delitto in pieno sole (1960)

Inizialmente non mi stava convincendo, il comportamento dei due scapestrati in vacanza a Roma è di dubbio gusto, in più i cromatismi pastosi della fotografia e la recitazione leziosa indispettiscono. Dalla partenza in barca in poi diventa maggiormente interessante, Delon da sfoggio di tutta la sua classe e bravura, il racconto diventa serrato, attraente. La coppia Delon-Ronet ritornerà qualche anno dopo con Romy Schneider (qui in una comparsata) nel bel LA PISCINA. Buone le musiche di Nino Rota. La versione italiana circolante, oramai non mi stupisco più, dura molto di meno della copia francese.

Il viscido dandy di Delon - onnipresente - è un motivo sufficiente per affrontare la visione: non ho visto la versione che ha tratto Minghella dal romanzo della Highsmith, ma questa pare non essere così fedele. Non che importi, il racconto ha buoni momenti anche se alla fine non riesce mai a spiccare il volo definitivo. Speravo meglio.

Alain Delon batte Matt Dammon 10 a 0. Migliore questo che "il talento di mr Ripley"

Rifatto da Minghella come "il talento di Mr. Ripley" (ambedue tratti da Patricia Highsmith), questo di Clément è superiore per atmosfera e assai più sviluppato psicologicamente. Ottima fotografia e bravi attori.

In pieno sole, ci suggerisce il titolo. Un delitto in qualche modo già preannunciato durante le prime sequenze dallo stesso assassino. Insomma non c’è colpevole da individuare. E non c’è sangue. Non ci sono atmosfere fosche o musiche che enfatizzano. Thriller insolito, viene da pensare, e forse lo è. Ma c’è tensione. Grazie specialmente alla cinica ambiguità del bravissimo Delon, all’imperscrutabilità del suo sguardo vitreo, che più volte il regista prova a penetrare. E’ soprattutto un dispiegarsi di tensioni, e di piccole emozioni quasi sussurrate; un delitto che si contrappone all’insolita quiete del paesaggio romano, un’identità rubata, l’immensa solitudine del mare, un amore anch’esso rubato, appena sfiorato.

Primo adattamento cinematografico del romanzo della Highsmith, è un gran bel film, per quanto mi riguarda lo trovo il migliore di Clement.
E' il film che lanciò Delon, qui davvero strepitoso.
Sceneggiato con cura, ricco di tensione, ruota sapientemente attorno al profilo del diabolico protagonista. Diverse sequenze sono letteralmente da urlo.
Solo i primi 15-20 minuti sono a ritmi blandi, ma le continue inquadrature sullo sguardo impenetrabile di Delon sono fin dall'inizio una delle carte vincenti della pellicola.
Il trio Delon-Schneider-Ronet sarebbe stato riproposto dieci anni più tardi ma in un film meno brillante (il tuttavia ben più celebre 'la piscina' di Deray).