party girl (2014)

Andatura un po' piatta e banale per un tema maturo: le scelte importanti della nostra vita possono presentare buone novità o gravi responsabilità, soprattutto in amore. Bisogna andare cauti.
La protagonista Angelique è una ex-ballerina cubista, molto avanzata con gli anni, a primo acchito appare senz'altro come una prostituta. Quello che succede è tutto mostrato coi suoi occhi e sensibilità.
6, non di più perché in realtà non lascia nulla.

E' senza dubbio curioso, ma nulla di più questa fiction sulla vita, vera o falsa che sia, della stessa protagonista, fra l'altro diretta a più mani tra cui uno dei suoi stessi figli. Una bellezza sfiorita che si ostina ancora a fare ormai la escort di sè stessa e dell'unico cliente che le propone il matrimonio. Può ricordare pellicole come Mamma Roma o Adua e le compagne, ma se in questi due casi la normalità borghese era l'obiettivo per dare un taglio netto con il passato, in questo caso la scelta sembra più un pretesto attraverso il quale offrire l'apparenza un po' ipocrita di avere messo la testa a posto nei confronti dei figli ed in particolare un mezzo per riallacciare i rapporti con la figlia minore data in affidamento in tenera età e mai più rivista. Una scelta di comodo fatta senza piena convinzione perchè in fondo la vita che sta intraprendendo significa dare una cesura netta ad un'altra che guarda gradualmente con rimpianto, dalla malinconia di un recente passato mai rifiutato alla crescente paura di una nuova vita che può rivelarsi una fregatura. E' un film che non offre arpigli consolatori, rimane sempre in bilico tra i mille dubbi di Angelique, però si rimane con la sensazione che rimangano zone d'ombra, molti sottintesi che quel volto rigato dagli anni onnipresente poteva dire qualche cosa di più.