malum (2023)

DiBiasi mescola le carte con questo nuovo film, Malum. La storia ripropone la medesima situazione di The Last Shift, ma aggiungendo quella caratteristica tipica di Dread, il dolore di un ricordo che si ripresenta quando sussitone le condizioni, cioè fare il primo giorno di lavoro proprio nella vecchia stazione di polizia dove era morto tragicamente il padre.Da una parte DiBiasi è palese rifare se stesso con le stesse idee e derive narrative, nel riprodurre quello sprofondamento nella follia di una persone apparentemente razionale ma lacerata dal ricordo del padre. Budget certamente più sostanzioso, ma troppi jumpscare per i miei gusti. Qualche tocco lovecraftiano nella descrizione diquesto misterioso culto di una non meglio identificata divinità. Tecnicamente non è nenache male, ma nel complesso non mi ha convinto.

LAST SHIFT non era male ma non mi sembrava meritevole di un remake, o almeno non se ne sentiva la necessità. Diversamente, DiBlasi opta per rn rifacimento del suo stesso film del 2014, ma stavolta sbaglia le misure e la storia risulta confusa e poco curata. Alcuni jumpscares sono telefonati (è il caso di dirlo), altri invece appaiono messi a casaccio, giusto per svegliare dal torpore lo spettatore che, avendo visto "l'originale", non si spiega il perchè di questa storia, tra l'altro con poco costrutto. Non male il fattore gore e il make up ma, per il resto, non c'è granchè da sottolineare.