il cineamatore regia di Krzysztof Kieslowski Polonia 1979
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il cineamatore (1979)

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locandina del film IL CINEAMATORE

Titolo Originale: AMATOR

RegiaKrzysztof Kieslowski

InterpretiJerzy Stuhr, Malgorzata Zabrowska, Ewa Pokas, Stefan Czyzewski

Durata: h 1.52
NazionalitàPolonia 1979
Generecommedia
Al cinema nell'Agosto 1979

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Trama del film Il cineamatore

Il giorno in cui diventa padre Filip (J. Stuhr), impiegato in un'azienda di stato, compra una piccola cinepresa per filmare la figlia. Scopre la passione per il cinema che gli cambia la vita, specialmente quando vince un premio in un concorso per dilettanti, con un documentario.

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Voto Visitatori:   7,80 / 10 (5 voti)7,80Grafico
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Voti e commenti su Il cineamatore, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Fuori Orario  @  30/04/2012 03:05:33
   7½ / 10
Lezione metacinematografica di Kieslowski.
Con "Effetto notte" la maggiore espressione di cinema sul cinema in assoluto.
Da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/11/2011 23:13:43
   8 / 10
Forse è vero, come sottoscrive Kowalsky nel bel commento precedente questo non è un film che esprime del tutto il suo potenziale. Però la parabola esistenziale di un uomo risucchiato dal mezzo cinematografico è affascinante a dir poco, ancora di più la capacità che ha Kieslowski di rendere il tutto realistico e per nulla inverosimile.
Il protagonista che ha tutto ma che perde tutto per colpa di una passione divorante apre poi le porte ad un discorso metafilmico nella seconda parte del film, forse più riuscita dal punto di vista dei significati ma meno bella della prima, che invece riusciva a colpire attraverso vari segnali e premonizioni sin dall'incipit devastante (l'uccello che spenna la sua preda).
Merita di essere visto perché fortunatamente il regista polacco è lontano dagli intellettualismi d'autore di tanti colleghi, anzi imbastisce un serio discorso sulla propria arte tirando in ballo (non a caso) in un ruolo piccolo ma importantissimo lo stesso il collega Zanussi. Ma la vera sequenza che più mi ha colpito, al di là del già citato incipit e del finale che conclude nel baratro dell'ossessione la storia, è stata quella in cui il cineamatore, dopo una litigata con la moglie, appena lei si volta non perde tempo per "inquadrarla" con le mani, come a voler cercare il giusto angolo di ripresa una volta ripresa in mano la sua vera nuova donna, la cinepresa...
Inquietante e grottesco, comico ma terribilmente vero. Kieslowski, lo capisco tardi, era terribilmente umano e per nulla banale, lo si evince da questi suoi lavori che difficilmente non possono non emozionare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/11/2011 00:37:26
   7½ / 10
Capìta, quelle rare volte di frequentare i cineforum, di trovarsi davanti a sorprese bellissime come questo film di Kieslowsky di cui fino a poco fa ignoravo l'esistenza. Una metafora sul cinema sulla vita sulla libertà di espressione e sulle rinunce in cambio di una (modesta) felicità, doppiamente autobiografico - in questo senso è rilevante la superba prestazione di Jerzy Stuhl, cineasta di un certo peso, e venato di una sensibilità visiva e morale di rara efficacia. Un film in un certo senso molto "sovietico", nonostante la presenza di Zanussi come se stesso al quale è affidata la battuta migliore ("Lei vuole diventare un artista?" "No" "Meno male"). Una prima parte splendida ma fin troppo frenetica nelle rivelazioni (sembra quasi che il pur sobrio montaggio "divori" gran parte dello script) e una seconda più riflessiva, forse un poco algida nella sua ambizione metafilmica (sembra un'omaggio a John Grierson con pennellate di Nouvelle Vague francese). Io non credo che il film esprima pienamente il suo potenziale, forse per la sua frammentarietà, ma è ricchissimo di sequenze straordinarie. Su tutte, quella del figlio che rivuole la bobina del cort. dove è stata immortalata la madre perchè "è tutto quel che gli resta di lei". Emblematica radiografia di un potere medianico e di ciò che rappresenta "laicamente e spiritualmente" il concetto di "visione" nella nostra contemporaneità

LR9000  @  19/07/2010 15:23:26
   9 / 10
Bellissimo.L'uomo medio che viene "risucchiato" dalle incredibili potenze di una cinepresa...con un esito non proprio positivo.
Eccellente opera semisconosciuta (almeno qui in Italia) di Kieslowski.Per chi ama letteralmente il cinema è d'obbligo la visione di questo film.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  09/04/2009 21:10:03
   7 / 10
Difficile credo sia trovare i due film di Kieslowski antecedenti a questo. "Il Cinematore" è un buon esempio di metacinema morale che è un po' quello che ci si aspetta dall' autore. Credo Kubrick stesso amasse particolarmente il regista polacco, oltre ad essere stato - Il Decalogo - l' unico capolavoro dichiarato ad essere stato visto in vecchiaia dal Genio, oltre ad esserci una certa compatibilità di contenuti tra i due autori, tutta la filmografia kubrickiana da "Shining" (un anno successivo a questo film) è stata fotografata in formato televisivo che è un po' il formato preferito da Kieslowski. "Eyes Wide Shut" poi ha specifiche inquadrature del Decalogo. C' è un costante substrato di inquietudine in questa storia di un giovane regista "amatoriale" che scopre l' amore per il cinema, ma che sarà in continuo conflitto con i dirigenti del posto di lavoro tanto da non aver potuto non pensare al percorso artistico, costantemente censurato, delle vecchie glorie russe come Ejzenstejn o Tarkovskij. Sicuramente autobiografico, metacinema perché è una lampante - e sofferta - dichiarazione d' amore al mestiere del regista.

3 risposte al commento
Ultima risposta 09/04/2009 23.28.11
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