il grande duello (1972)

Western che verra' ricordato principalmente per lo splendido tema musicale di Luis Bacalov ripreso anni dopo da Tarantino per il suo corto animato in "Kill Bill".

Il film offre invece poco, sceneggiatura confusa, scene che si prendono poco sul serio e il solito carisma di Van Cleef che fa del suo meglio.

Spaghetti-western minore.

Sceneggiatura fumosa che si arrabatta tra momenti seri con altri più leggeri ma poco intrigante e poco curata in fatto di linearità.
Cast e regia fanno il loro senza strafare ma la storia non pare così interessante da meritare applausi a scena aperta.

Non proprio uno spaghetti western memorabile,Santi dirige bene,le musiche sono convincenti ( e verranno citate da Tarantino in Kill Bill ) e la confezione in generale è ben curata.
Purtroppo a funzionare poco è la sceneggiatura,con qualche buco di troppo e con dei personaggi poco e mal caratterizzati,per non parlare del risibile spunto giallo che dà il via agli eventi.
Nel cast si salva un Lee Van Cleef ( che comunque non sembra impegnarsi molto),mentre gli altri a partire da O'Brien risultano abbastanza mediocri.
Dispiace perché alcune scene sono notevoli ( il segmento finale,i flashback in bianco e nero),un occasione sprecata.

Wester spaghettissimo che di memorabile ha solo il tema musicale (ripreso da Tarantino) tanto che ce lo faranno sentire 5-6 volte. Van Cleef usa la tecnica di Eastwood per i western: vestirsi sempre uguale e fare sempre lo stesso personaggio (del resto, ha funzionato). La storia è molto sbracata (tanto da ricordare i Trinità in certi momenti) ma abbonda in violenza ed omicidi (magari ispirandosi a Peckinpah). Attori, locations, dialoghi, situazioni, è tutto sgangherato e tenuto insieme a forza, dall'inizio alla fine. Se si amano gli spaghetti western, magari lo si può apprezzare.

Ottimo, coinvolgente e robusto spaghetti western, decisamente sottovalutato. Evidenti i rimandi a Leone, ma presenta indubbiamente una sua originalità con un quasi anomalo elemento giallo-thriller, che pur non dominando la scena risulta certamente accattivante. I vari duelli e le sparatorie appassionano innegabilmente. Immutato il fascino di Lee Van Cleef.
Senza dubbio una pellicola imperdibile per gli appassionati del genere.

Giancarlo Santi , noto agli addetti ai lavori più che altro per essere stato l' aiuto regista di Leone e di Petroni , dirige questo curioso western con qualche venatura gialla . A tratti è piuttosto pesantemente ricercato , ma soprattutto è decisamente inverosimile in alcune vicende . Parecchia azione nella seconda parte , con numerosi spargimenti di sangue , persino eccessivi . A parte Lee Van Cleef , che fa onestamente il suo solito personaggio , il resto del cast è in gran parte semisconosciuto ( forse perchè si tratta di una coproduzione internazionale ) ma questo non è un difetto perchè evitamo di vedere sempre le solite facce tipiche degli spaghetti western italo spagnoli . Addirittura il coprotagonista O'Brien è forse al suo unico film ed ora ( ovviamente con il suo vero nome ) fa il giornalista a "L'espresso" . Non male alcune musiche di Bacalov , riprese anche da Tarantino in "Kill Bill" . Decisamente anomale invece alcune locations toscane .

abbastanza scoppiazzato da altri film piu famosi si salva dall'insufficenza grazie agli attori. il film fila in modo poco omogeneo e non vengono sempre esaltate le scene giuste e credo sia questa la pecca che fa scadere il resto.

Spaghetti western rivalutato un annetto fa "grazie" a Tarantino. A me non ha convinto. Van Cleef rifa' una versione appannata del personaggio di "per qualche dollaro in più", il tono del film ondeggia tra momenti seri e momenti caz.zari degni quasi di trinità, qualche primo piano "oculare" tanto per rimandare a Leone... noiosetto e senza pathos.