blackout (2007)

Il regista messicano non riesce a superare i limiti del già visto, costruendo una trama abbastanza lineare e prevedibile. Tramite dei flashback i tre personaggi non vengono pesati in egual misura. Una volta svelato il meccanismo, il film svolta nella via più semplice e sbrigativa, sorprendendo sì lo spettatore, ma in negativo. C'è da presumere che nel budget iniziale dovevano esser comprese un paio di scene con effetti visivi. Infatti li vedremo usati in scene perlopiù inutili ed evitabili.

Chi ha già visto "Devil" potrà farsi un'idea sommaria di ciò che succede in questo lungometraggio girato dal messicano Rigoberto Castaneda e tratto da un romanzo di Gianluca Morozzi.
In questo caso i tre personaggi rimasti rinchiusi in un ascensore non subiscono l'influsso di presenze diaboliche,più che altro si trovano a fare i conti con un destino beffardo che li costringe alla prigionia proprio nel momento in cui devono risolvere delle pressanti beghe personali.
La modestia di regia e fotografia non incidono almeno finchè a tener banco sono presentazione dei personaggi e prime insofferenze.Le spiegazioni riguardo l'impossibilità di comunicare con l'esterno sono già viste ma accettabili,ciò non toglie che "Blackout" paghi pegno giocando malissimo le sue carte,svelando quasi fin da subito la pericolosità di uno dei personaggi e cercando di tenere desta l'attenzione attraverso flashback francamente poco incisivi.
L'azione all'interno dell'angusto spazio non elettrizza,ai vani tentativi di fuga si somma la presenza di un serial killer ma l'addizione resta sciapa.La noia regna spesso sovrana perché tutto è ampiamente prevedibile e questo gioca a sfavore del lavoro di Castaneda che si arena ben presto finendo con il girare a vuoto dopo un incipit allettante.
Ci si può consolare con le interpretazioni di Amber Tamblyn e Aidan Gillen,oltre ad un paio di sequenze inquietanti.

molto ben fatto come descritto dagli altri amici, aggiungo curatissima la colonna sonora senza la quale non avrebbe sortito lo stesso effetto.

Un buon prodotto confezionato bene che riesce a creare una buona dose di tensione con personaggi molto diversi tra loro di cui ci verranno mostrate gli ultimi momenti prima di entrare nell'ascensore che diventerà la location quasi unica del film. Buona la prova degli attori..calati bene nella loro parte (da notare la presenza della Tamblyn la dottoressa neo arrivata della serie TV Dottor House). Il colpo di scena come diceva Goat è ampiamente intuibile ben prima della fine del film ed il finale molto amaro m'è piaciuto molto.

Non mi è piaciuto x niente. Troppo piatto e insipido. Non mi è piaciuto il modo in cui sono stati delineati i personaggi, nn mi sono piaciute le loro storie.... X me di questo film si salva ben poco.
Inoltre odio con tutto il mio cuore la computer graphic.

Thriller piuttosto teso che gioca più sull'approfondimento psicologico dei personaggi che sull'aspetto claustrofobico della vicenda. Era tanto che volevo vederlo e devo dire che mi aspettavo qualcosa di più. Vale comunque la pena dargli un'occhiata.

tratto dal omonimo romanzo dell'italianissimo gianluca morozzi, blackout è un thriller claustrofobico dalla costruzione quasi geometrica: 3 storie che vanno a convergere nel medesimo luogo, in cui le convenzioni del buon vivere sociale lentamente si sgretolano per lasciare il posto ad un selvaggio uomo mangia uomo.
notevole il finale, cinico e beffardo, in cui tutti perdono, anche chi sopravvive, peccato solo che il 'colpo di scena' sia intuibile dopo forse nemmeno metà pellicola.
da vedere, almeno una volta.

Tanto sconosciuto quanto bello, teso e avvincente, ti inchioda alo schermo dal primo all'ultimo secondo, a partire dalla magnifica (un pochino "goldfingeriana") sigla di testa , attori in gran forma e fotografia meravigliosa, un' autentica perla!

Una vera e propria sorpresa!
L'ho visto senza aspettarmi nulla di che, solo semplice intrattenimento, e invece i il film è andato decisamente oltre le mie aspettative ed è forse per questo motivo che mi è piaciuto tantissimo. La trama è semplice: 3 persone, caratterialmente molto diverse tra loro, per caso (o per destino) si trovano chiuse in un ascensore a causa di un blackout. Ognuno dei tre ha un compito ben preciso da svolgere e l'ultima cosa di cui hanno bisogno è proprio quella di rimanere bloccati in un'acensore con degli sconosciuti... ma il vero incubo inizierà quando uno di loro si rivelerà essere un sadico mentalmente deviato. Il film si articola tra flashback perfettamente inseriti lungo la durata del film (solo di 74 minuti), un montaggio serrato che mantiene sempre viva l'attenzione e un'ottima, affascinante ed incalzante regia che offre situazioni sempre diverse nonostante il film sia quasi interamente ambientato in un ascensore. La trasposizione cinematografica del romanzo "Blackout" dell'italiano Gianluca Morozzi, non è un horror ma bensì un thriller psicologico, intelligente, e mai banale, privo di qualsivoglia clichè. Da quel che ho capito il romanzo (ambientato a Bologna) è molto più articolato del film, ma nonostante la breve durata di quest'ultimo credo che il prodotto finale sia ottimo. L'unica critica che posso muovergli contro è rivolta al finale, forse un pò troppo frettoloso e per quella forzatura di base propria del romanzo (ma all quale si può soprassedere), nel voler raccogliere nell'ascensore 3 persone che dovrebbero essere ovunque, tranne che in quell'angusta scatola metallica. I 3 attori protagonisti svolgono un ottimo lavoro rendendo ancora più appassionante la vicenda.
Quindi che dire... il film non ha ancora una data d'uscita ufficiale negli states, tantomeno da noi, spero solo che venga distribuito al più presto perchè siamo di fronte ad un autentico gioiellino.