la morte del signor lazarescu (2005)

Il signor Lazarescu non a caso si chiama Dante di nome. Perchè è un inferno lungo una nottata che, dopo aver accusato un malore e chiamato un'ambulanza, lo porta a vivere un'esperienza tanto drammatica quanto assurda nei meandri della sanità. Anche se è un film rumeno questa storia può essere definita universale e può accadere dappertutto. Lazarescu è un uomo che vive ai margini come può essere qualsiasi pensionato, anche con i suoi vizi come quello del bere senza essere definito un alcolizzato. Non è certo un modello di virtù, ma quello che trova di fronte è un bestiario composto da tnate tipologie di persone: dai vicini di casa, dal personale medico e paramedico che lo tratta con supponenza, che lo giudica con superficialità e cinismo e quando va bene con l'indifferenza. Situazioni prive di umanità che vengono riprese con lunghi piani sequenza e talvolta conditi da dialoghi che a volte sconfinano nella crudeltà gratuita. Una vicenda che gradualmente acquisisce tonalità kafkiane, parallelamente alla progressiva perdita di lucidità di Lazarescu. La morte sociale. Un film sorprendente che non deve per nulla spaventare per la sua durata. Estremamente scorrevole e dialoghi curati in maniera ottimale. Da recuperare.

Due ore mezzo per dirci che in Romania è meglio non ammalarsi. Critica alla società ipocrita e alle relazioni superficiali, con una punta di umorismo nero, ma che in generale si traduce in un film interessante dal punto di vista tecnico: praticamente girato in tempo reale, con camera sempre vigile e documentaristica. Ci si annoia un po', ma merita la visione.