nell'inferno - in hell (2003)

Dopo "Colpi proibiti" JCVD torna in carcere. Nonostante uno specialista di azione come Ringo Lam alla regia, il film è però principalmente drammatico. Non abbiamo, infatti, il solito Van Damme che sfoggia le sue arti marziali bensì una torbida storia carceraria di corruzione, violenze, soprusi e brutali combattimenti in mezzo al sangue. Ci sono anche dei momenti che si volgono verso l'onirico ed il filosofico; tuttavia la sceneggiatura sembra non arrivare mai ad un punto ben preciso. Vedibile ed anche coinvolgente ma non imprescindibile.

Sufficienza strappata con le unghie e con i denti. Le solite botte Van Damme style all'interno di una storia banalissima a tema carcerario.
Passabile.

Niente male questo prison movie con Van Damme,ambientato in un cupissimo e violento carcere russo.
Atmosfera truce e claustrofobica,discreta dose di tensione e ben realizzati i ( pochi) combattimenti.
Certo i difetti non mancano,i luoghi comuni si sprecano e la caratterizzazione dei personaggi è fin troppo schematica, però intrattiene e si distingue dalle altre pellicole interpretate dall'attore belga, merita una visione.

Io l'ho trovato un film molto mediocre, sia qualitativamente che a livello di contenuti e sceneggiatura. Van Damme fa quello che può e non se la cava nemmeno male, ma è tutto il resto a non convincere.

Si corre il rischio di cadere nel solito cliché dell'action movie povero con il solito JCVD sempre protagonista senza macchia e senza paura e con la classica missione da compiere.
Invece "In Hell" si pone in maniera più profonda del solito "botte da orbi + salva la fanciulla".
In Hell è la storia di un uomo la cui moglie viene uccisa e che, vendicandola, si guadagna la prigione in una Russia senza morale né valori.
Fino a qui tutto normale, se non fosse che, in tutto ciò, il rischio della perdita della personalità originaria del protagonista, è dietro l'angolo.
Ma lui farà di tutto per recuperarla.

Non sono un fan dei "picchia-tutto" alla Van Damme… soprattutto perché questo genere di film di solito è carente sia in campo di recitazione, sia in relazione alla scarsa verosimiglianza….dato che solitamente sacrifica la propria credibilità all'altare dell'azione più sfrenata, più adrenalinica, più coinvolgente, ma anche più incredibilmente inverosimile.
E invece no!
E invece "In Hell" ha una sua dignità, una sua serietà, una sua sobrietà, tanto da essere davvero un film decente!
Un drama-movie che racconta la triste vicenda di un marito, ingiustamente rinchiuso in carcere in Russia, perché, essendosi fatto giustizia da solo, ha (giustamente) ucciso lo stupratore e assassino della propria moglie. Quindi la ragione è tutta dalla sua parte, dato che ha fatto quello che ciascun uomo "normale" avrebbe giustamente fatto o voluto (e dovuto) fare.

Quindi, Van Damme viene messo in carcere ingiustamente, a causa della corruzione vigente in Russia (sfido chiunque a dire che qui si parli di guerra fredda o di anti-comunismo. No. Qui non c'è propaganda eroica e patriottica modello USA da guerra fredda; qui si parla in modo verosimile e crudo di uno staterello ex comunista, in cui la mafia esercita un potere occulto molto forte e in cui le carceri non hanno ancora raggiunto un livello accettabile di umanità e di legalità).
In Hell è una storia drammatica, violenta, ma anche dolce e umana.
Il protagonoista non è un supereroe che sconfigge tutti con mosse acrobatiche aliene, ma un uomo che combatte con qualsiasi cosa, persino con i denti, persino con i morsi, pur di stare attaccato alla propria vita e al ricordo della vita della propria moglie, anche a costo di strappare, con gli stessi denti e gli stessi morsi, la vita di quei bastardi che hanno strappato l'amore e la dignità dalla sua vita.
Fantasticamente umano, il personaggio del nero, il compagno di cella di Van Damme. Egli sembra essere il Peggiore di tutti i detenuti….e invece è carico di un senso di giustizia e di pietà, degni del più alto rispetto umano e del perdono divino.
Bella storia. Un film da vedere!

il genere carcerario + JCVD = filmone

Film tra i più maturi e drammatici di Van Damme; questa volta l'attore belga mette da parte il suo repertorio marziale (come fece nel buon "The Legionary") per vestire i panni di un uomo accusato di omicidio che finisce ingiustamente in carcere.
All'epoca i fan del Van storsero un pò il naso (sottoscritto compreso), sia per la mancanza effettiva di calci rotanti sia per la storia uguale a tantissime altre ("Le Ali della Libertà" in primis).
Col passare del tempo ho avuto modo di rivalutarlo, e ne sono felice; il film, oltre a mostrare al pubblico un'ottima prova drammatica del suo protagonista (checchè se ne dicano, bravo), riesce nel suo piccolo, seppur con qualche luogo comune, ad essere teso, violento, emozionante, ed in certi frangenti anche commovente dall'inizio alla fine.
Le scene di rissa sono cattive, sanguinose e fatte bene; tuttavia sono più interessanti, difficile da credere ma vero, quelle di Van Damme che stringe amicizia con gli altri detenuti (il classico nero gigante buono e il ragazzino/pùttanella indifeso) e quelle quando lo sbattono in isolamento dove trova la forza di sopportare ed andare avanti solo grazie al pensiero di amore eterno per la propria defunta amata (anche se la sequenza della "farfalla", toccante ed imbarazzante al tempo stesso, se la potevano risparmiare).
Interessante anche il rapporto con il mostruoso compagno di cella (che servirà da pretesto per la parte finale).

Film prevedibile ma fatto con cuore.
Non diffidate solo per il nome Van Damme.

Da rivalutare.

Riuscito film con Van Damme, molto citazionista (dai classici ai suoi stessi film precedenti), rappresentante una riuscita commistione tra dramma, azione e prision movie.

Forse un pò ipocrita (prima fa vedere tanta violenza e poi la critica rappresentandola come inutile), è comunque interessante nel messaggio "il gruppo, se vuole, può sgominare il potere".

Sottovalutato da certi, sopravvalutato da altri, è comunque uno dei migliori film della star belga, ben diretto e sceneggiato.

Non sono certamente una fan di Jean-Claude Van Damme e questo film non mi ha fatto cambiare idea.
La trama è scontata e ripetitiva e l'espressività del protagonista è troppo monolitica, un film che non fa' assolutamente per me.

Nell'intento di creare qualcosa di originale e spettacolare finisce per essere ridicolo e asfissiante. La morale di fondo c'è, però manca di stile.

Discreto film di JCVD,non all'altezza dei vari Kickboxer e Senza Esclusioni Di colpi ma si lascia guardare.
Classica trama scontata e lineare.Guardabile.

storia coinvolgente ed esaltante.ottimo film d'azione,bravo Van Damme.

film molto bello con un grande Van Damme...

molto sottovalutato dalla critica...

Non e soltanto un botte e sangue, ma l'ho trovato molto drammatico e commovente all'inizio, poi e sicuramente cruento in alcune fasi, ma l'inizio l'ho trovato molto drammatico. Insomma l'attore Van Damme sicuramente di buon livello, ma anche gli altri attori non sono stati di meno.

Guardabile.

Van Damme ne ha fatti di migliori.In questo film è il Van Damme UOMO a prevalere sul Van Damme campione di arti marziali e ne esce una discreta pellicola che è sicuramente degna di nota.

non propio male..c'è molto di peggio in giro..

Ritengo che i film troppo impegnati e mediamente più profondi dei soliti "hit, hit and hit" non siano per Jean. Vero personaggio è il bestione nero dal cuore d'oro.

uno dei pochi film di van damme ke mi è piaciuto

SPOILER

"Ognuno sceglie le cose a modo suo: alcuni scelgono di fuggire, altri rimangono e combattono"

Van Demme è un corpo che recita, la sua fisicità è tutt'altro che un espediente, perchè anche nell'action-movie bisogna saper utilizzare un corpo, senza essere un bieco stereotipo di (scusate il gioco di parole) steroidi.
Van Demme, come attore, ha avuto meno fortuna di Schwarzy, ma è indubbiamente piu' capace: le vaghe sfumature dei suoi personaggi lo confermano.
E lo conferma "In hell" un film che calca la mano e il cui autore ha la sottigliezza di un elefante rabbioso, ma non è solo questo.
"In hell" è un onestissimo b-movie carcerario che sfiora spesso il ridicolo (le guardie sadiche e corrotte, le fotografie che si rianimano come uno spot tv, la rabbia implosiva che tanto è forzata che a volte diventa caricatura), tuttavia non deluderà gli appassionati del genere.
Piace che la narrazione sia affidata al personaggio del carcerato di colore, il quale esige "silenzio" e pensa osserva descrive tutto cio' che vive nella drammatica realtà quotidiana.
Piace che il "gladiatore" Van Demme sia ferito, maltrattato, picchiato, umiliato, prima della sua riscossa, perchè la legge del gladiatore è anche questa, la tenacia che prova una forte resistenza fisica e mentale.
Piace che, come Nickmanofredda di un film di Newman, riesca a stabilire la sua resistenza. e diversamente da lui non venga colto da gesti di sfida fatali.
E non mancano citazioni a destra e a manca, come il famoso "Papillon" o (purtroppo) "Pulp fiction", in una sequenza che sembra una brutta parodia della scena leather-fetish del capolavoro di Tarantino.
Insomma, cose che funzionano, altre per niente: la cosa piu' interessante del film è indubbiamente quella per cui - attraverso risibili flashback - il protagonista ricorda la moglie e la strana forza naturalistica delle falene... sembra assurdo vivere un'immagine poetica in un film come questo, ma ha un indubbio fascino...
"In hell" racconta con efferata crudeltà ma anche con sincerità la sopraffazione umana ("credi di essere un vincente, ma quando ti abbassi al loro gioco, sei un perdente") con un messaggio invasivo: alla merce' del potere, l'uomo diventa l'agnello sacrificale della sopraffazione vigente.
Per quanto sia assurdo trovare questo beffardo bestione assurgere a Cri.sto, anche tutta la sua aspra violenza sembra avere un senso, o una forma di impellente necessità

Carino...

mi è piaciuto ! eppure nn preferisco molto van damme come attore e nemmeno il genere di film che fa

Bello, un film diverso dai soliti x van damme.

Il regista è un esperto di film del genere (anche carcerari) e in patria con john Woo e Tsui hark era uno dei maestri.
Negli Stati uniti invece fa solo film scadenti, come questo, duro all'inizio, ma poi pieno di buonismi inutili, retorico e politicamente corretto.
Film completamente inutile. Dispiace molto per Lam.