sbagliato mostrare così tanto le opere di questi grandi. Welles non era cinema, era eccedenza. Era gente che piegava l'arte cinematografica alla propria mente distorta, leggetevi la prefazione di Jean Cocteau alla monografia di Bazin per capirne meglio.
Chi vuole studiare cinema si guardi Orson Welles, chi il cinema lo vuole fare cominci da Solitary Man.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  26/07/2011 01:28:39
   8 / 10
Bellissimo dramma esistenziale, semplice ed efficace. Amaro, desolante e malinconico, ma presentato con la giusta dose di ironia, Solitary Man è un film assai equilibrato. la scrittura cinematografica è ineccepibile, perfetta! La regia è elegante così come la fotografia. Gli interpreti sono favolosi. Michael Douglas calca la scena senza mai esagerare e regge da solo l'intero film, dimostrando ancora una volta la propria classe oltre che la propria bravura. Sublimi anche le interpretazioni di Danny DeVito e di Susan Sarandon, ma quello che più affascina è il fatto che non ci sia nessun attore e, in particolare data la trama, nessuna attrice mai fuori posto o sopra le righe. Risultato raggiungibile solo quando tutte le componenti filmiche sono in perfetto equilibrio fra loro e, in particolare, la scrittura cinematografica, la direzione degli attori e la caratterizzazione dei personaggi.
Film a mio parere ingiustamente snobbato e sottovalutato. Certo, non è una commedia, non fa trascorrere una serata disimpegnata e si macchia anche dell'imperdonabile colpa di stimolare la riflessione solo sussurrando e senza mai gridare nessun messaggio.
personalmente non vi ho riscontrato né un difetto né una imperfezione, neppure piccola. A mio giudizio è un lavoro di altissimo livello.

marfsime  @  23/07/2011 12:03:04
   7 / 10
I picchi della vita di un uomo tra successo..una discesa improvvisa..fino alla nuova salita che poi viene stroncata sul più bello da una scappatella di una notte (una delle tante) con la figlia della giovane donna con la quale sta assieme. Da quì il declino lento ed inesorabile (definitivo probabilmente) di un uomo che progressivamente perde tutto..dal denaro sino agli affetti più cari..le amicizie più importanti..le persone che per lui contano qualcosa. Emblematica la scena finale con lui solo sulla panchina che gli ricorda i bei tempi andati che guarda una giovane ragazza passare..proprio quelle ragazze e quelle donne in generale che l'hanno rovinato.

enter  @  26/06/2011 19:17:35
   5 / 10
fallimenti e risalite, ci si abbassa la china per poi alzarla, e micheal douglas e ottimo nell'interpretazione in questa parte...ma e contornato da mummie e da una trama rilenta e che non prende mai spicco..

sandrone65  @  27/05/2011 23:44:37
   6½ / 10
Buona prova di Michael Douglas sul comportamento autodistruttivo e refrattario alle regole di un sessantenne incapace di riconciliarsi con l'avanzare degli anni.
Peccato per il finale che banalizza pesantemente la pellicola imboccando lo spettatore sul il rapporto causa-effetto, troppo semplice e troppo esplicito, che ha determinato il comportamento del protagonista. Comunque un buon film.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/03/2011 00:23:30
   4 / 10
Indigesta parabola moraleggiante sulla paura di invecchiare, sul mito del riscatto e sull'inesorabile sessismo su cui la cultura americana si basa sempre e comunque.
Forse l'aspetto più interessante è proprio l'ansia con cui l'attempato playboy vive l'entrata nella terza età a suon di sveltine e rifiuto di visite mediche; a conti fatti è comunque un film inutilmente estremista, fortemente stereotipato e senza un filo di ritmo. Il conformismo del finale mette i brividi. Douglas fà tutto il possibile mentre è assurdo come una grande attrice come Susan Sarandon venga sempre più spesso relegata in ruoli puramente da tappezzeria.
Un film scialbo e noioso che da noi è uscito direttamente in dvd.

kossarr  @  30/12/2010 04:30:30
   7½ / 10
Un percorso post fallimento per un ex uomo d'affari che si ritrova sul lastrico.
La trama non racconta niente di nuovo ma lo racconta bene.
Douglas si conferma ancora un ottimo attore e la storia non annoia mai e a volte incuriosisce.
Lo consiglio è un bel film, con una bella colonna sonora e un'ottima fotografia.

Febrisio  @  21/11/2010 18:24:39
   5½ / 10
Si fa guardare senza problemi, anche passando inosservato. Pur trattando un tema interessante, non riesce mai a darti le giuste emozioni. L'unico piccolo spiraglio di vita te lo da una panchina, è tutto dire.
Un film che potrebbe rientrare nel tema "berlusconismo".

Invia una mail all'autore del commento bleck  @  13/11/2010 12:42:56
   7 / 10
Confesso che mi sono avvicinato con circospezione a questo film, uscito senza troppo battage pubblicitario, ed in italia solo su dvd, ma mi sono dovuto ricredere. Strepitoso Douglas che non da la sensazione di recitare ma di interpretare una sorta di se stesso, un maturo mattatore donnaiolo alla deriva, avviato al crepuscolo a causa dei suoi comportamenti...e che affonda malinconicamente...
Un film triste che sembra avere una sua morale...ossia che vivere sempre border line...alla fine ti relega fuori...perdi i pezzi della tua vita...perdi i pezzi di te stesso...
Da vedere, absolutely...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  14/10/2010 12:09:29
   6½ / 10
Ben Kalmen è un brillante commerciante d'auto che ha avuto molto successo sia nel lavoro che nella vita privata, peccato che a causa del suo comportamento privo di regole inizia pian piano un processo autodistruttivo.
Il film, in Italia credo distribuito solo in dvd, prende il titolo da un album del grande Johnny Cash e proprio la canzone che dà il titolo all'album sarà oggetto di cover da parte di molti artisti.
Il Ben del film è proprio come il protagonista della canzone ha amato molto, forse senza mai riuscire a trovare la propria strada. Proprio per questo Kalmen ha atteggiamenti infantili e irritanti.
Il film non è un capolavoro ma Douglas ci regala una splendida prova.

axel90  @  24/09/2010 10:37:34
   4½ / 10
Storie di redenzione, di fallimento e poi di risalita, di chi abbassa la china per poi alzarla ancora più in alto. Il film gira intorno a questo e per fare ciò nei migliori dei modi lo fa affidando il tutto alla sapiente recitazione di Michael Douglas. Già perché è forse l’unico motivo e ben pochi altri per cui il film merita la visione. Ben è un uomo che possiede tutto: ottima famiglia, bellissima moglie, lavoro remunerativo e una vita sociale parecchio disordinata. Ormai sessantenne, decide di vivere sempre sul filo del rasoio, prendendo appuntamenti con giovane ragazze o mamme divorziate. Fatto sta che Ben si spinge forse troppo in là, in un punto per cui non sembra più uscirne. Per lui allora diventa un inferno, perdendo tutto e rimanendo solo, senza nessun punto di riferimento.
La storia si sviluppa come un drammatico con leggere virate alla commedia, il tutto secondo un gusto indie. La pellicola ruota tutta intorno a Douglas che offre una prestazione veramente convincente (merito anche del suo personaggio, abbastanza pompato ma sicuramente ben sviluppato). Il problema di fondo è che il film sembra ruotare esclusivamente sul fallimento e sul sesso. Non tanto scene di sesso (nessuna) ma il modo in cui se ne parla, in modo così ruffiano e poco attento, quasi bambinesco. Personaggi abbozzati, soprattutto quelli femminili, sinceramente deturpate e trattate come essere ignobili, più vicine a streghe in cerca di sesso e soldi. E poi retorica spartana, lunghe pause sul faccione di Michael per esprimere sofferenza e pietà. Cast da mettere paura, usato male. Temi del genere già stra-abusati da Hollywood rivisti in maniera più piacevole e diretta, ma spalmati su di un film poco convincente, prolisso e artificioso.

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