capone (2020)

Non sono riuscito a terminarlo, troppo sconclusionato con una sceneggiatura incomprensibile. Hardy in evidente imbarazzo, una pellicola davvero senza anima, persino la regia è mediocre, la mdp va dove gli pare, con cambi di campo che non hanno alcun nesso logico, peggio delle soap opera.

Una boiiata colossale.Ma quale "biopic" ? Cosa ne sa Trank di come Capone ha vissuto,soprattutto nella sua mente,il suo ultimo anno di vita?E' una sua interpretazione,una sua idea ma non certo una realta' documentata da poter definire il film un biopic.E poi dicamocelo,e' una vaccata.Ci ha messo il titolo Capone,per attirare attenzione,ma e' semplicemente il racconto degli ultimi mesi di vita di un vecchio devastato dalla demenza senile che fa viaggi mentali come se fosse fatto,con sogni assurdi che sono piu' incubi,che cade ripetutamente aa terra,che si cag@ addosso e che oltre a raccontare queste cose tristi ,ma nelle quali "Al Capone non c'entra niente,racconta la tragedia di un vecchio con l'alzhaimer e mette tristezza e psura che possa succedere anche a noi,ma come film e' di una noia mortale,una c@gata senza senso

Capone è un'opera ambiziosa perchè pur scegliendo un osggetto portato molto volte sul grande schermo, sceglie di raffigurarne il suo crepuscolo, cosa certamente mai rappresentata prima al cinema. Un soggetto originale che affronta il tramonto di uno dei più grandi criminali d'America, devatato dalla demenza senile. Un biopic che allo stesso tempo non lo è perchè descrive la condizione mentale di un uomo fra realtà e veri e propri sogni ad occhi aperti. Visione di una vita passata criminale e il disfacimento fisico e mentale in questo suo ultimo scampolo di vita. Una mente paranoica, decisa a trovare quel tesoro immaginario o meno sepolto chissà dove. Trank opera quindi una destrutturazione della narrazione al pari della demenza di Capone, ma forse si fatica a trovarne il senso di questa operazione, malgrado l'impegno di un Hardy che qualche volta cade nell'eccesso macchiettistico. Un film ambizioso come detto, però con molti aspetti che rimangno poco chiari.

L'incipit per me è incredibile con l'ascolto del massacro di San Valentino in tv, lui che fa il discorso a tavola ecc.
E poi Capone che ha gli incubi e si caga addosso. E' diventato più umano tra gli umani, lui che era un boss, un super uomo.
Vive misticando la realtà, pensando di essere circondato di bambini, di persone che ancora gli vogliono bene. Ripensa a quello che ha fatto, i demoni lo accompagnano, è ridotto ad uno schifo.
Pazzesco che dopo "Sto pensando di finirla qui" ancora una volta mi trovo di fronte ad un film che parla di qualcuno che mistifica la sua realtà. Però in Capone la parte onirica funziona fino ad un certo punto, tanto che il film risulta ottimo quando siamo nel plausibile, discutibile quando viaggia troppo.
Tom Hardy praticamente ormai è diventato Favino, vuole fare tutti i ruoli che poco gli si addicono, in teoria. E' bravissimo e tiene in piedi il film, pur ogni tanto andando in overacting. Non lo aiuta magari un trucco leggermente evidente che lo rende una maschera drammatica.
Purtroppo il film perde di forza proprio dal primo "sogno" del boss di Chicago, peccato perché l'incipit era forte. Certo, non condivido tutto il pessimismo che leggo, magari non sarà un bel film, ma 2 non lo merita mai.
Non è un sigaro, è una carota quella che stai aspirando Al.

Brutto film ,anche se sicuramente originale .
La storia dell'ultimo anno di Capone ormai totalmente malato di demenza senile è un viaggio avanti e indietro nel passato tra ricordi e tentativi un pò di tutti di trovare un tesoro forse nascosto .
Il tutto molto pasticciato e incomprensibile , tra silenzi e visioni allucinogene che non portano a nulla , tanto da far sembrare anche il comunque bravo Hardy ad essere spaesato e inconcludente . Troppi silenzi ,troppo debole e nell'ultima ora veramente il nulla .

Osceno sotto tutti i punti di vista.

Bipoic che non mi è piaciuto. Non riesce a tenere viva la curiosità dello spettatore.
Anche Hardy qui non funziona.

Josh Trank è più interessato a mostrarsi com'un epigono di Lynch che com'il regista d'un biopic su Al Capone, e il film ne soffre quanto la recitazione di Tom Hardy.

Mauro Lanari