le mie notti sono piu' belle dei vostri giorni regia di Andrzej Zulawski Francia 1989
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le mie notti sono piu' belle dei vostri giorni (1989)

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locandina del film LE MIE NOTTI SONO PIU' BELLE DEI VOSTRI GIORNI

Titolo Originale: MES NUITS SONT PLUS BELLES QUE VOS JOURS

RegiaAndrzej Zulawski

InterpretiLaure Killing, Valérie Lagrange, Sophie Marceau, Myriam Mézières, Sady Rebbot, François Chaumette, Jacques Dutronc

Durata: h 1.10
NazionalitàFrancia 1989
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1989

•  Altri film di Andrzej Zulawski

Trama del film Le mie notti sono piu' belle dei vostri giorni

Da un romanzo di Raphaëlle Billetdoux. Lucas (J. Dutronc), informatico minato da un male inguaribile, incontra a Parigi Blanche (S. Marceau), la rivede a Biarritz dove lei dà spettacolo con numeri di magia e se ne innamora. Hanno in comune un'infanzia infelice.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (6 voti)7,25Grafico
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Voti e commenti su Le mie notti sono piu' belle dei vostri giorni, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Jumpy  @  11/07/2025 22:11:25
   7 / 10
Bello, da vedere, ma non il capolavoro che mi aspettavo.
Costantemente ed eccessivamente sopra le righe, tra eccentrico e grottesco, se era questo il desiderio del regista, stilisticamente è perfetto, ma è anche emotivamente potente, passionale, mette sul piatto i temi più forti per eccellenza: amore e morte.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Il progredire del male del protagonista è anche pretesto per alternare momenti delicati a deliri

stratoZ  @  26/06/2025 12:23:40
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Film che non casca tanto lontano dalla precedente produzione di Zulawski, come al solito difficile da classificare, col suo tipico stile isterico, barocco, particolarmente eccentrico, racconta una delle sue tipiche storie d'amore tormentate, con protagonisti questo uomo, geniale informatico che ha ricevuto una nefasta diagnosi sulla sua condizione di salute e questa giovane donna, intrattenitrice a tra teatro, varietà, spettacolini dei locali a carattere mistico, il loro amore, come spesso rappresentato dal regista, dai tratti lunatici, pieno di alti e bassi, urla e passione, sarà uno delle scintille scatenanti per andare ad analizzare la loro psiche, i traumi pregressi, subiti da bambini, un amore così sentito da portare agli stessi protagonisti la voglia di una rinascita, un coinvolgimento emotivo tale che fa riemergere questi traumi e li porta verso una sorta di risoluzione, non senza conseguenze sotto il punto di vista sociale, come si vede nel caso di lui e dell'ambizioso progetto informatico, addirittura considerato dal collega come una scoperta rivoluzionaria per l'umanità, che viene accantonato, concedendo anche al collega di prendersi i meriti, per dedicarsi agli ultimi piaceri terreni, prima della probabilissima dipartita, una vitalità spontanea che sorge nei personaggi che rende questo amore peculiare affascinante quanto imperfetto, sia per la sua natura temporanea, in questo caso estremizzata dal fatto che si sà non durerà tanto, sia per i difetti che ne conseguono, una gelosia ossessiva, anche per le piccole cose, con Zulawski che inserisce anche significati metartistici nel mezzo, come aveva iniziato a fare con le precedenti opere, la vita dedita allo spettacolo della donna mischia realtà e maschere, impersonificazione e finzione, un'immersione nei caratteri e nelle sensazioni che rende ancora più tangibile l'emotività del personaggio, creando un ritratto decadente ma per questo estremamente vivo, umano e combattuto, tramite il quale l'autore continua la sua personale esplorazione del mondo femminile, questa volta però lascia un sentore vagamente più speranzoso, o quantomeno più pacifico, la rassegnazione per l'inevitabile fine sembra far trovare al protagonista e allo spettatore una pace interiore che raramente si era vista prima nel cinema del regista polacco, quello splendido finale sul mare è la ciliegina sulla torta di un'ottimo film, quale metafora migliore d'altronde della vastità del mare per raggiungere un picco di quieto esistenzialismo.

Crabbe  @  01/04/2017 12:06:51
   5 / 10
Żuławski è un regista di spessore, sempre sul filo del grottesco.
Ma questa trasposizione del romanzo di Raphaëlle Billetdoux risulta sterile, un esercizio di stile di stampo teatrale che annoia sin dalle prime scene.

Guy Picciotto  @  02/08/2015 18:06:40
   8½ / 10
Zulawski ricerca il luogo elettivo dell'amore e della morte, legati da una demoniaca compartecipazione che faustianamente va oltre la morte stessa.
L'originale spudorata ricerca della rima è ancora una volta ricerca di una musicalità, sul cui ritmo, come su quello del mare che fa da sfondo ad una passione disancorata dal domani, procede ondivago il film, tra presente buio e felice e ricordi d'infanzia troppo duri e chiari per essere cancellati.
Alla fine è di nuovo teatro dentro il cinema, come spesso è accaduto nei suoi film, teatro visto come spettacolo di divinazione con i protagonisti sempre al limite tra chiaroveggenza e prestidigitazione, con la farsa sempre ad un passo dallo disvelarsi, l'illusionismo è materia concreta, non potrebbe esserci nemmeno il film senza di esso, del resto come diceva Stravinsky, cos'è la musica, sopratutto nei suoi momenti più esaltanti se non illusione di un attimo. La messa in scena ed i sentimenti sono eccessivi, ridondanti, isterici come sempre in Zulawski, un film che mi ricorda da vicino il periodo più barocco del grande cantante decadente Marc Almond di capolavori quali "torment and toreros" o "mother fist and his five daughters". l'atmosfera è la stessa.

JOKER1926  @  24/11/2013 02:34:23
   7½ / 10
"Le mie notti sono più belle dei vostri giorni" è una stoccata fragorosa di uno che con la camera fa ciò che vuole, fra splendori ed incomprensioni, Andrzej Zulawski non sarà mai risucchiato nel concetto di standardizzazione.

L'analisi, larga e penetrante, nei meandri dell'opera , da parte del critico, si sposa in funzione al bagaglio culturale inerente a chi segue, cinematograficamente, il regista. Difficile, forse impossibile, dialogare di Zulawski se non lo si conosce.
Dietro la presuntuosa e doverosa premessa, per chi studia la regia in considerazione, non sarà arduo etichettare "Le mie notti sono più belle dei vostri giorni" come prodotto (relativamente) chiaro e lineare. Insomma Zulawski sa esagerare spesso e volentieri; con la produzione del 1989 oltre ogni grandiosa e personale struttura scenica c'è una storia che può esser sradicata, nel nome della ragionevolezza.

Lucas e Blanche sono gli epicentri, ovvero i personaggi, di una sceneggiatura che erige a roccaforte definitiva il tema della passione/amore. Le diramazioni con Zulawski comunque, ancora una volta, non si fermano mai alla convenzionalità e quindi prende sembianze una storia unica con le ovvie esclusività del regista.
I dialoghi, fra l'assurdo e la genialità, toccati in questo film vanno a collocarsi, perentoriamente, ai vertici di una (fittizia) classifica. Zulawski dona ai personaggi un sistema dialettico di una concettualità così beffarda da sembrare improvvisata. L'improvvisazione del linguaggio (c'è!) è cosi furba e incredibile da passare per intellettualità. La regia alza già il primo trofeo.
"Le mie notti sono più belle dei vostri giorni" sprigiona amore e incanto, il tutto è una corsa, contro tutti, per la libertà dei sensi, sinonimo di spiritualità.
Sophie Marceau qui tocca, in ambiti di estetica, le acque dello Stige. Jacques Dutronc è l'altro collante, fra i due attori nasce un'alchimia spettacolare, il connubio diventa carne. Le interpretazioni che Zulawski pretende non sono di semplice realizzazione, Marceau in primis, e Jacques Dutronc vanno a prendersi la perfezione secondo vangelo Zulawskiano.
Il film per tutta la sua durata esplode ed implode in una atmosfera di surrealismo invocando, a piena voce, aloni metafisici. Alcune situazioni rimangono largamente inintelligibili, fra deliri e psicologia (nevrosi).
Dal coniglio ai flashback, l'anima dell'apparato cinematografico del regista ha una profondità impossibile da scardinare e razionalizzare in modo completo.

Oltre la stessa narrazione al cortile della metafisica

Zulawski con "Le mie notti sono più belle dei vostri giorni" va a deporre un testamento, un inno di gloria, anche mortuaria, del cuore che vince sul materialismo e la violenza. A noi Zulawski ricorda (e viceversa) Alejandro Jodorowsky.
Lucas e Blanche sono due eterne anime fanciulle, violentate nella psiche da situazioni pietose nella più tenera età ("Santa Sangre" ricordate?), i ricordi scandiscono una esistenza decadente ma eccezionale, geniale e spettacolare.
Lucas è un genio dell'informatica; Blanche quando entra nel metafisico (ricordando la cucina) parla e si espone come un profeta.
La metafisica mostrata ed ottenuta nelle sequenze ove Blanche legge le menti del pubblico, si registra anche (forse soprattutto) nell'arco di tutta la proiezione con le esigenze d'amare e soffrire che si incastrano fa realtà e irrealtà, fra desiderio e finzione. Per arrivare ad un finale amaro ove il sacrifico della materia guida verso la spiritualità, la pace dei sensi.
Come alcuni grandi registi, Zulawski, riesce ad esser trasversale.
Come un grande giocatore che non allenandosi e non accettando alcuna didascalia tattica scende la Domenica in campo facendo spettacolo.

"Le mie notti sono più belle dei vostri giorni" vive nell'intellettualità e in estremismi che rammentano lirismi e pianti.

Neurotico  @  06/04/2011 10:07:12
   8 / 10
Concitato, eccentrico, barocco, romantico, surreale. Uno dei migliori Zulawski, impreziosito da due meravigliosi interpreti.

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