abbasso la miseria! (1945)

Commedia di facili sentimenti in odore di neorealismo che esalta l'arte tipicamente italica dell'arrangiarsi. Per quanto in epoca post bellica potesse avere un senso, se non di speranza quantomeno di buonumore, rivista oggi sembra veramente sgangherata nell'incedere, tra concessioni dialettali ai protagonisti ( marito milanese, moglie romana, orfanello napoletano e vicino di pianerottolo abruzzese, ce n'è per tutti i gusti ! ) ad ingenuità delle situazioni. Infastidisce poi che un bambino di sette o otto anni ne sappia più di tutti gli adulti messi assieme. Sottoutilizzata la Magnani, che pur veniva dal successo di "Roma città aperta".

Commedia neorealista d'altri tempi che alterna il sentimentale alla comicità (la scena del pesce mi ha fatto ribaltare dalle risate).
Buono l'apporto del cast con una Magnani sempre carismatica e genuina, regia senza sbavature e storia a lieto fine che intrattiene con misurato garbo.
Merita la visione.

Il terzultimo lavoro di Righelli, uno dei primi artigiani del genere comedy di stampo cattolico, un regista che non ha mai inventato nulla però sapeva fare il suo onesto lavoro umilmente cercando di andare incontro alle esigenze del pubblico in quel periodo di miseria. Ha avuto la fortuna a fine carriera di poter godere della collaborazione della Magnani, e seppur echeggi un po del periodo Neorealista sul disagio economico, una Italia uscita sfinita dal periodo bellico, case diroccate, scarsità di alimenti, Righelli preferisce mantenerlo sui binari cari a lui, toni pacati, sentimento e inno al populismo.

Una sana commediola piena di buoni sentimenti che in tempi di guerra allietò non poco gli italiani. La Magnani ci da dentro nella caratterizzazzione di una moglie brontolona ma dal cuore d'oro.