nella morsa (1949)

Non tra i miei film preferiti di Ophüls, forse perchè non è completamente farina del suo sacco ( la pellicola fu infatti iniziata da John Berry, al quale Ophüls subentrò dopo le difficoltà iniziali ) oppure per la chiusa frettolosa che viene data ad una storia di ambizione e consapevolezza sociale. Con la sua atmosfera sulfurea è la parte centrale quella che si fa preferire anche perchè mette in mostra un Robert Ryan spietato e senza scrupoli. Ottima prova anche di Mason ma anche qui non c'è niente di nuovo in quanto Ophüls in quanto a direzione degli attori non è stato secondo a nessuno.

Ringrazio ancora la Rai 3 di tanti lustri fa per avermi fatto conoscere e amare questo grandissimo Cineasta "Transfuga" e il suo Cinema. Un Europeo al cento per cento gira il suo film più "americano", avvalendosi di un grande attore inglese (Mason) e del più perfido (ma affascinante) Vilain dell'epoca a Hollywood, qui letteralmente GRANDIOSO nel ruolo del miliardario cinico, amorale e malato di cuore. È fuor di dubbio uno splendido Melodramma che racconta l'emancipazione femminile e il "colore dei soldi" che distruggono la vita. La sorpresa è la protagonista, futura signora Ewing di "Dallas", che fa comprendere una volta di più come non sia stata valorizzata nel cinema come avrebbe meritato. Il suo è un tipico Archetipo Femminile di Ophuls. Decisamente troppo espresso e un poco ovvio il finale, che non inficia tuttavia il valore di un film conturbante e memorabile

Splendido melodramma/noir di Ophuls, che getta uno sguardo incredibilmente moderno su tematiche tipiche degli anni '40/'50 (matrimonio come unica aspettativa di una ragazza, soprattutto se di bell'aspetto). Straordinari tutti i personaggi, con particolare plauso per quello di Smith e per il suo crudele discorso verso la moglie, veramente da brividi. Forse eccessivamente frettoloso sul finale.

Dopo "Lettera da una Sconosciuta" Max Ophuls gira questo noir delirante, in realtà chiamato a finirlo dagli studios di Hollywood. Scelta azzeccata perché le particolari atmosferiche oniriche e da sogno del regista ben si prestano a questo genere di thriller. Come sempre a Ophuls interessa la mercificazione del desiderio, l'onore e l'ossessione per l' effimero. Grandioso e raffinato linguaggio invisibile (mi sono accorto dopo mezz'ora che la mdp continua a muoversi e seguire i personaggi) con una straordinaria cura dei dettagli. Mason è tra i migliori della Storia.