horse girl (2020)

Sorprendente film di Baena con una Brie da Oscar che ci conduce in uno dei film più originale sulla salute mentale di sempre

Un'ottima prova della protagonista, per un film sempre in bilico tra l'appassionante ed il risultare ridicolo.
La sceneggiatura purtroppo non è solida e soprattutto nella parte finale si perde troppo.

Horse girl è un film abbastanza difficile da incasellare in un genere. La solitudine della ragazza, carina ma molto poco spigliata nei rapporti sociali prende delle pieghe abbastanza inaspettate che colorano il film con una leggera tonalità di fantastico. Le sue visioni oniriche, i suoi incubi notturni uniti al sonnambulismo non sono altro che lo specchio del suo disagio interiore. Il fantastico, condito da viaggi nel tempo e possibili rapimenti alieni serve a mescolare le carte, solo che la sceneggiatura si ritrova a sua volta fin troppo mescolata per non dire confusa, tanto che le svolte sono alquanto deboli e telefonate. Da fare un plaunso comunque all'interpretazione della Brie, tutta imperniata sulla fragilità del carattere della ragazza.

Rapida discesa nel vortice della pazzia.
Ottima la prova della Brie, drammaticamente e incredibilmente efficace, che da sola si fa carico di elevare una storia di un certo impatto emotivo su quelle che sono le imperfezioni di una mente già provata da situazioni famigliari e personali tragiche.
Si può leggere, tra le pieghe del film, anche una velata critica sul sistema sanitario americano che sembra muoversi in bilico tra l'essere liberale e quasi indolente.
Storia che colpisce per buona parte della durata ma che si perde nel finale, mostrando contraddizioni che ho gradito poco.
Vedibile ma forse non per tutti.