resurrection (2010)

Mediometraggio zombesco che inizia in maniera lenta, forse volutamente, per prepararci al meglio all'ondata di sangue, orrore e violenza che si scatenerà di lì a poco.
Non c'è grande originalità e la storia si mantiene su livelli gore discreti che riescono ad interessare quanto basta gli appassionati del genere.



SPOILER

Godibilissimo zombie-movie costruito su ingredienti arcinoti eppure efficace nell'intrattenere.
Trattandosi di un medio metraggio la pochezza del soggetto non depone a sfavore,ciò che conta è il ritmo incessante,l'abbondanza di sangue e frattaglie che affollano lo schermo (nemmeno ci trovassimo in qualche splatterone italiano dei gloriosi anni '70) e la presenza di un prologo stuzzicante con il male che invade la casa del Signore.
Si,perché gli zombie assaltano una chiesa decisi a banchettare con i fedeli riuniti per un rito funebre,durante il quale il sacerdote si scatena in un sermone attraverso cui magnifica la resurrezione,ovviamente spirituale, per i "giusti" che seguiranno le sacre scritture ed il volere di Dio.
Risulta quindi simpaticamente provocatorio il ritorno dei defunti nell'ormai nota confezione putrescente e bramosa di carne umana,altrettanto scomoda la posizione dei credenti braccati come indifese bestiole nei labirintici sotterranei dell'edificio.Ci troviamo in presenza degli zombie moderni,quindi veloci ,intelligenti e capaci di emettere raggelanti urla,a sorpresa eliminabili danneggiando un qualsiasi punto vitale e non necessariamente il cervello.Risicata la scrittura dei personaggi ai quali viene concessa una sbrigativa presentazione comunque sufficiente per accendere la curiosità.Tra essi spicca l'enigmatica ed apatica Esther,protagonista della scena più spietata.
L'unica perplessità riguarda la regia che da molto sofisticata diventa frenetica e caotica nelle scene più movimentate,in stile mockumentary tanto per capirci.Molto buone invece la fotografia dal notevole impatto visivo e la cura del sonoro.

Interessante mediometraggio costruito a mio parere come un omaggio al genere horror ed in particolar modo alla sua evoluzione nel corso della storia del cinema. L'inizio fin dai titoli di testa rimandano senza dubbio al gotico della Universal, della Hammer e i cosidetti B-movies di Corman, la spettralità del cimitero e della chiesa al suo interno, la durezza dell'omelia del prete. Lo spazio della chiesa diventa claustrofobico tipico delle pellicole romeriane, luogo delimitato dove avviene il massacro e la caratterizzazione dei personaggi, scarna ma molto pungente nei suoi risvolti sociali. Un ulteriore cambio stilistico avviene nei sotterranei della chiesa in pieno stile mockumentary, la parte secondo me più debole dell'intero lavoro. C'è tensione ma l'uso della camera a spalla crea anche fin troppa confusione nelle inquadrature. Non è un prodotto perfetto, ma apprezzabile e non mancano anche scene piuttosto forti. Mi è piaciuta anche l'immagine finale, così tranquilla e rassicurante. Se ci si pensa bene direi pure molto beffarda.

A me non ha lasciato niente, poteva essere uno zombie-movie molto più accattivante, invece l'ho trovato molto scialbo e insignificante.
Ad alzare il punteggio qualche effetto carino.

Film angosciante fin dalle prime battute , un funerale esacerbato dai contrasti familiari, poi scoppia l'apocalisse e diventa teso, claustrofobico, cattivo e con la giusta dose di splatter, il tutto esaltato da una quasi totale assenza di colori eccezion fatta per il rosso scuro del sangue, nei suoi tre quarti d'ora scarsi dice tutto quello che deve dire senza allungare il brodo, un mediometraggio da bere tutto di un fiato, da vedere.