the outsider (2018)

Ottima sorpresa questo film del bravo Zandvliet, grazie anche ai bravi Leto e Asano, capaci di dare spessore ai loro ruoli. Fantastiche le atmosfere, tra gli Outrage di Kitano e il Yakuza di Pollack

Film scontato e dalla sceneggiatura poco audace.
Ad ogni modo intrattiene se piace il genere.

Specialmente con la graduale apertura del cinema dell'estremo oriente e registi del calibro di Miike o Kitano, lo yakuza movie certamente è diventato un genere ad uso e consumo del pubblico occidentale. The Outsider quindi cerca innaniztutto di porre la storia avendo come unico punto di vista quello del gaijin, dello straniero che avendo reciso le sue radici originali, si trova ad intraprendere una vita del tutto nuova, immerso ad una cultura a lui sconosciuta.
Finchè sul personaggio di Leto aleggia il mistero di un passato misterioso, il film funziona abbastanza bene, perchè dona fascino e carisma a Nick. Il film perde la trebisonda quando si inserisce il cameo di Hirsch, completamente inutile. Le cose sono due: o svisceri a dovere il personaggio oppure non lo fai per niente. Questo intermezzo è fondamentale perchè compie il danno di non dare un retroterra solido al personaggio, inoltre gli fa perdere quell'aura di mistero che possedeva. Una scelta da mezza misura secondo me dannosa, frutto di scelte di sceneggiatura sbagliate che non aiutano Leto. Altro difetto una cadenza monocorde che alla lunga diventa abbastanza pesante e che nemmeno le improvvise esplosioni di violenza tendono a salvarlo. Un film poco riuscito che paga delle scelte di sceneggiatura sbagliate.

"The Outsider" aveva delle ottime potenzialità, le quali però non hanno reso a dovere nella messa in scena, probabilmente a causa di uno script scontato e con pochi sussulti. C'è anche un'americanizzazione degli eventi che non ha favorito le cose. Lo spirito dei film sulla mafia giapponese viene parecchio tralasciato e pensare che Pollack era stato capace di fare molto di più con "Yakuza" nel 1974. Tra gli aspetti positivi sicuramente l'ambientazione, la messa in scena e la regia di Martin Zandvliet, che avevo apprezzato in "Land of Mine - Sotto la sabbia". Non sufficiente la caratterizzazione del protagonista, non ampliata a dovere e troppo monodimensionale.
Jared Leto non convince. Nel ruolo si era parlato di Michael Fassbender, Tom Hardy e Jeremy Renner, che da una parte potevano dare di più, dall'altra avevano bisogno, comunque, di una sceneggiatura più curata e brillante. Tra gli attori giapponesi, si nota l'interpretazione di Tadanobu Asano, già visto in "Ichi the Killer".