l'anguilla (1997)

Bello e commovente il film di Inamura racconta la lenta rinascita di uomo tranquillo che si è fatto sopraffare dalla sua debolezza e che ha tragicamente scoperto il suo lato oscuro, uccidendo la moglie. Un orrore da cui non riesce a distaccarsi, scegliendo di vivere una vita appartata, un limbo esistenziale dove l'anguilla diventa grottescamente il suo confidente. La conoscenza con Keiko, la donna somigliante alla moglie e che lo aiutsa nella sua attività di parraucchiere, riesce in qualche modo a far entrare la speranza in un uomo che l'aveva persa. La scoperta di una personale redenzione. Inamura racconta con dovizia e cura la vita di quest'uomo equilibrando vari registri all'interno della sua opera, prestando attenzione a non sovraccaricare l'uno nei confronti dell'altro, riuscendoci in maniera più che ottimale.

Un vero artista Imamura e non è facile spiegarne il motivo. Mi verrebba da dire che Imura sta al cinema come Adachi sta al fumetto. Questo regista riesce sovente a creare un'atmosfera rilassante nei suoi film grazie a dei dialoghi molto semplici ma incisivi. La scelta del tema musicale (praticamente unico) è determinante e lo spettatore è lieto di ascoltare quelle poche note, inserite sempre in scene importanti. L'anguilla (film premiato a Cannes) contiene alcuni degli elementi che troveremo nel capolavoro, successivo di pochi anni, Acque tiepida sotto un ponto rosso, dove lo sviluppo e l'intreccio degli stessi è più armonioso. Grande cinema davvero, pur non essendo un capolavoro come già altri hanno scritto.

Particolarmente ostico dopo i primi 5, intensi minuti, migliora piano piano con l'approssimarsi di vari personaggi, la metafora dell'anguilla e Yamashita (e l'uomo in generale) è particolarmente commovente e mai pedante, compresi i vari rimorsi di coscienza del protagonista.
Anzi, complimenti a Imamura per essere riuscito a fare del personaggio principale della vicenda un uomo che, nonostante l'uxoricidio, diviene emblema di un cambiamento difficile, pieno di ostacoli sul cammino ma nonostante tutto positivo.
Molto bello anche il tono surreale e quasi slapstick dell'ultimissima parte, nonché il finale.
Insomma, è fatto cosi bene, con una sceneggiatura cosi interessante e delle recitazioni tanto sentite che diventa difficile non inserire "Unagi" tra le opere più riuscite e rappresentative del cinema di Shohei Imamura anche se bisogna ammettere che resta un passo indietro rispetto a "La vendetta è mia" e "La ballata di Narayama".
Palma d'oro (ex aequo) meritata anche se non un capolavoro ma "solo" un buonissimo film.

Un ottimo Imamura, semplice ed equilibrato. Non un capolavoro, certo.

Davvero molto bello.

non tra i migliori di imamura ma comunque molto valido

film straordinario di imamura da vedere assolutamente per la grande maestria del regista e la grande interpretazione di yakusho. il film forse è troppo lungo, ma ci sono alcune scene veramente formidabili .

film che ha vinto la palma d'oro a Cannes nel 1997!
l'inizio è dei piu promettenti...l'uomo alle prese con la dura realtà dei fatti scatena la sua rabbia ma solo in quel piccolo istante perche per il resto dei suoi giorni tornera ad essere il mansueto tipetto di sempre...interessante il suo contrasto interiore che vive nei confronti della collega di lavoro!
nel finale assistiamo invece ad alcune scene grottesche che si allontanano,a mio avviso,dal significato del film...
poteva essere migliore!