emilie muller (1994)

Emilie Muller non è un'aspirante attrice, è semplicemente capitata per caso davanti ad un regista teatrale per un'audizione. Mediante due sole postazioni fisse di regia Yvon Marciano riprende la ragazza (interpretata con grande spontaneità e dolcezza da Veronika Varga) lasciandole facoltà di parlare a ruota libera riguardo il contenuto di una borsetta. Tra gli oggetti più convenzionali, come un portamonete, un libro o una penna, spuntano anche una mela, un biglietto aereo, un anello e cartoline, tutti oggetti attraverso i quali Emelie prende ispirazione per raccontare di se stessa o per disquisire d'amore, seduzione, amicizia.
Realtà e probabile invenzione si mischiano in un turbinio di aneddoti e pensieri, sino ad un finale davvero simpatico.

Capacità di improvvisare, di immedesimarsi in un personaggio e trasmetterlo ad un pubblico, a sua volta che si immedisima in quel personaggio o in un racconto, usando fantasia ed immaginazione. Il finale poi è favoloso e ti coglie realmente di sorpresa.

Bel corto con un finale inaspettato davvero azzeccato..

Questo cortometraggio sembra partorito dalla miglior scuola della Nouvelle Vague francese. Un bianco e nero anni '50 o '60. E invece no, siamo negli anni '90.
In venti minuti conosciamo questa ragazza chiamata per un provino, molto carina e che con un monologo parla di se stessa... o forse no?
Bravissima Veronika Varga, nonché questo misterioso Marciano.