shock: my abstraction of death (2013)

Questi registi di oggi vorrebbero reinverdire i fasti del cinema di genere italiano horror/thriller di una volta, peccato pare non abbiano capito che il cinema di genere non è il cinema d'autore (sebbene oggi i classici di Argento e Bava vengano pur considerati film d'autore, ma non è questo il punto). Si danno così da fare a compiere pindalici voli registici e ad infarcire le loro opere di virtuosismi con la macchina da presa e giochi di regia e, per carità, ci riescono pure...ma tutto questo risulta inutile se non si ha una buona storia ed una solida sceneggiatura alla base. Contando che si tratta di una minuscola produzione questo film tecnicamente è realizzato anche troppo bene: regia curata, fotografia notevole, belle musiche ed efficaci effetti speciali ma i due episodi di cui è composto sono lenti, prevedibili, privi di mordenti con scene che sarebbero pure di effetto se non fossero telefonatissime. Per lo meno il primo episodio non è molto lungo, ma il secondo fa venire il latte alle ginocchia ed annoia a morte. La recitazione degli attori, poi, rende ancora più sofferta la visione di questo film. Sarebbe anche stato godibile...se almeno avesse avuto una sceneggiatura degna di tale nome invece così è da evitare.

Filmaccio che si compone di due episodi, con attori involontariamente divertenti e credo consapevolmente inetti.
Entrambi gli episodi sono legati dal tema della pazzia (soprattutto dei registi, a uscirsene con queste operazioni suicide).
Tutto sommato questi film italiani semi-amatoriali hanno il loro fascino, ti attira la loro spudoratezza, l'orrido provincialismo, la morbosa attrazione che esercita il piccolo italiano medio, normale in apparenza e ributtante quando finisce a essere analizzato e sezionato da barbara d'urso e il suo staff di necrofili.
Mah, fate voi!