Bucarest è una metropoli molto diversa da come la si immagina, così come Eva, vent'anni, dolce e orgogliosa come un'eroina della nouvelle vague, è molto diversa dall'idea che abbiamo delle "immigrate" rumene. Eva esce dalla fabbrica per l'ultima volta - non le hanno rinnovato il contratto - e decide che è giunto il tempo di partire. La sua meta è Melfi, sperduto paese dell'entroterra meridionale italiano, noto per l'enorme insediamento della FIAT che, come uno spazio ritagliato da un altro tempo e un altro mondo, seziona i campi neri, definendo con essi una cicatrice aperta tra la civiltà contadina e quella postindustriale. Trovata ospitalità da Anna, una sua coetanea che lavora alla FIAT, Eva inizia a seguire un gruppetto di donne, poi tra queste ne sceglie due, infine una sola. Eva diviene la sua ombra, ne spia ogni movimento, ne conosce alla perfezione abitudini e occupazioni.
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