fish tank (2009)

Per lo più concorde a ciò che è stato detto nei vari commenti..
Abbastanza realistico e convincente..

Solitudine e disagio nella periferia britannica con la scontrosa adolescente Mia che vive una situazione familiare complessa per via della madre giovane alcolizzata e un ambiente attorno poco favorevole. Il tutto poi ruota attorno alla figura del giovane e affascinante compagno della madre e delle interazioni con la giovane. Buon film sul disagio di certe zone, girato in maniera semplice e realistica.

E invece e' un piccolo gioiellino questo dramma di Andrea Arnold sulla ribellione adolescenziale. Girato nei sobborghi di Londra (Tillbury, Havering), vibrante di realismo e prodotto con strategie intelligenti - tra cui quella di filmare in ordine cronologico e di non svelare la sceneggiatura agli attori -, Fish Tank non ha un momento morto, una parola fuori posto, un avvenimento inutile.
Il complicato triangolo che regola le vite dei protagonisti e' narrato con maestria, in particolare la continua ambiguita' del personaggio di Fassbender rende la fase della seduzione molto "coinvolgente" e l'esplosione liberatoria nell'amplesso ne e' il degno epilogo (nonche' inizio del "terzo atto" della vicenda e il disvelamento della verita).
Kate Jarvis sembra avere il ruolo cucito addosso; d'altronde all'epoca era una giovane adolescente presa dalla strada (notata da uno dei responsabili del casting) per cui sa come delineare sogni e insicurezze della quindicenne Mia e la sua vita all'interno di una famiglia ai limiti del disfunzionale (sorelline di 10 anni che fumano e bevono 66 in lattina? Davvero?).
Come quella cavalla bianca che tenta di liberare, Mia si sente imprigionata, inabile a fuggire: alla fine lo fará, senza particolari ostruzioni. Anche se nutriamo dubbi se quel trasferimento a Cardiff col nuovo "ragazzo" sia davvero quello che cerca dalla vita..
Uno spaccato di vita che non ha pretese di novita' ne' di autorialitá ma sa gestire molto bene il materiale narrativo e i tempi filmici. Non avevo mai sentito parlare della Arnold fino ad ora ma Fish Tank mi porta a voler recuperare altri suoi lavori

Ricorda, come tipologia di film, storie come GUMMO o, più recentemente, UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA. Adolescenti problematici, lasciati un po' a loro stessi da famiglie poco presenti e quasi indifferenti alla loro situazione di vita.
Un film dai toni cupi, malinconici, diretto e interpretato bene, capace di non annoiare e assicurare una visione interessante, nonostante un ritmo non sempre all'altezza.

I film nati come indipendenti mi sono sempre piaciuti\interessati e questo mi ha portato a vederlo... sapendo soltanto della trama e poco altro.
Mi rendo conto ora post visione di aver visto un film davvero meritevole, triste, pesante sotto certi aspetti, scene, ben recitato e girato.
Una storia trascinante, meritevole. Ottima fotografia.

Katie Jarvis, eccolo il volto nuovo del cinema, meritevole, interpretazione degna, piace, bella presenza...
Michael Fatoassbender, l'attore top, ci vuole, dove c'è lui, lodevole e magistrale.
Kierston Wareing, che attrice, bella e piace. Interpreta decentemente la sua parte!

La regista, donna, riesce a centrare il suo obiettivo, uno dei suoi pochi film, ha fatto serie tv fin ad oggi, eppure, ecco che riesce a coinvolgere.. tiene legato a chi vede la sua pellicola in modo con questo drammatico a ciel sereno, lega e condiziona a chi lo vede.

Film potrebbe esser lento, di poco conto, è una storia già vista è vero, eppure sta regista ad trarne beneficio, a dargli lo spessore che merita.

Film consigliato, da vedere!!

SPOILER

Un vero e proprio crescendo. Inizia col sogno di un ballo per evadere da una realtà ripugnante che ha plasmato anche la fastidiosa protagonista, termina con un ballo diverso, carico di significati ma privo di speranza.
Mia è come un palloncino gonfiato ad elio. Prima o poi se ne deve andare.

Un buon film, che penetra efficacemente nella realtà di una famiglia "bassa" in tutti i sensi, e che segue il percorso di vita ed il tentativo di adattarsi ad essa, di una ragazza abbrutita dalla durezza della sua condizione, ma ricca di risorse e sensibilità dentro.Molto brava la ragazza che recita questo ruolo. Intensa la descrizione di ambiente e personaggi. Commovente anche, in certi momenti.

Solito film indipendente su teenager disadattata, in famiglia disadattata, con problemi di integrazione e di cominicazione, girato come sono girati praticamente tutti i film di questo genere (camera a spalla, luce documentaristica ecc...). Buone interpretazioni, ma niente di nuovo sotto il sole.

Bello e tristissimo, quoto tutto quello che ha gia' detto Oh-dae e in piu' aggiungo che Katie Jarvis è di una bellezza e bravura sconvolgenti, ci fosse stata un'altra al suo posto il film non sarebbe risultato cosi' vero e cosi' incisivo.

Cause you never know when you're gonna go
Life's a bitch and then you die....

Nooo...ma come mai questa attrice così pluripremiata non ha fatto altri film? E' davvero brava ed intensa. Ruolo di adolescente disadattata ma con il desiderio di giustizia che la sua realtà di deprivazione socio-ambientale non è riuscita a soffocare. Suggerisco la visione di Red road a chi è piaciuto questo film.
Bello anche l'hip hop accennato tra le righe. La mamma però, supera la figlia!
Da non perdere.

Gran film con ottime spruzzate di critica sociale che ha avuto un gran successo in Gran Bretagna e qui è passato molto in sordina.
Fassbender bravo, ma qui la protagonista che è stata pescata dal nulla per girare questo film si dimostra veramente superlativa.

Buon film, e ottime interpretazioni.

Girato con stile realistico di denuncia sociale, "Fish Tank" racconta la storia di un'adolescente nei sobborghi inglesi.
Asciutto, amaro e deprimente, è interessante senza essere brillante.
Bravi gli attori.

Una superba mezz'ora finale giustifica forse lo straordinario successo di critica ricevuto da Fish Tank, non ultima la vittoria del BAFTA come miglior film inglese dell'anno. Si sa, nel cinema inglese la denuncia sociale sta come le corna a quello italiano, entrambe sono onnipresenti. Qui si racconta la storia della quindicenne Mia, adolescente ribelle, testarda e maschiaccio con, apparentemente, il solo sogno di diventare una ballerina di hip hop ma in realtà in cerca di quell'amore, di quelle attenzioni, di quella protezione che la sua giovane madre snaturata non gli ha mai saputo dare. La squallida vita della sua famiglia viene in qualche modo sconvolta con l'arrivo di Connor (un ottimo Fassbender), bello e gentile, amante della madre. Con un sottilissimo gioco psicologico, a mio modo di vedere raccontato perfettamente nella pellicola, madre e figlia cominceranno ad avere una sorta di conflitto, rivalità per il "possesso" del giovane.
E se nei primi 3/4 della pellicola si procede molto blandamente senza particolari scene che catturano l'attenzione (se non quella magnifica della svestizione di Mia da parte di Connor), nell'ultima mezz'ora abbiamo un improvviso cambio di ritmo intendendo per ritmo quello puramente mentale derivante da una potenza narrativa che piano piano finalmente viene fuori.
Tutto crolla nel mondo di Mia: la cavalla, simbolo di se stessa imprigionata in un mondo, in un acquario (fish tank) che le sta stretto, muore; l'audizione, ultima speranza di Mia di uscire dalla sua squallida vita (e forse dalla prospettiva di una scuola correttiva), si rivela molto diversa da quello che pensava; Connor, in poco tempo divenuto vero e proprio punto di riferimento per la ragazza, allo stesso tempo surrogato delle figure del padre e dell'amante, non è quello che sembra. A tal proposito la scena di Mia con la figlia di Connor è allucinante, 5 minuti di tensione purissima, veamente magistrale. Così, quando non hai più niente, quando non ci sono più speranza, l'unica salvezza è la catartica fuga. Prima però, probabilmente per la prima volta nella loro vita, c'è un attimo in cui Mia, sua sorella e la madre vivono la sensazione di essere una famiglia, di volersi bene. Ad Hollywood avremmo avuto qua il the end, ma questo è il cinema inglese, radicato nella realtà, e un ballo non può cancellare quindici anni di disamore, di indifferenza, di nulla.

Solito filmetto sui problemucoli esistenziali adolescenziali, rebellion rules, e shit e fuck.
Ormai non hanno più niente da dire questi film, manco la trama e l'andamento hanno cambiato. La protagonista l'hanno fatta più stupida del diavolo, e pure la sorellina è cretina e irritante. I dialoghi sono di un'intellettualità filosofica tipo "sei un idiota", "ti odio, stron4o". E shit e fuck, e fuck e shit. Ma sciopa.

La storia di un'adolscente disadattata in una famiglia disadattata... Noiosa, piatta, banale. Trama prevedibile dal primo istante.

Questo film è sicuramente molto "inglese" nello stile. La storia e la regia richiamano subito alla mente Loach e Winterbottom. Una trama asciutta e dura, un'ambientazione povera, cupa, grigia. Certo le tematiche sono più che usurate ma il risultato è di livello discreto grazie anche all'interpretazione della giovane protagonista.
Alcune formule sono troppo semplicistiche (il provino come tentativo di riscatto...) ma per un'esordiente credo sia più che accettabile.

Sempre più spesso mi capita di vedere dei film interessanti girati in UK. Fish tank è uno di quelli. Uno dei pochi che non mi ha dato la sensazione di aver sprecato 2 ore al cinema. Da vedere.

Il cinema britannico sa spesso indagare all'interno del degrado sociale e urbano con grande passione,portando alla luce un malessere enorme come in questo caso radicato nella quindicenne Mia,adolescente introversa,arrabbiata con il mondo e soprattutto con la madre sbandata e la sorellina rompiscatole.
L'insegnamento di Loach,Leigh,Winterbottom e compagnia bella sembra aver indirizzato per bene Andrea Arnold,efficace nel costruire un film che senza piegarsi a giudizi frettolosi indotti da situazioni limite scava con accuratezza all'interno di un microcosmo fatto di difficoltà quotidiane,di paura e rabbia repressa,il tutto con stile sobrio in grado di distillare dalle immagini un disagio palpabile.
Sicuramente certe considerazioni appaiono semplicistiche,ad esempio la similitudine tra la vita immobile del cavallo e quella della giovane è piuttosto banale,come l'attrazione verso l'amico nomade,in grado teoricamente di garantire una fuga da quei luoghi rigurgitanti false promesse.Anche il tentativo di riscatto che passa per un'audizione di ballo è vicenda ormai nota e volendo essere un po' cattivelli potrebbe essere oggetto di qualche perplessità.
Il lavoro della Arnold però è sotto tutti gli altri aspetti molto assennato nel ritrarre con stile quasi impassibile una realtà angosciante dove il dramma può compiersi da un momento all'altro.
Nel suo film tutti i personaggi falliscono o hanno fallito in qualcosa e non riescono a redimersi,sembra che nessuno possa sfuggire al proprio destino corrotto pur cercando di districarsi con ogni mezzo da quel pantano in cui sono da sempre costretti.
Pessimista pur non privo di un pizzico di speranza,arricchito dalle intense performance della debuttante Katie Jarvis e di Kierston Wareing (già protagonista per Loach di "In questo mondo libero"),"Fish Tank" è valido esempio di cinema socialmente impegnato.

Un esordio decisamente sopra la media per quella che, con la padronanza della macchina da presa dimostrata con fish tank, si preannuncia come un astro nascente del panorama cinematografico inglese.
La storia non è nulla di nuovo, ma è un nulla splendidamente raccontato con sentimenti che turbinano fra il senso di degrado della periferia, l'amore adolescenziale turbato ed agitato della protagonista ed una storia d'amore "vietata".
Bravi i protagonisti che danno vita a personaggi assolutamente credibili e ben integrati nel degradato ambiente suburbano.
Un apprezzamento anche al titolo, "vasca dei pesci", che richiama esattamente il senso di mancanza di alternative ed apatia tipico delle grandi periferie.

Visto dopo aver letto il commento positivo di Goffredo Fofi in una sua rubrica.
Interessante opera di una giovane regista inglese. E' un film ben fatto, utilizza un tema già molto usato senza risultare banale e senza scadere in cliché sui giovani. Mia è una sorta di Lolita dei giorni nostri, molto più rude perché cresciuta in una famiglia disagiata che vive in un orribile quartiere periferico fatto di casermoni.
Nonostante qualche premio in giro per i vari festival, è passato pressoché inosservato.

È l'ambiente a influenzare le persone, oppure sono le persone a modificare l'ambiente con il loro stile di vita? La domanda sorge spontanea di fronte al degrado urbano di questa pellicola.
Ottima prova della protagonista.
degradante

film asciutto e semplice bravissimi gli attori in particolare la protagonista molto espressiva!

Bel film, sia per al storia che per gli attori: nel cinema non esistono più di 35 trame, qui la regista è brava a riproporre una storia "d'amore" tra la ragazzina e il compagno della madre, che non è proprio quello che sembra essere...grande finale, e niente da dare per scontato, certo meglio non giocare mai con i sentimenti delle persone, specie se teenager e innamorate, visto in lingua originale, con ottimi interpreti, bellissime musiche, una fotografia dei suburbi londinesi degna di nota, sceneggiatura agile ma attenta, e in definitiva storia che pesa, volti interessanti, regia delicata ma sicura, questa regista che ha vinto anche un premio dimostra di saper montare e padroneggiare a meraviglia la tecnica cinematografica, speriamo che ci stupisca ancora, è stato il suo primo film che ho avuto la possibilità di vedere, ovviamente fuori dall'Italia...aspettiamo il prossimo, questo per me è "vero" cinema europeo.