in full bloom - i fiori della rabbia (2019)

In full bloom ha una narrazione piuttosto canonica nel suo complesso. Due pugili che si sfidano all'indomani della fine della guerra mondiale. Il giapponese è campione imbattutto, l'americano reduce da diverse sconfitte ma desideriso riscattarsi. Entrambi sono consci della posta in gioco, più alta del semplice possesso di una cintura di campione, ma si rispettano profondamente e si isolano da un contesto che li vuole duellanti ben oltre la semplice vittoria di un incontro. L'allenamento è mostrato quasi agli antipodi: più fisico quello giapponese, più psicologico quello dell'americano. Il difetto di questo film è la mancanza di creare qualcosa diverso a livello narrativo, ma il lavoro sui personaggi non è banale e poco schematico. Non male il combattimento sul ring senza esclusione di colpi, come potrà lasciare perplessi il finale, però tutto sommato proprio il finale ha un suo perchè e ci può stare. Almeno tale finale non si può affermare che sia canonico o già visto altre volte.

Quasi tutto in questo film sa di già visto: le dinamiche raccontate, la finalità della storia, i personaggi descritti. Questo porta a una visione pesante, ripetitiva, dove manca la passione, l'emozionalità, la voglia di raccontare qualcosa di nuovo e di coinvolgente. Forse si possono salvare i dialoghi e alcune interpretazioni, ma anche qui non siamo di fronte a qualcosa di memorabile.
Un film un po' statico che si fatica ad apprezzare pienamente.