plank face (2016)

Sulla scia di "Wrong Turn" con un pò di "Le colline hanno gli occhi". "Non aprite quella porta" e vaghi echi da "Un uomo chiamato cavallo",dopo una partenza classica il film di Schirmer vira in un'atmosfera straniante e intimista privilegiando lo sviluppo del rapporto tra il protagonista e le sue animalesche aguzzine.Dialoghi e musiche sono ridotti al minimo,le scene forti in termini di sangue e sesso non mancano e non sono mai eccessive risultando più funzionali,e il cast(che non lesina in nudi integrali)è convincente.Ma se è lodevole il tentativo di evitare i clichè tipici del genere(a iniziare dal ribaltamento del ruolo vittima-carnefice con il maschio qui sottomesso e da un finale che non prevede svolte giustizialiste)la regressione del protagonista allo stato bestiale è fin troppo svelta e non convince del tutto.Nè si capisce il perchè delle maschere(il titolo allude a quella che il protagonista viene costretto ad indossare).Comunque personale e degno di nota.Il regista è anco co-produttore e co-sceneggiatore.

Bella sorpresa...crudo e spietato ma pure morboso al punto giusto.

A differenza di Found ed in parte anche al meno riuscito Harvest lake, qui c'è un riferimento abbastanza preciso a Le colline hanno gli occhi di Wes Craven. In parte, non solo nel design della famiglia dei cannibali del bosco, ne riprende anche una certa sua filosofia. Qui non si assiste ad uno scontro fra gente selvaggia e gente civilizzata dove gli ultimi, loro malgrado si adeguano al livello dei loro antagonisti. Plank Face è la graduale decivilizzazione di un ragazzo rapito che viene rieducato verso il proprio io selvaggio, fatto di accoppiamenti (le donne lo rapiscono per la riproduzione dopo la morte del precedente maschio) e cacciare potenziali vittime per nutrirsi delle loro carni. Conversione a cui Schirmer non offre un ritmo frenetico, bensì molto più riflessivo con improvvise esplosioni di violenza determinato dal soddisfacimento di bisogni puramente primari. Un film che, pur con i suoi (pochi) difetti, può farsi apprezzare a patto che si voglia vedere un horror non proprio canonico.