il flauto magico (1974)

Uno dei piu' grandi compositori di tutti i tempi e uno dei piu' grandi regista della storia del cinema. Scritto cosi dovrebbe essere un capolavoro ma tra i due vince sicuramente Mozart perche il buon Bergman non fa altro che mettere in scena l'opera musicale senza nessuna innovazione visiva.

La partitura è seguita nei minimi dettagli quindi viene chiesto al pubblico solo di osservare e compiacersi del suono, invito sottolineato dall'overture iniziale dove viene mostrato il volto del pubblico osservante.

Quindi buona visione, buon ascolto...

Portare al cinema un'opera teatrale può essere complicato, soprattutto se non si porta solo l'opera ma anche il teatro. Ingmar Bergman è qualcuno che già sa come dirigere pochi attori in pochissimi set, vivendo le sue inquadrature di primissimi piani e busti. Tuttavia TROLLFLÖJTEN (Il Flauto Magico) vivrebbe di un respiro migliore, anche più appariscente e spettacolare, se non fosse il semplice rimpicciolimento di una sua rappresentazione teatrale.

Un'opera filmata con grande sobrietà ed eleganza da Bergman. Alcuni hanno detto che non c'è nulla di interessante o difficile in un operazione del genere, ma sono poveri sciocchi: i primi piani con cui per dieci minuti Bergman ci sofferma, i primi piani dei cantanti e la messa in scena curata da lui nel minimo dettaglio a tratti p da brividi e si può solo restare estasiati e farsi rapire dalle musiche di Mozart e le immagini che letteralmente spariscono dietro essa create da un Bergman che personalmente ho trovato grandioso nel non eccedere scavalcando appunto la musica.
è 7 solo perché non riesco ad apprezzare appieno questo genere, che è un altro paio di maniche.

(Da notare, all'inizio, nella selva di volti ripresi durante un montaggio velocissimo appare tra il pubblico lo stesso Bergman spettatore di sé stesso evidentemente. Ciò che ha reso lui e altri artisti capaci di creare opere d'arte e cinematografiche di valore assoluto).

Ottima idea quella di portare il teatro al cinema. Alcune scene però me le aspettavo realizzate con più enfasi, diciamo che non mi ha entusiasmato ma l'ho apprezzato.

Insomma...c'è differenza fra girare un film e riprendere con la telecamera, dove sta l'arte in questa pellicola? tutto il resto invece va bene

Il più bel film da opera lirica di sempre. Un capolavoro di umanità e poesia.
Merito di chi?... di Mozart...

Esordisco subito dicendo che non è il mio genere, dunque il mio giudizio non può essere positivo; ciò detto, riconosco senza dubbio che si tratta di un sorprendente incontro tra cinema e teatro, sicuramente primo nel suo genere per la maestria con la quale sono gestite le varie "incursioni" cinematografiche in ambito teatrale e viceversa. In sostanza però si tratta di assistere ad un'opera lirica (cosa che non mi sorride affatto n.d.B.) sul piccolo schermo. Il soggetto è fantasy, tutto sommato i "colpi di scena" non mancano ed i nobili sentimenti si sprecano; purtroppo però il tutto risulta estremamente lungo e pesante. Molti colgono la riproposizione delle tematiche bergmaniane più ricorrenti come il prezzo dell'amore tra le persone, minacciato da mille difficoltà, il confondersi di bene e male, la redenzione, la dedizione e la celebrazione dell'arte...
Personalmente ritengo che tutto ciò sia effettivamente presente nel "film" ma in toni inevitabilmente diversi, sdrammatizzati dal commento canoro e musicale, rispetto a quanto espresso nelle precedenti fatiche del regista. Solito abbondante uso di primi piani sui volti dei cantanti/attori (e del pubblico che li osserva); ovviamente consistente l'utilizzo di scenografie teatrali semovibili, per altro ben fatte. Nel complesso comunque è caldamente sconsigliato ai non amanti del genere.