the returned (2013)

Non è mai semplice riuscire a scovare qualche film sugli zombie(o infetti) che non ricalchi il solito compitino a casa; ce ne sono talmente tanti e va così di moda ormai che si può dire sia diventato quasi un genere, perciò lo spazio all'originalità è sempre più scarso(sopratutto se consideriamo che molte produzioni sono fatte alla carlona giusto per incassare un minimo)....
Tuttavia ci sono a volte dei casi speciali dove si ha la fortuna di imbattersi in qualcosa che cerca di discostarsi dai soliti clichè, sfruttando la tematica del virus "trasforma zombie" in qualcosa che faccia più da contorno per concentrarsi su una trama diversa ma allo stesso tempo complementare.
Una cosa del genere,ad esempio, è stata fatta con "Open grave"(non dico come per non fare spoiler), ed infatti personalmente è stato un film che ho apprezzato parecchio; molto più concentrato su la situazione anomala dei personaggi che il pericolo intorno a loro.....
Con "The returned" si assiste ad una cosa analoga; la tematica del virus letale serve solo da cornice per raccontare una vicenda che rivolge la sua attenzione a ben altro; la tragedia del virus letale è solo un prologo, dove viene mostrato un mondo simile a quello che siamo abituati a vedere solitamente in queste pellicole, ma precedente al fulcro vero e proprio della storia che si manifesta anni dopo, quando la medicina è riuscita a trovare un sistema per non far zombificare gli esseri umani morsi da poco da un infetto; suddette persone vengono definite "I Ritornati", costrette a farsi ogni 36 ore un iniezione necessaria a non far espandere il virus(una sorta di portatori sani).
Il bello della pellicola(oltre ad essere tecnicamente discreta) è la direzione intrapresa dalla sceneggiatura, totalmente focalizzata sul dramma di tali soggetti e su come gli esseri umani comuni vedano coloro che non lo sono.
Devo dire che l'ho ritenuta un idea davvero niente male e mai vista prima; inoltre confesso che sono stati bravi a rendere il film sempre interessante e parecchio intrigato; peccato solo per il finale che, per quanto carino nell'idea, ho trovato un tantino forzato.....ma in definitiva si tratta di un lavoro che cerca di distinguersi, e nel panorama attuale non posso che dire: "...tanto di cappello"....

La non morte come condizione di vita. L'instancabile ricerca per il ritorno...doppio fine, uno scopo. La speranza in serie, preziosa acquasantiera bucata. Terrore nelle masse, all'inseguimento della restituzione giornaliera. Rifugio, tana di serpente silente e avvelenato. Il coraggio della verità e la compassione, gola di un altro amore disperato. La disperazione a mani nude, memore in un colpo serrato da catene. Una macchia tatuata nell'anima, in ginocchio per un attimo mancato. Il sangue non si placa, tra la vita rimasta orfana e la vita da punire.

Zombie movie piuttosto atipico diretto da Manuel Carballo nel 2013.
Devo ammettere che di horror questo film ha poco,siamo più che altro davanti ad un dramma (con venature thriller) che riesce a risultare coinvolgente ed interessante per tutta la sua durata,riuscendo anche a trasmettere una certa angoscia e tensione allo spettatore,fino ad un finale parecchio cattivo che ricorda quello di un altro film uscito alcuni anni fa.
Tecnicamente abbastanza curato sotto ogni punto di vista,convincente la recitazione,poco presente lo splatter e gli effetti speciali.
Naturalmente il film presenta alcuni difetti,il ritmo e la tensione non sono sempre costanti,in alcuni punti il film potrebbe annoiare,i colpi di scene sono abbastanza telefonati e prevedibili...........
Comunque non sono difetti che compromettono più di tanto la visione,alla fine è un lavoro abbastanza originale,sicuramente consigliato all'amante del genere.

Da premiare la ricerca di originalità, che in uno zombi-movie (anche se non lo ritengo tale al 100%) è sempre cosa rara.
La sceneggiatura parte in sordina, poi piano piano si sviluppa bene anche se pecca di tensione sopratutto nella parte centrale. In effetti le scene di sangue sono pochissime e a volte quasi ci si dimentica che si starebbe a vedere un horror.
Questa mancanza viene compensata da una storia che coinvolge abbastanza e termina con un bel finale...che ricorda molto lo "spoiler" di Chem84

Concordo con TheGaunt per quanto riguarda l'analisi sociologica del film.
Un nuovo tipo di razzismo (che poi nuovo non è) si evidenzia nel film di Carballo, il razzismo che si genere nei confronti di ciò che è diverso e che fa paura e che non può essere totalmente controllato.
Questo THE RETURNED è una storia drammatica, diverso dai soliti film zombeschi, in cui gli elementi caratterizzanti sono appunto le emozioni, i sentimenti che investono i protagonisti, lasciando pochissimo spazio all'elemento horror preferendo il lato più umano e più palpabile.
Un film godibile, forse un po' prevedibile in alcuni punti in cui il colpo a sorpresa risulta telefonato, ma capace di instillare una discreta dose di emozioni in chi guarda, lasciando soddisfatti di una visione magari non originalissima ma decisamente apprezzabile.
Mi aspettavo un finale più esplicito.

The Returned ha uno spunto interessante, originale da un certo punto di vista. Non è classico film di zombie, anche perchè la stessa figura del "ritornato" è caratterizzata dal fatto che non è mai diventato un vero e proprio zombie. Non ha mai raggiunto lo stadio finale ed irreversibile del virus, non è mai morto solo che il contagio è stato bloccato da un antidoto che rappresenta una barriera verso lo stadio finale. Per fare un parallelismo, il "ritornato" è un po' come il diabetico, legato in eterno alle dosi di insulina. Senza la dose è la fine.
E' uno zombie movie atipico, anzi nemmeno può definirsi tale tanto da offrire spunti più da fantascienza distopica o thriller rispetto all'horror. Molto buona anche la descrizione del contesto sociale, molto animato che ruota attorno alla figura del ritornato, da causare ovvi paragoni con i gruppi marginalizzati (malati di Aids, omosessuali) e relativi movimenti dalla forte caratterizzazione razzista. Niente male nemmeno la caratterizzazione della protagonista Kate, l'eroina del film, contraddistinta da un percorso morale non proprio impeccabile, non tanto nelle motivazione, quanto per le implicazioni etiche del suo agire. Non mi sento in conclusione da definirlo come un film horror. Si può anche affermare che vederlo come un normale film di genere potrebbe deludere le attese.

Ennesima variazione sul tema da un discreto film che, per come si svolge, è decisamente più un thriller che un horror, merita la visione.

Film abbastanza godibile e sufficientemente originale, in cui le vicende relative a contagi, zombies e malattie varie viene affrontato in maniera un po' diversa, grazie alla figura dei cosiddetti "Ritornati" e ad alcuni spunti politico/sociali che però troppo spesso passano velocemente dall'interessante al banale/prevedibile.
La breve durata e la discreta scorrevolezza lo posizionano poco oltre la sufficienza, anche se a volte si fanno un po' troppe chiacchiere, togliendo spazio all'action.
Bello il finale che

SPOILER