la calunnia (1936)

Uno dei pochi casi in cui l'auto-remake 'The children's hour' (diretto dallo stesso Wyler) dell'omonimo dramma teatrale si rivela nettamente superiore, rendendo questo primo adattamento fondamentalmente inutile.
Personalmente non l'ho apprezzato moltissimo: è visibilissimo come lo stile registico di Wyler sia ancora fondamentalmente acerbo (basti guardare l'anno di uscita della pellicola...) nonostante la presenza di qualche inquadratura bellissima sparsa qua e là e i toni mielosi che fanno capolina in più scene (compreso il forzatissimo happy ending) a mio parere non si amalgamano per nulla con la tipologia di storia (laddove il remake beneficia di un'atmosfera spoglia e fredda, sicuramente più calzante).
Ultimo, ma non meno importante: l'obbligata cancellazione del sottotesto omosessuale dalla storia per colpa della censura

SPOILER rende la portata dell'evento molto meno sconvolgente delle sue intenzioni.

Prima di vedere il remake dello stesso Wyler ho recuperato questa prima versione dell'omonimo dramma teatrale della Hellman: che dire, ai tempi con il codice Hays in vigore non si poteva andare certo troppo pesante ed infatti la pellicola è inevitabilmente molto edulcorata nei suoi toni di critica al perbenismo sociale rispetto all'originale ( ed anche al film del '61 ) dove la tematica omossessuale qui assente era invece al centro del discorso. Come dramma da camera fa comunque ancora la sua bella figura anche grazie alla caratterizzazione della pestifera ragazzina interpretata dalla Granville, capace di attirare quando in scena l'attenzione dello spettatore. In attesa di tempi migliori ci si può accontentare di questa versione.

Prima versione cinematografica della piece teatrale "The Cildren's Hour" di Lillian Hellman. Il remake ("Quelle due", 1962, sempre di Wyler e con Shirley MacLaine, Audrey Hepburn e James Garner) sarà un capolavoro. Questo film, che pur si avvale della sceneggiatura dell'autrice, altera inevitabilmente la portata sovversiva del testo (erano i tempi del Codice Heys), rinunciando alla rappresentazione dell'accusa di lesbismo e sostituendola con l'infamia di un'amore tenuto nascosto tra una maestra e il fidanzato della sua migliore amica e collega di scuola. Ovviamente il peso della denuncia all'ipocrisia e al perbenismo della società perde d'importanza, ma resta ugualmente una commedia desolante sulle miserie del conforismo, con un happy ending un po' forzato. Comunque sia, il regista porrà rimedio col tempo. Splendido il cast, su cui svettano la fiera e indomita Hopkins (che nel rifacimento ricoprirà il ruolo della sciocca zia di Martha) e l'incredibilmente diabolica Bonita Granville, la bambina viziata e bugiarda che darà il via allo scandalo. Nel ruolo della domestica c'è Margaret Hamilton, futura perfida strega dell'Ovest de "Il mago di Oz".