the loudest voice - sesso e potere (2019)

Miniserie davvero interessante.
Un ottimo prodotto, con un cast che offre prove straordinarie.
Uno scandalo del giornalismo e non piuttosto noto e qui trattato in maniera degna.
Consigliato.

Roger Ailes e Fox News, questo è The Loudest Voice. Una miniserie che racconta la deriva del giornalismo moderno, prefabbricato e preconfezionato, mai indipendente anche quando sbandiera indipendenza. Uno squalo che indubbiamente ha fiuto in quello che fa. Entrare in quella maggioranza silenziosa che ha determinato tante elezioni. Roger Ailes è un cancro all'interno di quella professione chiamata giornalismo. Repubblicano estremista e paranoico, che solo lo scandalo sessuale ha reso nudo. Giustamente la miniserie non si concentra su questo aspetto, presente maggiormente nelle due ultime puntate, ma racconta l'ascesa di un uomo circondato da individui che ne condividono la sua visione, ma ne vengono risucchiati ed annullati dal suo atteggiamento dispotico. In fondo lo scandalo sessuale è solo una goccia di un danno maggiore fatto alle menti di spettatori, consapevoli o meno, del suo modo di intendere il giornalismo.

Ascesa e caduta di Roger Ailes, guru americano delle telecomunicazioni travolto da uno dei più discussi scandali sessuali degli ultimi tempi. Per affrontare la lunga carriera professionale e privata del protagonista vengono scelti alcune date o periodi simbolo della sua vita, e su quelli vengono costruite le puntate; in questo modo la continuità degli eventi non viene interrotta e, contestualmente, viene raccontato nel modo più partecipe possibile l'evoluzione personale di Ailes, la sua abilità negli affari, il suo potere all'interno del network, la sua influenza sempre maggiore anche a livello politico, fino ovviamente al celeberrimo fattaccio. Gli dona vita e movenze un portentoso Russell Crowe, irriconoscibile sotto kg di make up eppure ancora carismatico come Massimo Decimo Meridio all'interno del Colosseo. Anche Naomi Watts nei panni della giornalista molestata Gretchen Carlson offre una grande prova, ma sarebbe ingiusto fermarsi alle sole interpretazioni di questi attori di razza per inquadrare a dovere questo bel lavoro: dalla confezione alla regia ai dialoghi tutta la miniserie è infatti di altissimo livello ed è difficile trovarvi dei difetti.