the horseman (2008)

La "brutta" e "cattiva" copia di "Io vi trovero'" con Liam Neeson.Ma qui non siamo a Hollywood dove il budget e' alto e Liam Neeson e' un ex agente della CIA che va in cerca dei rapitori di sua figlia ,con strumenti tecnologici e con le conoscenze di lotta e combattimento che ha appreso nell'agenzia di spionaggio Americana,qui ci troviamo davanti alla furia di un uomo che di lavoro fa il disinfestatore,come armi usa i suoi attrezzi e come conoscernza di lotta e battaglia ha la rabbia e il furore della vendetta.Il budget e' basso e quindi ecco un ca**utissimo disinfestatore Australiano ammazzare gente con coltelli,pompe per gonfiare i palloni,pesticidi spruzzati negli occhi e torture con ami da pesca e pinze ,alla fine e' sempre vendetta , ma qui non viene risparmiato nulla,gore a "secchiate" torture medievali,coltellate,gambe spezzate , gole squarciate ,si punta tutto su questo al limite dell'eccesso.E pensare che il protagonista e' anche un uomo "sensibile",come si vede con la storia della ragazza che fa l'autostop,ma l'hanno fatto inca**are !!

I punti di contatto con "Hardcore" di Paul Schrader sono marginali; in questa pellicola il protagonista è fin da subito consapevole della morte della figlia, trovata esanime in un lurido viottolo soffocata dal proprio vomito. Il tutto dopo aver partecipato alle riprese di un film pornografico, durante le quali mostrava un evidente stato confusionale dovuto all'abuso di droghe.
Distrutto dal dolore il padre si mette sulle tracce di tutti coloro che più o meno direttamente sono rimasti coinvolti fisicamente nelle riprese o hanno contribuito alla realizzazione e distribuzione del video. Ha così inizio un massacro che pur non mostrato nei minimi dettagli è spesso ostico da digerire anche per gli stomaci più forti.
Tra torture porn e scene da estremo fight club, Christian, il padre, mette in atto il proprio giustizialismo spiccio condannando chiunque abbia osato entrare anche solo in maniera periferica nel fattaccio. La sua incontenibile ferocia nasconde in realtà un senso di colpa dettato dal non aver saputo stare accanto a quella figlia di cui ne ricorda con sommo strazio l'ingenua innocenza durante l'età più tenera. Quasi un ricatto verso lo spettatore, tuttavia reso necessario per partire da un punto ancora non ammorbato dal marciume dilagante. Un marciume prodotto da un mondo corrotto di cui Jessica è l'ennesimo pasto, servito involontariamente da un padre incapace di adempiere al proprio ruolo.
L'impianto narrativo è molto schematico, infatti alla sequela di esecuzioni sono alternati unicamente veloci flashback e una sottotrama in cui il protagonista interagisce con Alice, una ragazza in difficoltà. E' la violenza a prendersi il proscenio, senza mai essere accompagnata da alcun moralistico pippone o riferimento ideologico di dubbio gusto. In "The Horseman" si trova semplice e diretta l'espressione estrema di un dolore che tracima in istinti primordiali, rendendo l'uomo comune ancora più spietato e insensibile degli uomini cui dà la caccia.
Peter Marshall è sontuoso, mentre chi da un film australiano si attende paesaggi mozzafiato tra oceano e assolato outback resterà deluso, qui scorre solo la notte, i fari dell'auto a illuminare le corsie, sopra un cielo cinereo ed interni squallidi. Ci sono solo luoghi depressi e abitazioni o uffici spartani perfetti per sordidi figuri cui la legge della jungla (in questo caso urbana) ricorda che il confine tra preda e predatore può essere molto sottile.

The Horseman è la versione selvaggia di Hardcore di Schrader senza il sottotesto moralistico del regista americano. Il mondo della pornografia è solo lo sfondo di una vicenda dove si abbatte la selvaggia disperazione di un padre in cerca di vendetta. Nessun orpello politico sociale di sottofondo, solo la furia selvaggia di un uomo che in fondo si sente il maggior colpevole della morte della figlia (i flasback sono come delle pugnalate nell'animo del personaggio). Crudo e realistico nella messa in scena, ti lascia un senso di vuoto alla fine. Nessuna consolazione, nessuna redenzione.

wow! qua si menano. ma si menano di un bene...

Confermo più o meno le impressioni dei commenti sotto il mio. Era un po' che non vedevo un buon rape & revenge, ho visto questo e il giudizio è più che positivo. Prima parte un po' ripetitiva (ne trovo uno/l'ammazzo/passo al successivo), migliora un po' con l'incontro tra il protagonista e la ragazza scappata di casa (in cui si riesce a mostrare qualche sentimento positivo in un film che, per il resto, è l'apoteosi della rabbia e della disperazione), per poi culminare in un finale tostissimo e violentissimo. Le scene di tortura e di lotta sono abbastanza pesanti, non tanto per quello che vediamo (sono quasi sempre fuori campo) quanto per quello che sentiamo: gli effetti sonori sono quanto mai realistici, il rumore delle botte, delle coltellate eccetera fa sembrare che i personaggi si facciano male sul serio. Nel cast, spicca il bravissimo protagonista, che riesce, con la sua espressività, a rendere perfettamente la rabbia e la disperazione di cui sopra, brava anche la ragazza.

Un rape and revange superbo, diretto ed interpretato magistralmente, con derivazioni dall'Hardcore di Schrader (ed imitando i migliori, non possono che venire fuori altrettanto ottimi prodotti).

Montato divinamente, violento quanto basta per non divneire esploitativo, il film regge, emoziona e non sbrodola mai, risultando appassionante e credibile.

Quandola la semplicità dello script incontra tanta voglia di fare e professionalità generale.

Ottimo revenge-movie australiano, molto più crudo e diretto di tanti "colleghi" americani, merita la visione.

Ho appena terminato la visione, un'orgia di violenza. Lo ritengo un Dead man's shoes più esploitativo, senza poesia e parecchio spinto. Una rampa di scale inferiore comunque. La trama è ben strutturata, ma alla fine il film si riduce a lui che pensa alla figlia, lui che la vendica e via di seguito. Gli manca quel qualcosa per alzarsi sopra la media di un semplice revenge movie. Troppo violento per esser commuovente, ma con molta sensibilità. Non saprei, mi lascia combattuto questo film. Veramente sopra le righe l'attore principale, mamma mia quante mazzate si piglia. Assolutamente da visionare, comunque rimane nella memoria.

Un film con un colpo di scena dietro l'altro... Anche se la fine non mi ha convinto più di tanto neee.
Bellissima l'idea di fondo ma a volte ci sono dei buchini nella sceneggiatura.
Atteggiamenti esagerati portati al limite.

Cmq nel complesso davvero un ottimo film, sulla falsa riga di seven o di red dragon.

nb: il cadavere della donna sul lettino sembrava troppo un manichino O_O

SPOILER

Film brutale che soffre di una trama non particolarmente innovativa, anzi per nulla, ma che fa dello sporco e malsano il suo punto di forza.
Regia ruvida che fa il suo dovere per un film che cresce con l'andare dei minuti fino all'ottima parte finale.
Grande la prova di Marshall.
Per la serie brutti, sporchi e cattivi un buonissimo prodotto indipendente.

La sceneggiatura ha ben poco di originale, storia di vendetta tipo "Io vi troverò", ma qui c'è parecchia più violenza e molte scene sono condite da una buona dose di sangue.
Ottima la prova del protagonista.

Confermo la buona impressione avuta da goat..ottimo revenge movie interpretato da uno splendido Peter Marshall che in ogni espressione sembra spurgare odio e rancore verso gli assassini della figlia. La violenza è presente in grandi quantità ma non è mai gratuita bensì sempre figlia della sete di vendetta del protagonista. Di sangue ce n'è parecchio..forse però il regista poteva osare un attimo di più sul alcune scene lasciate solo all'immaginazione e non mostrate direttamente allo spettatore..ma anche così il film rimane molto buono..promosso.

il ritorno dell'ozploitation, ma non quello simpatico e un po' trash, bensì quello brutale che rifiuta di colpire una singola volta lo stomaco dello spettatore.
la trama è la solita storia di vendetta e il film soffre di un pochino di ripetitività nella prima parte, in cui il paparino affranto non fa che prendere uno per volta i cattivoni e creparli di mazzate, ma l'ultimo terzo di pellicola risolleva il comunque già buon prodotto, e la natura indipendente ed anarchica del film si rivela in tutta la sua parossisitica violenza e la voglia di esaltare lo spettatore col più classico dei finali da grindhouse ignorante.
spettacolare la prova di peter marshall nelle vesti del padre.