contratto per uccidere (1964)

"Contratto per uccidere" inizia come un noir per poi dipanarsi in vie multiformi (dall'action al thriller, dalla storia d'amore al dramma) con la scelta di poggiare su personaggi che sono a loro modo iconici. È un film crudo e diretto per l'epoca, brutale nel racconto delle conseguenze di un'azione diretta al guadagno facile e, come da prassi del genere, in grado di delineare personaggi mutevoli, continuamente in grado di ingannare lo spettatore. In questa umanità allo stesso tempo sofferente, opportunista, violenta e spietata c'è la forza di un film che ha un finale durissimo per il cinema statunitense dell'epoca.

Per quanto più violento e disperato rispetto all'originale, questo remake di Siegel non sfigura se confrontato all'originale di Siodmak. Dimenticatevi la componente noir della storia, i vertiginosi piani sequenza del regista tedesco e la dark lady della Gardner, qui la messa in scena è ben più nervosa e l'azione ben più cruda, portata però sempre avanti da personaggi senza morale che hanno in comune un solo tratto fondamentale: l'avidità. Indimenticabile l'inizio all'istituto dei ciechi ancora più dell'amaro finale; Marvin, Cassavetes e la luminosa Dickinson sono calati a meraviglia nei rispettivi ruoli.

Il film di Don Siegel non è male affatto, ma si tratta in realtà di un remake de "I, Gangster" diretto da Robert Siodmak con interpreti principali Burt Lancaster e Ava Gardner nel 1946.
La pellicola di Siodmak dico la verità, mi ha convinto decisamente di più; prima di tutto perchè nonostante sia stata prodotta negli anni 40 riesce tutt'ora a dimostrarsi un lavoro senza tempo; in secondo luogo perchè il cast era molto più esplosivo.
Questo "Contratto per uccidere" rimane sempre un film girato bene; curioso perchè considerando l'epoca risultava abbastanza violento; particolare anche per la presenza di Ronald Reagan nella sua ultima interpretazione prima di dedicarsi alla sua carriera politica, ma sfortunatamente troppo fossilizzato nella decade in cui lo produssero; a differenza dell'opera di Siodmak(ispirata ad un popolare racconto di Ernest Hemingway, non dimentichiamoci di sottolinearlo), questo film risente troppo dello stile anni 60, facendolo rimanere un pochino indietro rispetto alla prima versione non colpita assolutamente dal tempo e sempre viva.....
Se proprio bisogna vivere questa storia guardatevi la prima versione cinematografica; questa non è male.....ma non paragonabile.....ne tecnicamente e registicamente, ne tantomeno per il cast.....almeno secondo me.

Bel film,ottima la trama e bravi gli attori,mica lo sapevo che Reagan faceva l'attore

Altro gran film di Siegel, un thriller con molti elementi del genere noir ma più violento e dinamico. La presenza di lunghi flashback non impendiscono una buona fluidità del racconto sempre secco e coinciso come nello stile del regista. La coppia dei killer (Marvin e Gulagher) è fantastica, bravissimo Cassavetes e persino quella pippa senza appello di Ronald Reagan fa meno danni del solito.

Riprende il cinismo, la disillusione e la classica dark lady tipiche del noir, ma ne rifiuta le atmosfere, preferendo alle stesse una regia ed una fotografia gelide che tanto danno al cinismo sopra citato; e tanto danno alla personalità di questo remake, che può, giustappunto, definirsi tale senza scivolare in abusi terminologici.
Interpretazioni perfette, la coppia Lee Marvin/Clu Gulager in stato di grazia.

Disperata vicenda criminale dall'epilogo spietato!

Dignitosissimo e libero remake de I Gangster con un cast artistico eccezionale. Siegel attualizza la storia tratta dal racconto di Hemingway e la spoglia di qualsiasi romanticismo e di qualsiasi venatura noir.
La sua regia è fredda e spietata così come i suoi personaggi.
Un film pessimistico e senza nessuna speranza né confidenza nella bontà e nella redenzione dell'essere umano.