tumbbad (2018)

Horror indiano di buona fattura. Dopo un inizio cupo e affascinante purtroppo si perde un po'. Struttura in capitoli, il primo mi è piaciuto tantissimo, i successivi molto meno. Idea di base interessante però mi aspettavo un sviluppo diverso. Bella la fotografia, l'atmosfera e anche la colonna sonora sa essere inquietante eccezion fatta per quelle tracce cantate che sembrano più roba da bollywood che da film horror.
Il tema di fondo è l'avidità dell'uomo.
Da vedere se vi piace il genere.

L'avidità di un demone antico come il mondo riflesso in quella umana del protagonista. Fantasy horror molto interessante dove la brama di potere, di scalare in alto verso le vette della società indiana pre e post indipendenza, inaridiscono i sentimenti. Una pioggia incessante e fitta da sembrare eterna costella quasi tutto il film, ma non ha nessun potere purificatore, anzi insozza di fango il fisico e lo spirito. Gli inglesi e Gandhi rimangono sullo sfondo, ma fanno sentire la loro presenza nel contesto della vicenda.
Un film con qualche piccolo difetto, ma dalla confezione ben curata (ottima la fotografia). Indovinata anche la scelta di puntare su un personaggio così negativo ed amorale, emblema di un patriarcato così insito nella società indiana, dove la donna è costretta ai margini: moglie, madre o amante a seconda dei bisogni. Vale la pena una visione.